Dall’orfanotrofio all’età adulta. “La casa dei bambini” di Michele Cocchi
La casa dei bambini è il nuovo romanzo di Michele Cocchi e il centro della narrazione è un orfanotrofio nel quale prendono forma le vite e i destini di alcuni bambini. Sandro, Nuto, Dino, Giuliano e Viola sono alcuni dei ragazzini presenti in istituto e sono stati abbandonati. In realtà, il romanzo è caratterizzato da un senso di indeterminazione che non ci permette di comprendere in modo completo il passato di questi ospiti di diverse età. Non abbiamo certezze ma, leggendo le storie della comitiva di amici e ascoltando i loro discorsi, è possibile dedurre che qualcuno di loro non ha i genitori, mentre altri sono stati abbandonati dalle proprie famiglie che non avevano lo stretto necessario per crescerli e sostenerli.
Il libro del pistoiese Cocchi, edito da Fandango, racconta la crescita, la disillusione e la perdita di innocenza dei protagonisti in un pellegrinaggio in tre parti e ognuna di esse corrisponde a un periodo della vita. Abbiamo l’infanzia (parte prima), l’adolescenza (seconda) e l’età adulta (ultima parte). In queste tre sezioni il lettore cammina a fianco di Sandro, Nuto, Dino, Giuliano e Viola, affrontando quelli che sono i rischie le piccole gioie del quotidiano di questi orfani.
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Addentrandoci nelle tre età dei protagonisti nel primo frammento narrativo troviamo scene di vita quotidiana di bambini alla prese con tentativi di fuga dall’istituto, per vedere cosa c’è oltre quelle invalicabili mura. Ci sono zuffe, litigi e vendette architettate dai diversi protagonisti per punire i compagni più cattivi e quelli sempre pronti a mettere i bastoni tra le ruote. Accanto ai piccoletti ci sono anche delle figure adulte che li sorvegliano e cercano di tenerli sulla retta via. Tra di loro il direttore dell’istituto, il custode Pasquale e le tante “mamme” (donne che lavorano in orfanotrofio) che accudiscono gli orfanelli, dando loro quell’ affetto che non hanno mai avuto.
Nella parte dedicata all’adolescenza, la Casa dei bambini non è più una presenza fisica, i set di ambientazione narrativa cambiano. Ci si addentra, da un lato, in una città cupa, minata dalla distruzione e, dall’altro, nella natura selvaggia dei boschi. In questi luoghi troviamo alcuni dei bambini della prima parte diventati più adulti e maturi. Tutti (qualcuno sarà soldato, qualcuno diventerà partigiano, qualcuno lascerà gli amici di sempre per iniziare una nuova vita) sono travolti dalla necessità di combattere per sopravvivere in un mondo dove l’esistenza è costantemente messa alla prova. I protagonisti vivono in condizioni precarie e questo permetterà loro di ricordare e di riflettere sul periodo passato nella Casa dei bambini e sulle persone che la animavano e che non ci sono più.
L’ultima parte è dedicata alla vita adulta della comitiva di amici. Ognuno di loro cerca di dare un senso al proprio vissuto, magari donando un pizzico di felicità e amore (quello che loro non hanno avuto da piccoli) alle persone – bambini compresi – che incontrano sul loro cammino. Due dei protagonisti, diventati grandi, torneranno nei luoghi di un tempo, proprio nell’orfanotrofio che era la loro casa, trasformatasi nel periodo post bellico in un cumulo di ricordi di un’epoca esistenziale che ormai non tornerà più.
La casa dei bambini di Cocchi è un romanzo storico, dalla trama ben costruita, capace di trattenere il lettore incollato alla pagina per scoprire cosa accadrà a Sandro, Nuto, Dino, Giuliano e Viola. L’atmosfera narrativa, anche se è caratterizzata da una sensazione di indefinito che investe il tempo e il luogo, non impedisce a chi legge di intuire come le avventure vissute dai personaggi si sviluppino durante il periodo della Resistenza e nell’immediato dopoguerra.
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Michele Cocchi costruisce un intreccio narrativo ben compatto, nel quale le azioni e le parole dei personaggi coinvolgono il lettore, il quale diventa testimone del vissuto dei cinque protagonisti. Le creature del romanzo di Cocchi sono personaggi letterari, caratterizzati da emozioni, timori, dubbi, gioie e fragilità che li rendono profondamente umani e che faranno perdere loro la spontaneità e l’ingenuità tipica dei bambini.
Dall’infanzia all’età adulta, i protagonisti di questa storia compiono un viaggio esperienziale nel quale sperimentano azioni, anche brutali e crudeli, che li segneranno per sempre nell’animo più che nel corpo. Eventi che faranno comprendere a noi lettori e in primis ai protagonisti di La casa dei bambini di Michele Cocchi – psicoterapeuta dell’infanzia e dell’adolescenza – come l’unica vera famiglia che loro hanno avuto è quella fatta da loro stessi.
Per la prima foto, copyright: Helena Lopes.
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