Cosa significa swag e perché è diventata una parola di moda?
Cosa significa swag è una questione attualissima perché Swag sembra essere un termine alla moda di questi tempi. Ma sapete cosa significa, nonostante la grande diffusione nei media, soprattutto sul web? Swag, tradotto letteralmente dall’inglese significa “bottino” o “refurtiva”. Nello slang giovanilistico ha sostituito la parola cool, identificando una persona, un capo d’abbigliamento o in generale un oggetto che ha stile. Un tempo (nel giurassico?) si diceva: «It’s cool!». È figo, è una cosa figa, una cosa che spacca! Ora si dice: «Hey you’ve got swag!». Hai stile.
Quando ero adolescente (sempre nel giurassico?) frequentavo un caro amico che aveva un modo piuttosto particolare di atteggiarsi e parlare. Durante un alterco con un tizio, una discussione di cui non ricordo l’oggetto, il mio amico venne etichettato come “stiloso” e dovetti ricorrere al vocabolario per venire a capo di quello che, sulle prime, per com’era stato pronunciato e nel contesto del confronto verbale, mi parve un epiteto poco lusinghiero.
Invece stiloso, scoprii, si dice di uno che ha stile, che ha classe, in particolare nella scelta dell’abbigliamento e degli accessori; di uno che segue la moda. Esattamente come per swag. La questione, per lo swag, si complica se lo poniamo in prospettiva rispetto al contesto nel quale il termine origina, e cioè nella cultura propriamente anglosassone. Potremmo rilevare, come scrisse James Joyce, che le donne sono un po’ come la moda: quando i maschi pensano di averle in parte comprese, è già cambiata. Così il termine swag diviene proteiforme, significa aspetti diversi a livello locale e internazionale, con definizioni classiche e contemporanee e diversi utilizzi nel Regno Unito piuttosto che nel nord America o in Australia.
Come sostantivo swag è una ghirlanda, o una tenda sospesa tra due punti, di solito con un drappeggio nel mezzo. Negli Stati Uniti swag si riferisce a cose gratis, negli omaggi promozionali o, per estensione, a oggetti ottenuti illegalmente, rubati. In Australia è chiamato swag il sacchetto pieno di cose dei vagabondi o dei barboni, che vengono chiamati, per l’appunto, swagmen. Nel Regno Unito, e particolarmente in Scozia, significa “camminare con passo incerto o ondeggiante”. Il che ci riporta al tipico atteggiamento dello “stiloso”, al suo modo di muoversi e atteggiarsi.
E in effetti swag diviene un termine mainstream soprattutto grazie a Justin Bieber e alla sua canzone Swag’s Mean. Swag è un idioma che viene ripreso, spesso a sproposito secondo il rapper italiano Emis Killa, dalle fan di Bieber, le bielibers. Al riguardo è sorta pure una celebre diatriba su Twitter. Non ci si limita al modo di vestirsi o agli accessori scelti, ma sottolinea anche l’attitudine, l’ostentare il proprio stile, osare di esser fuori del comune. Swagga è lo stile e la personalità di un certo individuo: si percepisce da quel che dice, da come si muove o veste. Perciò l’alveo più corrente nel quale possiamo ricondurre lo swag è il mondo hip hop in generale.
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Il must per essere swag, nella cultura hip hop, sono i cappellini da baseball, gli snapback, che non mancano mai. Poi collane, anelli e braccialetti, considerati da molti “troppo vistosi” o “pacchiani”. Indispensabili le canotte, i bralet: un armadio di chi si professa swag e di tendenza non può esserne privo. Vanno di moda pure gli short lunghi a fiorami vari, ma siate creativi: forgiate da voi stessi il vostro stile, non lasciatevi imbrigliare dalla moda del momento!
Non sembra altrettanto facile, leggendo i forum di appassionati di hip hop, descrivere e circoscrivere una certa ineffabilità del termine. Alcuni opinionisti non identificano lo swag solo come una dimensione di apparenza che si rifà al vestiario; sembra che swag sia comprensivo, nelle personalità hip hop del momento, di una dimensione musicale come il far pesare il proprio talento, le proprie attitudini e idee, talvolta anche le posizioni politiche e, ultimo ma non meno importante, il proprio carisma nelle canzoni, con un certo tipo di autocelebrazione. Sarà per questo motivo che i rapper si nominano con una certa insistenza cantando i loro pezzi (un’affermazione di identità e appartenenza nel paesaggio mutevole e indistinto dello swag?).
Chi può dirlo? Il confronto è serrato, e le definizioni pure. Si coniano ogni giorno nuove terminologie, tipo “rapper medio italiano” o “swag rappers con diverse attitudini”, o “swag basato esclusivamente sulla materialità” eccetera. Può essere un acronimo e sfrangiarsi in mille rivoli diversi, con significati meno diffusi. “Scientific Wild-Ass Guess”, per esempio, che nello slang scientifico sta per “ipotesi” o “approssimazione”. E cosa ne dite di “Secretly We Are Gay” e “She Wants A Gentleman”? Per non dire di “Something We All Get tired of hearing”. Ne avete abbastanza? Vi è chiaro perché swag è diventata una parola di moda e cosa significa?
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