Cosa rende una donna veramente intelligente? “Le cure della casa” di Stefania Bertola
Le cure della casa è il nuovo libro di Stefania Bertola pubblicato dalla casa editrice Einaudi il 19 ottobre 2021. In copertina vi è un magnifico acquerello tratto dal libro La nostra casa di Carl Larsson del 1894, esposto nel Nationalmuseum di Stoccolma. Raffigura, infatti, l’angolo ordinato di un salotto, che già ci trasporta nell’atmosfera apparentemente tranquilla del romanzo. La sua particolarità risiede nell’abilità della scrittrice di farci riflettere sulla nostra quotidianità, soprattutto sottolineando quanto sia difficile equilibrare vita lavorativa e vita familiare. Le varie scelte, che ognuno di noi compie ogni giorno, hanno ripercussioni anche sul futuro delle persone che sono al nostro fianco, o forse no?!
Il lettore si immerge nella storia attraverso lo sguardo, sempre ironico e severo, della protagonista, Lilli, che dopo essere diventata disoccupata all’età di quasi cinquant’anni, decide di non voler più lavorare e che è arrivato per lei il momento di dedicarsi al suo sogno segreto: fare la casalinga. Siccome è stata cresciuta da una madre estremamente femminista, Lilli ha difficoltà a far accettare questa scelta sia alla madre sia al marito.
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La penna della scrittrice su questo argomento si fa sempre più provocatoria e sottolinea come le donne siano in bilico, come le loro scelte debbano sempre essere accettate dagli altri, perché queste persone sanno veramente cosa sia giusto per loro.
«– Che vi prende? Te che vuoi fare la casalinga, quella con l’uncinetto … siete impazzite? Eravate donne intelligenti.
– E saremo diventate stupide. Succede. Sai che palle, essere intelligenti tutta la vita!»
Pungente e ironica, si vede Lilli intenta a difendere le sue scelte, a causa di insulti che non hanno alcun fondamento. Cosa rende una donna veramente intelligente? Il lavoro che fa? La posizione lavorativa che occupa?
Nonostante le difficoltà nell’imporre questa decisione, la protagonista mette da parte tutte le opinioni altrui e si dedica a ciò che la rende felice. La sua dedizione è così forte che decide di scrivere anche un diario in cui spiegherà e darà consigli a sua figlia Iris, studentessa fuorisede, su come prendersi cura di una casa.
Sempre con sarcasmo e divertimento, la scrittrice fa sì che le faccende domestiche e la casa in cui viviamo diventino metafore della quotidianità.
«È la mia cucina, ed è bella. Lo so, è una bellezza effimera come quella di una rosa o di un fiocco di neve.»
La cucina infatti è da sempre il luogo in cui le persone trascorrono la maggior parte del loro tempo, non la si può mai tenere realmente pulita perché è fatta per essere vissuta, per stare in movimento e accogliere tutto l’amore e l’astio familiare che vagano per la casa.
«Le paste stanno tutte insieme, tutte vicine, le paste sono facili da organizzare, soprattutto finché il pacco è chiuso. Quando il pacco è aperto, di solito la pasta sfugge. [..] Nella nostra dispensa, lo avrai notato in questi anni, ci sono spaghetti infilati dappertutto.»
La vita è un po’ come sistemare la pasta, ci sono dei momenti in cui tutti sembra andare per il verso giusto, tutto è ordinato e in armonia, finché non si apre un pacco di pasta, finché un evento non la stravolge ed è lì che bisogna combattere contro lo sconforto e il disordine.
«Il cassetto della cucina è così. È un complesso organismo vivente. Abbine cura, ma non pretendere di addomesticarlo.»
Per non parlare di come sia difficile disfarsi delle cose vecchie, non funzionanti, che restano lì, chiuse nei cassetti come ricordo di un tempo passato: troppo importanti per buttarle via, troppo dolorose da tenere sempre in vista.
Tutta questa atmosfera casalinga fa da cornice a un mistero irrisolto:
«Ma Clelia e Noemi Pontini mi capirebbero. E da questo pensiero germoglia velocissima l’idea che subito diventa un proposito e in un attimo un progetto: ritrovare Noemi.»
Noemi è l’amica delle elementari di Lilli, lei e la mamma, Clelia, avevano la casa sempre in ordine, da grande sarebbe diventata un’ottima casalinga, le diceva sempre la mamma.
Per Lilli, quindi, la sua vecchia migliore amica era un punto di riferimento, un modello da seguire, e correva a casa sua tutte le volte che voleva scappare dalla madre troppo emancipata per capire i suoi desideri.
Come molte amicizie segnate dal tempo, anche la loro si era persa con gli anni, ma adesso la protagonista sente il bisogno di rivederla, di parlarle, di chiedere consigli su come migliorare nelle faccende domestiche.
Al lettore non resta altro che accompagnare Lilli nella sua strampalata ricerca, insieme ad amiche altrettanto bizzarre che la faranno riflettere su un punto importante: non c’è un modo di vivere la vita giusto o sbagliato, ognuno fa le sue scelte e vive la vita che ha deciso per se stesso.
«I suoi gusti sono eterni. E non capisce noi esseri ondivaghi che un giorno ci piace una cosa, un altro giorno non ci piace più …»
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A volte può capitare di non saper scegliere, si può sbagliare e si può correggere il futuro, anche se non è sempre facile accettare se stessi, accettare il fatto che non si può essere la stessa persona per sempre, la vita è un continuo cambiamento e bisogna rendersi conto che in fondo anche la nostra personalità e le nostre scelte possono cambiare e prendere una strada che non ci si saremmo mai immaginati.
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