Dal romanzo alla sceneggiatura: lezioni di Céline H.
Come abbiamo stabilito telefonicamente entro nel museo d'Orsay a Parigi, raggiungo la volta luminosa e mi fermo sulla scalinata principale. Dopo un poco vengo raggiunta dalla sceneggiatrice Céline H. e da un gruppetto di suoi allievi. Ci salutiamo e Céline dà inizio alla sua originale lezione di sceneggiatura.
Ci soffermiamo davanti ad alcune pitture: una natura morta di Paul Cézanne, “La regate à Argenteuil” di Claude Monet, il ritratto di Émile Zola di Edouard Manet e un altro Cézanne “La maison du pendu”.
Céline H. insiste sul metodo di composizione, specialmente dell'ultima, di cui sottolinea lo studio delle linee, i colori freddi, la natura immobile, priva di persone, il forte sentimento di solitudine che ne nasce. Fa notare quanto quest'opera sia vicina ad “Angeline ou la Maison Hantée” di Émile Zola, il racconto che i suoi allievi dovranno sceneggiare.
Continua spiegando che per Cézanne la pittura era il luogo in cui sperimentare i metodi della conoscenza, come per Émile Zola la scrittura era il laboratorio in cui sviluppare un personaggio, un temperamento, in un determinato ambiente.
A questo punto un allievo commenta: “È difficile trasformare il racconto di Zola in una sceneggiatura: non c'è azione, la storia è portata avanti dalla vita interiore del protagonista e dai suoi pensieri. Le uniche azioni si trovano nei racconti della barista, ma in questo caso il film sarebbe un continuo flashback.”
Céline H. replica: “Affidare tutta l'azione ai flashback sarebbe un grave difetto. Nella sceneggiatura bisogna trasformare i sentimenti o le emozioni sempre in immagini e talvolta in dialoghi. Il racconto di Zola ha un approccio psicologico legato alla condizione del luogo: la desolazione di una vecchia casa solitaria. 'Angeline o la casa infestata' è la storia di un uomo che facendo un giro in bicicletta su una strada deserta, si imbatte in una casa abbandonata che ispira tristezza e angoscia. Nell'uomo nasce il desiderio di comprendere il motivo di quei sentimenti. E il semplice desiderio di sapere diviene ossessione di conoscenza, quando gli viene raccontata la tragica morte di Angeline e la leggenda del suo fantasma, che ogni notte appare richiamato da una voce.”
Dopo una piccola pausa Céline illustra il primo esercizio per sceneggiare il racconto di Zola. Mantenendo l'ambiente originale, la vecchia casa solitaria appesantita dal suo vissuto, cambiamo protagonista. Creiamo un personaggio, una donna in carriera, un bambino che esce da scuola oppure un muratore e facciamolo interagire con quell'ambiente e le sue leggende.
Poi Céline spiega che una sceneggiatura non ha gli stessi ritmi di un romanzo. E per essere più chiara espone le tappe dell'eroe secondo Cristopher Vogler:
[1]il mondo ordinario;
[2] il richiamo verso l'avventura;
[3] il rifiuto dell'avventura;
[4] l'incontro con il mentore;
[5] l'attraversamento della prima soglia;
[6] le prove, gli alleati e i nemici;
[7] l'avvicinamento alla grotta più recondita;
[8] la prova suprema;
[9] la ricompensa o l'impadronirsi della spada;
[10] la strada del ritorno;
[11] la rinascita;
[12] il ritorno con l'elisir.
Céline dice di cercare e sottolineare nel racconto di Zola queste 12 tappe. Riportandole poi su un grafico come questo:
Equilibrio apparente Complicazione Climax
[1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] [8] [9] [10] [11] [12]
Asse del tempo
Annotiamo con cura le reazioni del protagonista, quello che è stato scelto da Zola, senza badare se si tratta di cambiamenti di carattere emotivo, di pensiero o d'azione.
Diversamente da un racconto letterario, in una sceneggiatura i punti 5, 7, 10 e 11 hanno una posizione fissa e sono distanti l'uno dall'altro di un arco di tempo pressappoco costante.
Quindi tenendo presente il grafico appena compilato, sostituiamo il protagonista di Zola con il nostro e facciamolo entrare nella storia.
Si addentrerà nella casa infestata; fuori incontrerà la barista e gli altri personaggi.
Riportiamo tutto su un nuovo grafico. Annotiamo le sue reazioni in base al suo temperamento e alle sue conoscenze e credenze.
Che cosa accadrà nei punti nevralgici della nostra sceneggiatura?
Céline H. ci invita a eseguire questi esercizi con cura e di rincontrarci nella piazza davanti al museo d'Orsay tra due settimane per rileggerli insieme.
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