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Dal chick-lit al thriller, la dissacrante ironia di Chiara Moscardelli

Dal chick-lit al thriller, la dissacrante ironia di Chiara MoscardelliÈ uscito il 16 maggio il nuovo romanzo di Chiara Moscardelli Teresa Papavero e la maledizione di Strangolagalli (Giunti, 2018), un thriller intriso di comicità, come è nello stile dell'autrice romana, destinato a essere il primo volume di una trilogia dedicata a un nuovo personaggio femminile.

Chi è dunque Teresa Papavero? Quarantenne irrisolta, schiacciata da un padre famoso psicanalista e decisamente troppo ingombrante, oltre che da un passato familiare tutt'altro che sereno, incapace di mantenere a lungo un lavoro e con una vita sentimentale piuttosto scarsa, Teresa decide di rifugiarsi nel suo paese natale, un borgo laziale chiamato appunto Strangolagalli (e il nome non è di fantasia!), dove trasforma la vecchia casa di famiglia in un bed&breakfast da gestire in società con un'amica.

Scarseggiando le opportunità di fare incontri maschili interessanti, Teresa si iscrive a Tinder, dove incontra un certo Paolo, con cui combina di incontrarsi quando scopre che  abita a poca distanza da lei. Peccato, però, che nel corso della serata, approfittando del momento in cui Teresa, in preda a dei disturbi sgradevoli, si è rifugiata nel bagno, Paolo si butti giù dal balcone. Per tutti il gesto viene considerato un suicidio, ma per Teresa, grande osservatrice, ci sono troppe cose strane nella vicenda: il problema sarà però convincere di questo il maresciallo Lamonica, capo della locale stazione dei carabinieri, che sarebbe propenso ad archiviare il tutto il più presto possibile, anche se in paese arriva un poliziotto privato per indagare sulla morte di Paolo.

 

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Come se non bastasse, una delle ospiti del bed & breakfast sparisce senza lasciare tracce, attirando a Strangolagalli addirittura l'affascinante conduttore di una nota trasmissione televisiva che si occupa di persone scomparse. Da tranquillo paesino in cui non succede mai nulla, Strangolagalli si ritrova all'improvviso al centro di una girandola di avvenimenti, che impegneranno Teresa molto più del previsto.

Dal chick-lit al thriller, la dissacrante ironia di Chiara Moscardelli

Tutta la vicenda è raccontata nello stile scoppiettante che Chiara Moscardelli ci ha fatto conoscere nei suoi libri precedenti, con cui ha conquistato un folto pubblico di affezionati lettori. Ne abbiamo parlato con l'autrice dopo aver letto il romanzo in anteprima.

 

Come mai una scrittrice cittadina, che ha sempre vissuto tra Roma e Milano, ha deciso di ambientare un romanzo in un piccolo paese?

La mia grande ossessione, chi mi conosce lo sa, è Jessica Fletcher, "la signora in giallo", di cui ho visto e rivisto tutti gli episodi, sono anche andata nel Maine, in occasione di un viaggio in America, per vedere i luoghi dove sono ambientate le storie.

In tutti questi anni, mentre scrivevo i miei romanzi, ho sempre girato un po' in tondo attorno al mondo di Jessica Fletcher, ma stavolta ho deciso che volevo provare a ricreare una mia Cabot Cove personale. Per prima cosa dovevo trovare un luogo, che ovviamente non poteva essere una grande città: volevo una piccola comunità, una di quelle in cui tutti si conoscono, e che avesse anche un nome un po' assurdo. Ho fatto lunghe ricerche in rete, ho scartato tutte quelle che avrebbero potuto darmi problemi col linguaggio, per i dialetti parlati in quelle zone. Strangolagalli si è rivelato perfetto perchè sta in provincia di Frosinone e sono andato a visitarlo in occasione di uno dei miei ritorni a Roma: ha la giusta collocazione e le dimensioni che cercavo. Trovato il luogo, ho creato il personaggio.

Quando scrivo, devo essere sicura dell'ambiente in cui mi muovo, dal dialetto alle tradizioni, anche se poi magari quello che so del luogo non finisce nemmeno nella storia, ma per me è importante saperlo.

 

Ma gli abitanti di Strangolagalli sanno di essere diventati protagonisti di un romanzo? Andrà a presentarlo lì?

No, per ora non sanno niente. Comunque ho tenuto a sottolineare che i personaggi sono di fantasia, per evitare problemi con chi pensasse di riconoscersi. Del resto, quando sono andata a Strangolagalli non ho avuto modo di conoscere nessuno, ho solo dato un'occhiata al paese: era il 27 dicembre e non c'era in giro proprio nessuno.

