Da Giotto a Gentile da Fabriano: fino al 18 gennaio 2015 la mostra curata da Vittorio Sgarbi
Prosegue fino al 18 gennaio 2015 la mostra Da Giotto a Gentile da Fabriano, curata dal critico d’arte Vittorio Sgarbi, che sta riscuotendo un enorme successo di pubblico. Qualche giorno fa è stata raggiunta quota 60mila visitatori a conferma del gradimento di questo progetto culturale che rilancia l’arte pittorica italiana fra il Duecento e il Trecento e insieme ad essa un intero territorio, quello di Fabriano, comune marchigiano in provincia di Ancona, famoso per la storica produzione di carta.
Che piaccia o no la verve dialettica del critico Vittorio Sgarbi, l’operazione culturale a lui affidata è andata in porto, al di là delle più rosee aspettative. Promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, con il sostegno della Fondazione Veneto Banca e del Comune di Fabriano, in collaborazione con la Regione Marche, la Soprintendenza Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche di Urbino, la Soprintendenza Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell’Umbriae la Diocesi di Fabriano-Matelica, con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, del Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Da Giotto a Gentile da Fabriano è riuscita innanzitutto ad accendere un focus su un territorio ai margini dei percorsi turistici tradizionali e, in secondo luogo, a provare a rivitalizzare un’economia in sofferenza.
Un’operazione culturalmente articolatache testimonia come, attraverso la cultura, si possa promuovere un’azione di marketing territoriale in maniera molto semplice: partendo dall’esistente e valorizzando quello che c’è. «L’obiettivo è quello di ritessere la trama di questo complesso periodo – spiegano gli organizzatori – ricco di testimonianze affascinanti, ma note solo o soprattutto agli studiosi e agli appassionati d’arte, al fine di permettere pur con un approccio di approfondimento un’ampia divulgazione rivolta ad un “pubblico” più vasto ed eterogeneo».
Divulgazione culturale e marketing territoriale in un colpo solo: in Italia si può, in Italia si deve per il futuro del nostro Paese.
La mostra, ospitata presso la Pinacoteca Civica Bruno Molajoli e in tre chiese del circuito urbano, espone oltre 100 opere tra cui dipinti, pale d’altare, tavole, affreschi staccati, anche sculture, oreficerie rarissime, miniature, manoscritti, codici, e dimostra, infatti, la scoperta della scuola fabrianese cresciuta nel Medioevo grazie anche alla posizione strategica del comune marchigiano rispetto alle rotte verso Assisi, fulcro della cristianità italiana da San Francesco in poi, e Rimini dove nel Trecento fiorì un’importantissima scuola ispirata a Giotto.
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Che cosa accadrebbe se in ogni angolo d’Italia si riuscisse a ripetere il positivo esperimento di Fabriano?La città tutta invita il visitatore a recarsi alla mostra che espone opere preziose, alcune delle quali anche particolarmente delicate, concesse in prestito da prestigiosi musei italiani e stranieri: cartelloni, manifesti, striscioni, volantini nelle chiese e nelle attività commerciali, persino frecce bianche dipinte sull’asfalto ad indicare la direzione da prendere per raggiungere le opere da ammirare, esemplari nella loro essenzialità e nella loro capacità espressiva, intatta e potente a distanza di secoli. Un battage pubblicitario perfettamente riuscito, se consideriamo che l’esposizione non ha avuto luogo in un centro culturale avvezzo ai grandi eventi, come Roma, Milano, Firenze, Napoli, e che, pur se decentrato, è riuscito ad attirare migliaia di visitatori che, poi, in qualche misura, contribuiscono a sostenere l’indotto economico della comunità.
Perché Fabriano? La cittadina, tra il Duecento e il Trecento, era dominata dai Longobardi, e all’epoca subiva l’inevitabile influenza umbra: la vivacità spirituale che si respirava all’epoca contribuisce ad alimentare la vena creativa dei maestri fabrianesi, rimasti purtroppo anonimi – come il Maestro di Campodonico, autore dell’opera prescelta per rappresentare la mostra – esperti nell’arte dell’affresco.
Oltre all’irraggiungibile maestro Giotto e al caposcuola del gotico Gentile da Fabriano, di cui sono esposti la Crocefissione del polittico proveniente da Valleromita di Fabriano, ora nella Pinacoteca di Brera, la raffinata Madonna dell'umiltà del Museo nazionale di San Matteo di Pisa, trovano spazio anche Lorenzetti e Allegretto Nuzi, cui è stata dedicata un’ampia sezione della mostra. C’è tempo fino al 18 gennaio 2015 per ammirare i capolavori medievali Da Giotto a Gentile da Fabriano in un allestimento curato nei minimi dettagli che offre un’esperienza straordinaria.
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