Come scrivere con stile – Kurt Vonnegut
Come scrivere con stile è l’articolo scritto da Kurt Vonnegut nel 1980 per una rivista dalla quale non ci si aspetterebbe mai un articolo del genere: «Transaction Professional Communication». L’articolo, che si snoda per due pagine di utili consigli, è dedicato a ogni tipo di “scrittore”, non solo romanzieri.
In otto punti ben focalizzati, Vonnegut riassume le caratteristiche chiave che una scrittura precisa, ma allo stesso tempo personale, deve avere per essere d’effetto.
Il primo consiglio recita: «Scegli un argomento che ti interessa: Trova un argomento che ti interessi e che in cuor tuo senti possa interessare anche ad altri. È questo genuino interessamento, e non i tuoi giochi con la lingua, il più convincente e seducente elemento del tuo stile». Per poi subito rettificare col secondo punto: «Non ti dilungare, però: Non mi dilungherò su questo punto».
Di seguito a tanta sarcastica concisione segue il terzo punto, che di gran lunga è quello più interessante: «Sii semplice: per quanto riguarda l’uso della lingua: ricorda che i due grandi maestri della lingua inglese, William Shakespeare e James Joyce, scrivevano frasi che rasentavano lo stile di un bambino proprio quanto più l’argomento era profondo. «Essere o non essere?», domanda l’Amleto di Shakespeare. La parola più lunga è di sei lettere. Joyce, nel pieno della sua vivacità, sapeva mettere insieme un periodo intricato quanto una luccicante collana appartenuta a Cleopatra, eppure, uno dei periodi che adoro di più della sua prosa si trova nel racconto Eveline: «Era stanca». E a quel punto della storia, nessun’altra parola saprebbe spezzare il cuore di un lettore come queste due parole. La semplicità della lingua non è solo da rispettare, ma è forse persino sacra. La Bibbia apre con un periodo forse riferibile a un vivace quattordicenne: «All’inizio Dio creò il cielo e la terra».
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Un altro punto sicuramente degno di nota e che colpisce per il modo in cui viene argomentato, è il quinto: «Sii te stesso: il più naturale stile di scrittura che si possa avere è quello più legato al modo di parlare che echeggia ciò che ascoltavi da bambino. L’inglese era la terza lingua di Conrad, e ciò che rende il suo inglese così vivace era senza dubbio l’insieme delle sfumature derivanti dalla sua prima lingua – il polacco. Fortunato è infatti lo scrittore cresciuto in Irlanda, dal momento che l’inglese parlato in quel luogo è così piacevole e musicale. Io sono cresciuto a Indianapolis, dove un dialogo comune suona come una sega a nastro che taglia un lamiera, e fa uso di un vocabolario tanto ornamentale quanto lo potrebbe essere una chiave inglese. […] Tutte queste varietà di parlato sono meravigliose, così come lo sono le varietà di farfalle. Non importa quale sia la tua prima lingua, ma dovrai sempre farne tesoro per il resto della tua vita. Se non è l’inglese standard, il risultato è generalmente qualcosa di delizioso, come una bella ragazza con un occhio verde e uno blu. Ho scoperto che mi sento sicuro dei miei propri scritti e che anche gli altri sembrano essere più fiduciosi circa i miei scritti, quando le mie parole suonano come una persona di Indianapolis, che in fin dei conti è ciò che sono. Che altre alternative ho?»
E questo sembra essere il più semplice ma allo stesso tempo più complicato consiglio che lo Kurt Vonnegut potesse dare per indicare come scrivere con stile. Essere se stessi.
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