La cosa curiosa però è che poco tempo fa, una sera in cui ero a cena con delle amiche alla caffetteria della Feltrinelli Red di viale Sabotino, qui a Milano, ho scoperto che uno dei camerieri, dall'accento laziale, è proprio di Strangolagalli, e da lui ho avuto un po' di notizie sul paese, che utilizzerò sicuramente nei romanzi successivi. Mi è sembrato un segno del destino e per questo ho deciso di fare in quella libreria la prima presentazione ufficiale del romanzo.

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Nel romanzo, Teresa e Paolo entrano in contatto su Tinder. Ha sperimentato quel sito?

Sì, sono stata iscritta a Tinder per circa un anno. Per me che sono romana non è tanto facile vivere a Milano, per quanto abiti qui da dieci anni non ho fatto grandi amicizie. Con voi milanesi è molto più complicato organizzare incontri, a Roma ci si invita a casa senza problemi, anche senza troppo preavviso, qui sembra che tutti abbiano bisogno di qualche settimana di preavviso per decidere di andare al cinema o a bere qualcosa insieme...

Così mi ero lanciata nell'esperienza di Tinder, che si è però rilevata del tutto deludente: ho incontrato tipi veramente bizzarri, al novanta per cento sposati, oppure mitomani ed egocentrici, almeno per quanto riguarda i miei coetanei. Mi sono trovata meglio con i trentenni, che però possono essere solo amici, visto che sono troppo giovani rispetto a me.

 

Quanto della sua esperienza di donna single ha messo nei suoi personaggi?

Le protagoniste dei libri precedenti erano proprio me, con la mia difficoltà nelle relazioni affettive e la paura di mettermi in gioco che mi viene dall'aver avuto una famiglia disastrosa. Sono la prima a pensare che diventando adulti ci si dovrebbe affrancare dalle brutte esperienze avute con i genitori, ma non è così semplice. Certe paure te le porterai dietro per tutta la vita. Ho visto mia madre soffrire per decenni per colpa di un uomo, che era mio padre, e questo ha inevitabilmente condizionato i miei rapporti con gli uomini.

Teresa Papavero, a differenza delle mie eroine precedenti, ha fatto un passo in più e non ha paura a buttarsi nelle avventure amorose. Nemmeno lei si fida troppo degli altri, perchè ha un padre ingombrante e una madre assente, che sono problemi opposti ai miei, perché se hai una figura paterna di riferimento, per quanto ingombrante, avrai di sicuro meno problemi con gli uomini. Teresa rappresenta l'esito di un percorso personale che ho seguito in questi anni: io non mi sento ancora del tutto sicura come lei, ma in lei vedo le mie possibilità.

 

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Perché gli uomini tra i quarantacinque e i cinquant'anni sono considerati "interessanti" mentre una donna quarantenne sola la definisce lei stessa "una zitella"?

Perché è il mondo che ci giudica così. Perché noi donne dobbiamo tingerci i capelli e tenerci sempre in forma mentre gli uomini si lasciano ingrigire e appesantire senza problemi? Tra l'altro, loro trovano sempre nuove compagne, spesso anche molto più giovani, se decidono di lasciare le mogli che giudicano invecchiate.

La colpa è però anche di noi donne, ovviamente, che ci facciamo condizionare dagli uomini e più in generale dalla società.

Dal chick-lit al thriller, la dissacrante ironia di Chiara Moscardelli

Questo libro mi è sembrato molto cinematografico, o addirittura adatto a diventare una serie televisiva, se effettivamente è solo il primo volume di una trilogia. Scrive pensando a possibili trasposizioni cinematografiche?

Sì, mi piacerebbe moltissimo, anche perché i miei libri hanno spesso risvegliato un certo interesse nell'ambiente, però i produttori sono persone un po' particolari. Sembrano cercare sempre storie molto scontate, oppure chiedono modifiche sostanziali rispetto all'originale, che finirebbero per snaturare la storia. Io scrivo fondamentalmente per divertirmi, e non mi va di dover inseguire i capricci dei produttori. Tra l'altro, ho seguito un corso di sceneggiatura, che mi ha aiutato a dare un taglio più "cinematografico" alla mia scrittura.

Però considerate anche il fatto che per i produttori io sono una scrittrice chick-lit, e che i thriller sono scritti più che altro dagli uomini: Alessia Gazzola è una felice eccezione.

 

Che attrice vedrebbe come Teresa Papavero?

Ho scritto la storia di questo personaggio pensando ad Anna Foglietta, mentre per le protagoniste dei miei libri precedenti avevo in mente Paola Cortellesi.


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