Da Anobii a @TwoReaders: la lettura diventa social
Con Anobii, Bookliners, @TwoReaders la lettura si fa ancora più social. In termini pratici si tratta di una evoluzione di altre forme di condivisione delle quali abbiamo già parlato in più occasioni (dalla crisi del bookcrossing al riscatto del libro) e, in sostanza, di quello che abbiamo sempre fatto, discutere di libri e letture tra amici, parenti e colleghi, ma trasportato sulla rete, con tutte le potenzialità che i nuovi strumenti offrono. E sono queste potenzialità, appunto, a costituire la parte più interessante del fenomeno, che facendo leva sul lato emotivo trasforma un’attività solitaria, intima, come la lettura, in un qualcosa di più.
Ora però, grazie alla rete, del libro è molto più facile condividere le parti emotivamente più coinvolgenti. Basta twittare, postare qualcosa su Facebook, Google+ o Instagram, replicando la convivialità di esperienze come il gruppo di lettura, ma con la possibilità di recensire, valutare, consigliare o sconsigliare e annotare commenti e opinioni con chiunque. Le potenzialità di community come Anobii o Goodreads, Bookliners sono incredibili, primo su tutti il fatto che un gruppo online non ha limiti e confini. Altre potenzialità hanno dimostrato esperimenti come quello della Twitteratura, la rilettura di classici attraverso Twitter (che ha avuto grande seguito anche dal mondo scolastico), o esperienza come quella di @TwoReaders, che partendo da un tweet dà vita a una piattaforma di incontro tra lettori.
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Ma in rete esistono addirittura dei gruppi esclusivi per gli amanti degli ebook. Come Socialbook, ad esempio, che consente di condividere e promuovere il proprio ebook(caricandolo sulla piattaforma) proponendone la lettura agli altri iscritti. Così la rete amplifica la realtà del bookcrossing, con un libro che “abbandonato” su una piattaforma, può essere potenzialmente “raccolto” da innumerevoli lettori. Sempre che si riesca a incuriosirli con un commento o una nota accattivante, perché gli esperti ne sono convinti da tempo: le esperienze in rete hanno come collante l’emozione. È solo toccando i giusti tasti emotivi che anche un’esperienza “singolare” come la lettura può diventare social.
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