Dalla Danimarca alla Svezia, la natura si tinge di giallo ne “La promessa” di Olsen
La promessa è l'ultimo romanzo dello scrittore danese Jussi Adler-Olsen, pubblicato da poco da Marsilio Editori nella traduzione di Maria Valeria D’Avino. Di sicuro sarà molto apprezzato dal pubblico di lettori del “giallo”, visto il successo dei precedenti volumi pubblicati da Olsen e che hanno sempre come protagonista la Sezione Q, diretta dall'ispettore Carl Mørck. Specializzata nei casi di omicidio irrisolti, la squadra vivrà un'esperienza difficile da dimenticare, tra paesaggi danesi e isole svedesi, in un crescendo di suspense fino alla fine del romanzo.
Una promessa lunga diciassette anni
In un giorno come tanti, nello scantinato della centrale di polizia di Copenaghen, Mørck e i due assistenti Assad e Rose vengono svegliati dal loro momentaneo torpore. La telefonata è di Christian Habersaat, un poliziotto dell'isola danese di Bornholm, che sembra chiedere una mano per un vecchio caso. Carl risponderà malamente e poco dopo riceverà un fax ambiguo da parte dell'interlocutore. In un primo momento egli non darà molto peso alla richiesta di aiuto, ma tutto cambierà quando, poche ore dopo, verrà a conoscenzadel suicidio di Habersaat.
Uomo integerrimo, indurito da vicende personali e dal lavoro, Carl si farà però convincere, dal temperamento di Rose e dall'esplosivo Assad, ad andare a Bornholm per una verifica.
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Grazie all'aiuto degli ispettori del locale distretto di polizia, Mørck avrà un'idea precisa della persona che era Habersaat, ma soprattutto del caso a cui stava lavorando. In realtà si trattava di un incidente con omissione di soccorso avvenuto diciassette anni prima, in cui l'automobilista aveva investito una giovane ragazza, Alberte, che poi era morta.
Per luiperò non si trattava di un incidente, ma di omicidio e non aveva mai archiviato il caso, come invece aveva fatto la polizia di Bornholm, e la sua vita da quel giorno non era stata più la stessa. I colleghi non avevano mai capito il suo accanimento, nonostante sapessero che proprio lui aveva trovato il corpo della ragazza, e alla fine, circondato dall'astio della moglie e degli altri poliziotti, si era tolto la vita.
La promessa che Habersaat non aveva potuto mantenere, circa la cattura del potenziale assassino, ora passerà nelle mani della Sezione Q, tra lo scetticismo e la diffidenza del distretto svedese.
Carl, Assad e Rose così verranno a contatto con gli abitanti del posto, con June, l'ex moglie di Habersaat, con vecchi amici del poliziotto e altri individui ambigui e misteriosi che sembrano voler nascondere alcuni dettagli della storia.
Una vecchia foto, un giovane hippy e un pulmino stile anni Settanta saranno gli indizi che troveranno nella casa di Habersaat e dai quali si dirameranno informazioni e nuove conoscenze che li porteranno a mischiare le loro vite con le discipline olistiche e rituali dediti al culto del sole.
Carl sarà persuaso, alla fine, dalla teoria del defunto poliziotto, e quello che anni prima sembrava un incidente potrebbe davvero essere un omicidio.
Le persone coinvolte, e sospette, cambieranno i loro atteggiamenti, fornendo notizie vaghe sul passato, ma la Sezione Q non mollerà e, tra mille difficoltà e spostamenti tra isole svedesi e danesi, riuscirà a trovare un uomo di nome Frank che corrisponde alla descrizione del giovane nella foto.
Un individuo sicuramente fuori dall'ordinario, interessato a cambiare il mondo lavorando sulle energie della mente e del corpo, amante delle donne, tra cui Alberte, ma profondamente indipendente e dall'anima libera, senza vincoli.
Nel posto in cui questi vive con la sua comunità di seguaci, però, i tre colleghi saranno coinvolti in un'avventura al limite della sopravvivenza che legherà fortemente la vita di Carl con quella di Assad.
Per un attimo penseranno di avere il colpevole in pugno, ma si interrogheranno su come dimostrare il coinvolgimento nell'omicidio e soprattutto sul possibile movente.
La corsa verso la verità li riporterà, infine, sul luogo di partenza delle indagini, dove questa si svelerà loro lenta, sconcertante e inaspettata.
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Due tempi in uno
Se diamo uno sguardo ai primi capitoli del romanzo, notiamo delle fasi temporali diverse, ognuna delle quali narra una storia che sembra non avere nulla a che fare con il filo conduttore di quella principale. Infatti, mentre quest'ultima ci spiega le vicende della Sezione Q e del misterioso incidente di Bornholm, quella parallela ci spiazza, perché racconta di una donna inglese, Wanda, che, stanca della sua vita, decide di seguire gli insegnamenti di un'accademia olistica e trasferirsi nella loro isola in Svezia.
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Questa seconda storia si dilunga molto e non capiamo subito come si leghi a quella dell'ispettore Mørck, finché non arriviamo circa a metà libro quando il nostro sguardo si illumina. L'uomo che sta cercando la Sezione Q, infatti, è lo stesso che viene descritto nel racconto parallelo e, tramite la spiegazione della sua personalità e delle persone che lo circondano (tra cui la sua fedele donna Pirjo, la stessa Wanda e la sua amica Shirley), possiamo comprendere alcuni dettagli della storia principale.
I due piani temporali, quindi, finiranno per congiungersi, alimentando pagina dopo pagina la curiosità del lettore e facendolo sentire sempre più coinvolto.
Il fascino del paesaggio nordico
Al di là della classica atmosfera da romanzo giallo, carica di colpi di scena e suspense, il testo ci consegna dei passaggi suggestivi in cui il territorio danese, dell'isola di Bornholm, e svedese, dell'isola di Öland, si mostra in tutta la sua bellezza.
Le descrizioni semplici ma efficaci delle immense distese di prati, boschi e spiagge bianche bagnate dal Baltico accompagnano i viaggi in macchina o in treno dei vari personaggi. Attraverso i loro occhi vediamo le coste frastagliate, i piccoli borghi dalle case colorate, tra cui Ronne e Aakirkeby, le caratteristiche chiese tonde medievali, le rovine del castello di Hammershus che riflette i raggi del sole che tramonta all'orizzonte.
Non possiamo non chiederci “Ma se Carl si fosse fermato un attimo a fissare il mare, cosa avrebbe provato?”, perché viene naturale pensare che almeno uno dei protagonisti, di certo, avrebbe voluto sostare un po' di più in quel dato posto per assaporarne la storia e il profumo di un tempo passato, e magari confrontarlo con le sensazioni di oggi.
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Viaggiando, poi, attraverso lo stretto di Kalmar, arriviamo nell'isola di Öland, dove riusciamo a immergerci nelle praterie e negli altopiani che ospitano i famosi mulini a vento, mentre qua e là potremmo addirittura trovare pietre megalitiche e siti cimiteriali vichinghi, come Gettlinge.
Non è un aspetto da tralasciare, e il lettore se ne accorgerà subito, poiché il territorio è una parte fondamentale all'interno di una storia, specie quando ci trasmette sensazioni piacevoli e rilassanti come in questo caso.
E come diceva Shakespeare: «Questa nostra vita, via dalla folla, trova lingue negli alberi, libri nei ruscelli, prediche nelle pietre, e ovunque il bene», perché magari, alla fine, pur nella tragedia, la giustizia (che è il bene) avrà la meglio.
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