Come saranno le biblioteche del futuro? Viaggio nelle “open library”
Come saranno le biblioteche del futuro? Da ciò che emerge dalle recenti realizzazioni nel Nord Europa e nel mondo le nuove biblioteche si presenteranno come una sorta di moderne cattedrali.
Le biblioteche del futuro non saranno più composte solo da libri e volumi ma diverranno centri multiculturali, luoghi deputati a moltissime attività altamente digitalizzate e dal design moderno.
Addio dunque alle romantiche visioni degli scaffali colmi di vecchi libri, alle luci soffuse, alle antiche scrivanie di legno piene di studiosi e alla vellutata sensazione di silenzio interrotta soltanto dal frusciare delle pagine.
Lo sforzo di lenta trasformazione che le biblioteche italiane compiranno sempre di più nel futuro sarà quello di ripensare agli spazi e ai servizi per rilanciarne e rinnovarne il ruolo all'interno della società contemporanea.
Da sempre la biblioteca pubblica è un luogo di conservazione, diffusione e trasferimento della conoscenza all'insegna della serendipity culturale e contro ogni forma di “cultural divide”. Oggi però la biblioteca sta diventando anche altro ovvero laboratorio multimediale di informazione, porta di accesso e strumento di orientamento relativamente alle nuove tecnologie dell'informazione e comunicazione, baluardo contro il “digital divide”, luogo di aggregazione delle etnie.
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La biblioteca è più che mai un luogo urbano per eccellenza e caposaldo nella città, prestandosi a divenire veicolo di comunicazione politico-culturale e marketing urbano. La biblioteca diviene un mezzo per avviare processi di riqualificazione urbana e sociale, per cristallizzare l'immagine di una comunità in un’architettura simbolica e iconica, per affermare l'autorevolezza, il prestigio e l'efficienza di una città.
La biblioteca del futuro dovrà quindi puntare a essere una “open library” ovvero un luogo aperto e accessibile che offra servizi incentrati sui bisogni della cittadinanza, possibilmente dovrebbe essere integrata con altre funzioni pubbliche all'interno di spazi architettonici restaurati e flessibili.
Non è più sufficiente la presenza di una biblioteca in città bensì la stessa deve avere precise caratteristiche in termini di flessibilità, accessibilità e funzionalità.
L'essere una Open Library riguarda anche gli orari di apertura che saranno più che mai elastici e l'utente dovrebbe essere facilitato nei percorsi di accessibilità al materiale librario e multimediale.
I nuovi ingressi alle biblioteche avranno le caratteristiche delle “piazze” delle città ovvero saranno polifunzionali, il patrimonio esposto dovrà essere di facile e immediata comprensione, le aree per i ragazzi saranno pensate per l'intera famiglia, e saranno previste zone per laboratori didattici, di formazione e apprendimento, di aggregazione sociale e partecipazione e non per ultimi luoghi di performance della creatività dei fruitori ovvero spazi intesi a valorizzare le qualità artistiche, i talenti e le competenze dell'utenza in collaborazione con il personale specializzato.
Gran parte del lavoro inarrestabile di rinnovamento riguarderà la digitalizzazione del patrimonio posseduto dalle singole realtà bibliotecarie. Ciò non significa che il libro cartaceo avrà vita breve tuttavia occorrerà abituarci all'idea dell'utilizzo dei sistemi più tecnologici al fine di diffondere il sapere tramite strumenti quali tablet per la lettura, e-book reader.
Quindi cambierà l'aspetto fisico delle biblioteche in quanto principalmente lo spazio in cui ci si muoverà sarà più virtuale che reale e cambierà la modalità di accesso alla conoscenza. La biblioteca diverrà virtualmente un mega contenitore di sapere condiviso nella rete al fine di fare confluire tutta la conoscenza e renderla fruibile. La digitalizzazione sarà il ponte di congiunzione tra le branche del sapere.
Le intuizioni di Borges nel suo testo La biblioteca di Babele suonano più che mai attuali:
«Quando si proclamò che la Biblioteca comprendeva tutti i libri, la prima impressione fu di straordinaria felicità. Tutti gli uomini si sentirono padroni di un tesoro intatto e segreto. Non v'era problema personale o mondiale la cui eloquente soluzione non esistesse: in qualche esagono. L'universo era giustificato, l'universo attingeva bruscamente le dimensioni illimitate della speranza.»
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Pur sacrificando in parte l'aura poetica delle biblioteche, le finalità di questi rinnovamenti sono evidenti. Non si tratta solo di adeguamento alla modernità ma anche di valorizzazione dei saperi di diversa natura e nuova linfa e di collaborazione tra enti diversi e della costruzione di reti che mutano l'aspetto della biblioteca da luogo di nicchia a nuova piazza urbana.
Esistono già biblioteche dove tutto ciò è già divenuto realtà, ad esempio il Rolex Learning Center a Losanna, la Biblioteca Nazionale di Pechino, la Biblioteca Francois Mitterand di Parigi, la Biblioteca Metropolitana di Mosca, le Biblioteche di Aarhus in Danimarca.
Ma anche in Italia esistono tentativi di biblioteche del futuro ovvero realtà virtuose e moderne impegnate nell'adeguarsi ai tempi moderni. Nel tempo l'inesorabile progresso della Open Library non potrà che prendere il sopravvento estendendosi a livello nazionale.
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