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Come si diventa book blogger di successo. Intervista a Giulia Ciarapica

Come si diventa book blogger di successo. Intervista a Giulia CiarapicaGiulia Ciarapica è una delle book blogger più influenti del momento. I suoi interessi, così come i suoi interventi, spaziano dal blog personale ai social network, dalle riviste online fino ai quotidiani nazionali. Insomma Giulia ha intuito le potenzialità del web e le ha sapute utilizzare al meglio per parlare di libri e promuovere la lettura.

Di recente è arrivata anche in libreria con Book blogger. Scrivere di libri in Rete: come, dove, perché (Franco Cesati Editore). E allora, unendo tutti questi aspetti di Giulia Ciarapica, le abbiamo posto qualche domanda.

 

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Il sottotitolo del libro pone tre interrogativi molto importanti. Mi soffermerei su uno in particolare: perché scrivere di libri in Rete?

Scrivere di libri in Rete credo significhi principalmente cercare un nuovo modo di dialogare con il lettore, tentando di accenderne l’entusiasmo, stimolando il confronto, provando a oltrepassare i confini di una distanza che, è tanto chiaro quanto inevitabile, l’articolo su carta stampata tende a creare. In Rete, oggi, parliamo di tutto, ci esponiamo, consigliamo qualsiasi cosa, e perché, mi chiedo di contro, non farlo con i libri? Perché non utilizzare, sfruttare al meglio i mezzi che abbiamo – blog, social, piattaforme interattive, forum – per promuovere la lettura? Che il blog letterario sia anche una sorta di diario, in cui il blogger/lettore/recensore dà sfogo a una passione, non c’è dubbio; ma qui parliamo di un’evoluzione della figura del book blogger, che parla di libri in modo competente e professionale, oltre che divertente e divertito; che azzerra la distanza fra lettore e critico, che dialoga con il proprio pubblico, ma che è sempre attento a mantenere alta la qualità del prodotto.

Come si diventa book blogger di successo. Intervista a Giulia Ciarapica

Credo che il suo libro vada nella direzione di una maggior professionalizzazione di chi scrive di libri online. E qui la domanda è quasi d’obbligo: perché l’esigenza di dare un tale contributo?

Perché credo sia giusto “fissare” nero su bianco quella che, a tutti gli effetti, sta diventando una nuova professione. Il mio intento – diciamo pure uno degli obiettivi principali – era quello di fornire un assist, un aiuto, più o meno concreto, a chi voglia approcciarsi per la prima volta a questo mondo; volevo che passasse l’idea che scrivere di libri, consigliarli, è una cosa seria. Le parole sono una cosa seria, i libri sono una cosa seria. Sono un meraviglioso gioco, e come tutti i giochi sono, appunto, una cosa seria. Di lit-blog ne sentiamo parlare tutti i giorni, i book blogger sono tantissimi e molti ragazzi mi scrivono chiedendomi: Come hai fatto? Cosa consiglieresti a chi vuole aprire un blog culturale? Non ho fatto altro, insomma, che tentare di rispondere alle domande più frequenti che mi venivano e mi vengono poste.

 

Se i blog letterari di gruppo sono andati consolidandosi, quelli singoli crescono sempre più numerosi. A cosa è dovuta questa proliferazione secondo lei?

Sinceramente non so darmi una risposta precisa, in fondo assistiamo a un fenomeno in attuale e costante crescita, ma che per l’appunto va monitorato e “studiato” sulla lunga frequenza. Credo però che, come per i libri, abbia aiutato una sorta di “passaparola”: tutti lo fanno, ci provo anche io. I social, in questo senso, sono stati di grande aiuto. Diciamolo: l’ambizione – e la possibilità, tra l’altro gratuita – di creare un proprio spazio, sfruttandolo e arricchendolo secondo il proprio gusto, è molto diffusa, soprattutto nella nostra epoca, narcisisticamente individualista. Benintenso, in questo modo stiamo scoprendo tanti giovani lettori, perché in fondo coloro che aprono un lit-blog sono prima di tutto lettori più o meno forti. Ma non basta, occorre leggere molto, studiare tanto, esercitarsi, provare, confrontarsi. Sperimentare e, non di meno, mettersi in gioco.

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Blogging, social network, videorecensioni sono i tre elementi che lei analizza anche in un’ottica di interdipendenza. Le chiedo di azzardare una previsione: quale dei tre elementi potrà diventare nel tempo più efficace nella promozione dei libri e della lettura?

Quasi senza ombra di dubbio direi i social network, che stanno diventando sempre più forti, oserei dire preponderanti, ma anche grazie alla potenza dei video. In realtà, credo che un social come Instagram prenderà presto il sopravvento su (quasi) tutto il resto, perché la sua forza non sta solo nelle foto, ma nelle stories, nelle dirette, insomma nei video. Quindi “social + video” direi che potrebbe essere la combo perfetta. Abbiamo bisogno di immagini, di persone che parlino, ci raccontino, si raccontino e ci intrattengano. Abbiamo bisogno di ascoltare storie.

 

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A proposito di promozione della lettura, l’impressione è che chi si occupa di libri oggi parli a chi è già un lettore forte. Come possiamo correggere il tiro iniziando a coinvolgere anche i non lettori?

Partiamo dalla base: mi rendo sempre più conto (grazie ai laboratori) che il ruolo principe per la formazione del futuro lettore ce l’ha la scuola. Su questo, non ci sono grandi dubbi. Dopodiché, credo anche che, in fondo, l’idea di fotografare libri, di parlarne attraverso i video, di presentare quella che per un non lettore è materia “ostile” utilizzando i social – e sfruttando la simpatia, l’ironia, i colori, rendendo insomma l’oggetto libro qualcosa di ancora più vivo – sia già un buon compromesso. Io, con la rubrica “Food&Book” su «Huffington Post» ci sto provando, scrivendo non solo di libri, ma proponendo anche delle ricette da abbinare. Potremmo cercare di ideare iniziative divertenti e coinvolgenti, rendendo l’utente – e potenziale lettore – ancora più protagonista grazie ai social. Insomma, dovremmo provare a essere convincenti sfruttando tutte le opzioni (legali, eh!) a nostra disposizione.

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Proviamo a fare un identikit del blogger professionale in ambito letterario?

Un book blogger professionale, a mio avviso, dovrebbe essere un grande lettore, appassionato, un bravo comunicatore in grado di “sentire” le richieste del proprio pubblico. Lo studio, ancora una volta, è alla base di tutto: deve essere costante e “divertito”, un buon book blogger dovrebbe essere innanzitutto una persona curiosa, che osa e sperimenta nuovi metodi di comunicazione, provando a conciliare il mondo analogico, tradizionale (come quello a cui appartiene il libro) con quello digitale.

 

Tre consigli a chi si appresta ad aprire un blog letterario o in generale a parlare di libri in rete?

Essere sinceri, sempre, con se stessi e con il proprio pubblico. Il giudizio su un libro – e dunque l’atto stesso del consigliare una lettura – è una cosa importante.

Essere costanti: non arriva tutto e subito, bisogna essere perseveranti.

Divertirsi: i libri sono gioia, cerchiamo di trasmettere la nostra passione e il nostro entusiasmo, contagiamo il pubblico, trasciniamolo nel magico mondo dei libri. Nessuno se ne pentirà.


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Per la prima foto, copyright: Arnel Hasanovic.

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