Consigli per Editori
Se è vero che in Italia ci son più scrittori che lettori, e se è vero che uno dei primi impulsi alla lettura è l’autoidentificazione, consiglio agli editori una collana di libri con protagonisti scrittori: ecco, per iniziare, una serie di romanzi ancora inediti in Italia (se IBS e Feltrinelli non mentono), con uno scrittore come personaggio centrale.
Cominciamo da The Wednesday Sisters di Meg Waite Clayton (Ballantine Books, 2009): siamo negli anni Sessanta e cinque giovani donne s’incontrano in un parchetto di Paolo Alto, California, dove portano quotidianamente i figlioletti a giocare: questo è del resto ciò che la società impone loro, esser madri e spose, e non sognare oltre. Ma queste ragazze sognano, leggono e sognano, leggono e sognano di scrivere. Decidono di ritrovarsi ogni mercoledì a confrontare i propri scritti, trepidanti, condividendo l’emozione dei primi invii a un agente letterario, la mortificazione dei rifiuti, la gioia delle prime pubblicazioni – e sostenendosi l’un l’altra nella vita di tutti i giorni (i mariti, i figli, l’amore, le infedeltà, la malattia) e lungo 35 anni. Bello come le loro cinque storie s’intreccino con la Storia americana (s’impara un bel po’ in questo romanzo, specie sulla condizione e la psicologia delle donne americane nella seconda metà del secolo) e bella l’amicizia fra queste cinque donne (poi, chi l’avrebbe mai detto che cinque donne potessero amiche!), raccontata con onestà e limpidezza dall’autrice.
Altro libro che mi ha divertito assai è The Writing Class di Jincy Willett (St.Martin Press, 2009). Amy Gallup è una vecchia grassona che, da giovane e carina, ha pubblicato un best-seller; come accade, invece di aprirle una carriera, il successo troppo precoce gliel’ha chiusa, e la vita s’è rivelata amara, al punto da costringerla a insegnare corsi di scrittura creativa. La cosa le pesa: Amy è vagamente sprezzante dei suoi allievi (e molto sprezzante di se stessa), caustica, cinica, pur con sprazzi d’umanità. È un personaggio classico della letteratura (ma bisogna dire che anche certe sit-com americane ne hanno forniti di meravigliosi), e diverte sempre: solo che stavolta fra i suoi studenti si nasconde un pazzo che inizia a mandare anonime minacce ai propri compagni, i quali continuano a incontrarsi, malgrado le remore di Amy, finché ovviamente la minaccia ha il suo effetto e ci scappa il morto. Chi sarà lo scrittore omicida?
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Altra scuola di scrittura è quella per corrispondenza che fornisce il titolo a Famous Writers School (Counterpoint, 2006) di Steven Carter, tenuta dal sedicente Wendell Newton – che si dà arie di grande scrittore ed esibisce fumosissimi curriculum per adescare clienti. Qui la critica sotterranea al sistema d’insegnamento di Creative Writing è ancora più sottile e corrosiva che nel libro della Willett, e Carter è bravissimo: intreccia in modo originale una trama che prevede quattro storie che s’intarsiano (quella di Wendell Newton con quelle dei tre allievi per corrispondenza). Riesce a tener su un’architettura non facile, e non perde mai l’attenzione del lettore.
Concludiamo con una scrittrice che è un’insegnante di scrittura creativa (presso l’University of South Florida, a Tampa) nonché vincitrice del Flannery O’Connor Award (con la raccolta di short-stories Mother Rocket). I libri di Rita Ciresi sono stati pubblicati in Germania e in Olanda ma non ancora in Italia, piccola amarezza per lei, legatissima alle sue origini (qualche anno fa la signora Ciresi fu così gentile da darmi un suo racconto inedito per il cinquantesimo numero della rivista Nuova Prosa, dedicato alla letteratura e alla saggistica italoamericana, da me curato). Il suo Remind Me Why I Married You (Random House, 2006) è divertente sin dal titolo (“Ricordami perché ti ho sposato”) e narra le vicende di una donna, Lisa Strauss, nata Diodetto: anche lei non vuole essere solo madre e sposa, e riversa sogni e paure nella scrittura. Il romanzone a cui sta lavorando, come capita per il romanzo d’esordio, è imbevuto di autobiografismo, e la figura reale di suo marito si mescola nella sua immaginazione a quella del protagonista del suo libro: cosa pericolosa, specie quando un’agente fa pubblicare degli stralci su «Playboy»…
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