“Contrabbandieri” (Star Wars Legends) di Timothy Zahn
Quando ho visto comparire Contrabbandieri di Timothy Zahn in libreria pochi mesi fa, nell'edizione di Multiplayer.it con la traduzione di C. La Villa Colli, eravamo nel pieno del bombardamento pubblicitario in occasione del nuovo film di Guerre Stellari. Mi lanciava occhiate dallo scaffale e io, che con questa saga sono cresciuto fin da piccolo, non mi sono fatto pregare per prenderlo.
Per il panorama del fantastico in Italia, che interesse potrà mai rappresentare un romanzo commerciale, ispirato a un brand cinematografico di successo?
Per prima cosa, è un gran bel romanzo che mischia crimine e space opera. Un professionista come Timothy Zahn ha dimostrato di saper riempire ogni suo libro di azione, tensione e colpi di scena, e lo trovo un ottimo esempio da seguire. Vediamo un attimo il soggetto.
Il mercante Eanjer è disperato: gli scagnozzi di Avrak Villachor, filantropo e boss della malavita del pianeta Wukkar, hanno sterminato la sua famiglia e rubato l'intero patrimonio. Per la resa dei conti Eanjer si rivolge al contrabbandiere Han Solo. Occorre sottrarre il patrimonio da un caveau inviolabile in una villa protetta da un esercito di guardie e droidi. Grazie alla promessa dell'ingente bottino, sarà possibile riunire una squadra di malviventi eccezionali per questo compito impossibile.
Timothy Zahn è lo stesso che è stato invitato per primo, alla fine degli anni Ottanta, a scrivere storie ispirate a Guerre Stellari, quando l'eco dei film si era spenta e non si sapeva ancora se ci fosse una vera base di fan. Oggi lo sappiamo, e la mole di romanzi scritti da molti autori è cresciuta fino a diventare una vera e propria saga parallela.
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Contrabbandieri è uscito in inglese nel 2013, dopo l'acquisizione di Lucasfilm da parte di Disney e prima dell'annuncio che tutta questa saga parallela di romanzi non avrebbe più fatto parte ufficialmente di Guerre Stellari. Anche con questo svantaggio, Zahn ci dimostra la sua ricetta per un romanzo che si incastra in una saga esistente. È una ricetta all'apparenza semplice: narrazione agile, con dettagli visivi e personaggi coerenti al proprio profilo, e poi una grande attenzione a mantenere la tensione, gettando continuamente ombre di conseguenze nefaste su qualsiasi cosa succeda nella storia.
Ma c'è dell'altro: si tratta di architettare e mettere in scena un piano rocambolesco, rapinare il boss mafioso più potente di tutto un pianeta. L'ambientazione ha a disposizione attrezzature e materiali che non ci sono nel nostro mondo odierno, altrimenti sarebbe difficilmente uno space opera fantastico; tuttavia, le tecniche dei personaggi per affrontare le varie parti del loro compito sono credibili e potrebbero benissimo funzionare. Sfruttare i riflessi dei vetri per spiare, effettuare un cambio rapido di vestiti di seta, costruire una copertura e seguire un percorso a zonzo nella città per non farla saltare: molte di queste trovate si possono imparare e mettere in pratica. Lo ammetto: un autore in grado di far funzionare questo piano mi fa un po' di paura! D'altronde, se così non fosse, il risultato non sarebbe stato un ottimo libro.
È inevitabile paragonare questa storia a quella di Danny Ocean, il ladro interpretato al cinema da Frank Sinatra nel 1960 e da George Clooney nel 2001. Danny mette a segno nientemeno che la rapina di tre casinò di Las Vegas. Il colpo è folle, il caveau impenetrabile: come si fa anche solo a concepirlo? Il patrimonio da sottrarre a Villachor ammonta a poco più di centosessanta milioni, come quelli che Terry Benedict custodisce a Las Vegas durante l'incontro di boxe. Perfino gli elementi della squadra di Han Solo sono undici, contando lui stesso e il mercante Eanjer che insiste per partecipare alle operazioni.
Se ho trovato queste coincidenze intenzionali o forzate? No, tanto Danny Ocean quanto Han Solo chiamano il numero di persone necessario per il colpo. A pensarci bene, entrambi i ladri si trovano a reclutare un membro in più, che gestisce gli immancabili imprevisti. Ma anche questo fa parte del gioco: che noia sarebbe, leggere la cronaca di una rapina senza imprevisti e colpi di scena.
Non mi resta che complimentarmi con Zahn e i suoi Contrabbandieri per la riuscita del colpo.
