Come scrivere un romanzo – 7 consigli da Ernest Hemingway
Scrivere un romanzo non è un’attività facile, richiede sforzo, impegno, dedizione, tenacia e qualche accorgimento che potrà senz’altro rivelarsi utile.
Nel corso degli anni noi di Sul Romanzo abbiamo più volte fornito consigli utili per accompagnarti nella scrittura del tuo libro, dalla fase di redazione fino a quella di promozione, passando attraverso l’editing.
Quest’oggi vogliamo presentare i consigli di un grande scrittore, Ernest Hemingway, consapevoli che la sua esperienza potrà senz’altro indicarti qualche suggestione interessante per aiutarti a scrivere il tuo romanzo.
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1. Per iniziare scrivi una frase vera
Hemingway aveva un trucco molto semplice per superare il blocco dello scrittore. In un passaggio memorabile di Festa mobile scrive:
A volte quando stavo cominciando una nuova storia e non sapevo come andare avanti, mi sedevo di fronte al fuoco e spremevo la buccia delle piccole arance sul bordo della fiamma e guardavo lo scoppiettare del blu che facevano. Mi rimettevo in piedi, guardavo oltre i tetti di Parigi e pensavo: «Non preoccuparti. Hai sempre scritto prima e scriverai adesso. Tutto quello che devi fare è scrivere una frase vera. Scrivi la frase più vera che conosci». Così scrivevo una frase vera e poi partivo da qui. Era facile perché c’era sempre una frase vera che conoscevo o che avevo visto o che avevo sentito pronunciare da qualcuno. Se avessi cominciato a scrivere in maniera elaborata, o come qualcuno che introduce o presenta qualcosa, mi sarei visto costretto a tagliare quest’orpello e a ricominciare con la prima vera semplice frase che avevo scritto.
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2. Fermati sempre quando sai ancora cosa succederà dopo
C’è una differenza tra fermarsi e naufragare. Per progredire in maniera costante, raggiungere un certo numero di parole al giorno era molto meno importante per Hemingway dell’assicurarsi di non aver svuotato del tutto la sua capacità immaginativa. In un articolo dell’ottobre 1935 pubblicato su «Esquire» Hemingway offre questo consiglio a un giovane scrittore:
Il modo migliore è sempre di fermarsi quando stai andando bene e sai cosa succederà dopo. Se lo fai ogni giorno, quando stai scrivendo un romanzo non rimarrai mai bloccato. Questa è la cosa più preziosa che posso dirti, così cerca di ricordartene.
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3. Non pensare mai alla storia quando non stai lavorando
Sviluppando il consiglio precedente, Hemingway dice di non pensare mai a una storia a cui stai lavorando prima di ricominciare il giorno dopo. «In questo modo il tuo subconscio lavorerà su questa tutto il tempo» scrive sempre nell’articolo pubblicato su «Esquire», «Ma se ci pensi consciamente o te ne preoccupi, la ucciderai e il tuo cervello sarà già stanco prima di cominciare». In Festa mobile scende più nei dettagli:
Quando scrivevo era necessario per me leggere dopo che avevo scritto. Se ti fermi a pensarci, perderai la cosa che stavi scrivendo prima di poter proseguire il giorno successivo. Era necessario fare attività fisica, stancare il corpo, ed era cosa molto buona fare l’amore con qualcuno di cui ero innamorato. Questo era meglio di qualsiasi altra cosa. Ma dopo, quando eri svuotato, era necessario leggere per non pensare o preoccuparti del tuo lavoro fino a quando non avresti potuto riprenderlo. Avevo già imparato a non svuotare mai il pozzo della mia scrittura, e a fermarmi sempre quando c’era qualcosa nella parte profonda del pozzo e lasciarla ricaricare di notte dalle sorgenti che l’alimentavano.
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4. Quando devi ricominciare a lavorare inizia sempre leggendo ciò che hai scritto fino a quel momento
Per mantenere la continuità Hemingway aveva l’abitudine di rileggere quello che aveva scritto prima di andare oltre. Nell’articolo sull’«Esquire» scrive:
Il modo migliore è di leggere ogni giorno dall’inizio, correggendo man mano che vai avanti, poi proseguire da dove ti sei fermato il giorno prima. Quando però questo richiede troppo tempo e non puoi farlo tutti i giorni allora leggi i due o tre capitoli precedenti; poi ogni settimana rileggi dall’inizio.
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5. Non descrivere un’emozione, mostrala
L’osservazione attenta della vita è cruciale per la buona scrittura, amava dire Hemingway. La chiave è non solo guardare e ascoltare con attenzione gli eventi esterni, ma anche notare qualsiasi emozione suscitata dagli eventi e poi provare a rintracciarla e a identificare con precisione cosa ti ha provocato quell’emozione. Se riesci a identificare l’azione o la sensazione concreta che ha causato l’emozione e la presenti in maniera accurata e ben integrata nella storia, i tuoi lettori potrebbero sentire la stessa emozione. In Morte nel pomeriggio Hemingway scrive a proposito della sua lotta per riuscire a padroneggiare questo:
Stavo cercando di scrivere e mi sono imbattuto nella più grande difficoltà, a parte sapere quello che sentivi veramene, piuttosto che quello che supponevo sentissi o eri stato educato a sentire, era quella di scrivere ciò che realmente era successo nell’azione; quali sono le cose reali che hanno prodotto l’emozione di cui hai fatto esperienza. Scrivendo per un giornale tu hai detto quello che succedeva e, tra un trucco e l’altro, hai comunicato l’emozione con l’aiuto dell’elemento dell’attualità che dà una certa emozione a qualsiasi resoconto di qualcosa che è accaduto quel giorno; ma la cosa reale, la sequenza di azioni e fatti che hanno prodotto l’emozione e che, se l’hai stabilita in maniera abbastanza pura, sarebbe valida tra un anno come tra dieci anni, era fuori dalla mia portata e lavoravo molto duramente per ottenerla.
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6. Usa la matita
Hemingway usava spesso una macchina da scrivere quando redigeva lettere o articoli per riviste, ma per il lavoro serio preferiva la matita. Sempre nell’articolo per l’«Esquire», sostiene:
Quando inizi a scrivere tu hai tutto il divertimento e il lettore nessuno. Perciò potresti usare una macchina da scrivere perché è molto più facile e ti diverti molto di più. Dopo che impari a scrivere, il tuo obiettivo è di far convergere tutto, ogni sensazione, punto di vista, sentimento, luogo ed emozione verso il lettore. Per fare questo devi lavorare molto su ciò che scrivi. Se scrivi con una matita avrai tre diversi punti di vista per vedere se al lettore arriverà quello che vuoi. Primo: quando rileggi; poi quando lo batti a macchina hai un’altra possibilità di migliorarlo e ancora nella lettura delle bozze. Scrivere prima a matita ti dà un terzo delle possibilità in più per migliorare quello che scrivi.
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7. Sii breve
Hemingway non amava molto gli scrittori che «non avevano mai imparato a dire di no a una macchina da scrivere». In una lettera del 1945 al suo editor, Maxwell Perkins, Hemingway scrive:
Non era per caso che il Discorso di Gettysburg (discorso pronunciato da Abramo Lincoln nel 1863, ndr) fosse così breve. Le leggi della prosa sono immutabili come quelle del volo, della matematica, della fisica.
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