Come reagire alla sofferenza. La bellissima testimonianza di Beethoven
Reagire a una sofferenza non è mai facile, e spesso finiamo col rinchiuderci in noi stessi, lasciandoci sopraffare dal nostro dolore.
Di certo a questi sentimenti non fu estraneo nemmeno Ludwig van Beethoven che verso i trent’anni iniziò a perdere l’udito, un deterioramento che lo portò quasi alla sordità, la causa della quale resta un mistero per la medicina ed è fonte di molte ipotesi, alcune molto poco credibili. C’è chi, ad esempio, ha parlato di un possibile avvelenamento da piombo, mentre lo stesso Beethoven sembrava propenso ad attribuire la responsabilità a un attacco di rabbia.
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Un racconto di seconda mano riportato da uno dei primi biografi di Beethoven fa riferimento a un episodio preciso: un tenore interruppe il flusso creativo di Beethoven durante un intenso periodo di lavoro e allora il compositore fu preso da una rabbia così violenta che crollò a terra in preda a un attacco, battendo la testa. Quando si alzò era sordo.
Al di là delle ragioni, resta il fatto che mentre si avviava a concludere il suo trentesimo anno, Beethoven iniziò a richiedere aiuto medico per il problema che lo affliggeva e a perdere tutte le certezze che gli derivavano dall’orgoglio per il suo orecchio musicale.
Ma proprio mentre era alle prese con l’enigma della sua sofferenza, Beethoven s’innamorò di una giovane contessa. E forse anche sostenuto da questo, il trentunenne Beethoven scrisse una lettera di grande ottimismo e altissimo livello di resilienza al suo amico d’infanzia Franz Wegeler, allora studente di medicina:
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Oh, se mi liberassi di quest’afflizione, potrei abbracciare il mondo! Sento che la mia giovinezza è ancora all’inizio e non sono stato sempre malato? Da un po’ di tempo la mia forza fisica è cresciuta più che mai e anche le mie facoltà mentali. Giorno dopo giorno mi avvicino all’obiettivo che catturo ma non riesco a descriverlo. È solo in questo che il tuo Beethoven può vivere. Non parlarmi di riposo. Non conosco nessuno ma dormo, e il guaio è che devo rinunciare a questo più di quanto faccia di solito. Concedimi solo un po’ di libertà dalla mia afflizione e allora, da uomo maturo e completo, tornerò da te e rinnoverò i vecchi sentimenti di amicizia. Devi vedermi felice quanto è possibile esserlo quaggiù, non infelice. No! Non posso sopportarlo. Prenderò il destino nelle mie mani, non mi vincerà del tutto. Oh, è così bello vivere, vivere centinaia di volte! Sento che non sono fatto per una vita tranquilla.
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E proprio come si era ripromesso, Beethoven sarebbe andato avanti coltivando uno stile di vita in grado di sostenere la sua vitalità, aiutandolo a reagire nel migliore dei modi alla sofferenza.
Per la prima foto, copyright: Kyle Johnson.
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