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Come funzionano le biblioteche scolastiche? I nuovi dati aggiornati

Come funzionano le biblioteche scolastiche? I nuovi dati aggiornati410 euro la spesa media per libri di ogni biblioteca scolastica, pari a 0,2 libri nuovi a studente. E tutto questo mentre per le scuole la finalità è chiara: l’82,9% dice che la biblioteca scolastica promuove la lettura.

Presentata oggi la nuova indagine AIE – in collaborazione con MIUR, Cepell e AIB – per fotografarne lo stato dopo otto anni dalla prima rilevazione.

Quattrocentodieci euro. È la spesa media annua per acquisto di libri in Italia per biblioteca scolastica. Corrisponde a qualcosa come 0,2 libri nuovi a studente (il patrimonio bibliotecario scolastico medio è invece di 5,8 libri a studente). Ancora: la spesa annua per il funzionamento complessivo della singola biblioteca a scuola è di 1152 euro. Pochi dati ma sufficienti a tracciare il quadro delle biblioteche scolastiche oggi nella fotografia – a cura dell’Associazione Italiana Editori (AIE), in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca (MIUR), il Centro per il Libro e la Lettura (CEPELL) e l’Associazione Italiana Biblioteche (AIB) – presentata a Più libri più liberi, la fiera nazionale della piccola e media editoria in programma fino all’8 dicembre alla Nuvola. Un’indagine che si basa sulle risposte delle 7.762 scuole che hanno partecipato alla ricerca e che torna a far luce, dopo otto anni, su ruolo, funzionamento, bisogni delle biblioteche, oggi presidio davvero fondamentale se si considera che il 26% dei ragazzi (più di 1 su 4) fino ai 14 anni, secondo i dati dell’Osservatorio lettura e consumi culturali di AIE, frequenta almeno una volta al mese una biblioteca scolastica.

 

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Come sono quindi rispetto a otto anni fa? Oggi più di 8 scuole su 10 ne hanno una (è l’84,8%: un dato che al Sud scende all’81%) ma era quasi il 90% - l’89,4% - nel 2011). Una scuola su tre (30,1%) ne ha una biblioteca sia di classe che centrale, il 60,1% ha solo una biblioteca centrale. Laddove non c’è – dicono le scuole – è per mancanza di spazi nel 43,6% dei casi e per mancanza di risorse economiche per il 29,6%.

 

Il profilo delle biblioteche scolastiche centrali. Occupano in media uno spazio di 57 metri quadri, 16 posti a sedere, in un caso su 3 (35,3%) con postazioni internet. Il profilo del referente è per più della metà dei casi (52,7) volontaristico: insegnanti fuori dall’orario, genitori, persino studenti. Solo nell’1,3% dei casi è un bibliotecario professionista ad occuparsene.

 

Le dotazioni: in media sono 109 i libri nuovi entrati in un anno, per il 70% donati: i nuovi titoli entrati nella biblioteca sono in media 109, qualcosa come 0,2 in media a studente. Per il 70% sono donazioni: nel 47,1% dei casi sono ricevuti in omaggio da soggetti esterni (come #ioleggoperché) e nel 20,8% dalle famiglie. In altre parole, i tre quarti dei libri che entrano nelle biblioteche scolastiche oggi sono regali.

 

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La finalità della biblioteca scolastica: ciò che sorprende rispetto a questo quadro desolante è il ruolo decisivo della biblioteca nelle scuole, secondo gli stessi partecipanti all’indagine. Per l’82,9% le scuole dicono infatti che lo scopo della biblioteca è promuovere la lettura (8 anni fa era il 64,4% degli Istituti ad affermarlo), ma c’è anche un alto numero (il 65,7%, era il 41% nel 2011) che dichiara che favorisce il prestito a casa dei libri e il 59% (37,2%) il supporto all’attività didattica. Il supporto all’attività dei docenti emerge “solo” nel 20,3% delle risposte.

 

I rapporti: con nessuno: per il 78,4% delle scuole la biblioteca non è inserita in alcun sistema. Solo il 14,2% prevede una relazione tra biblioteche scolastiche.

 

È #ioleggoperché, l’iniziativa di AIE per potenziare proprio le biblioteche nelle scuole, il caso più incisivo di cooperazione secondo le scuole stesse, indicata nel 46,5% dei casi. A seguire sono indicate le attività con le biblioteche pubbliche (25,3%) e con Libriamoci (24,1%), l’iniziativa del Centro per il Libro e la Lettura.

Secondo le scuole inoltre il progetto #ioleggoperché ha contribuito nel 44,7% dei casi a potenziare biblioteche esistenti e a far nascere 131 nuove biblioteche: «Questa è una ricerca preziosa perché si diventa lettori a partire dalla scuola – ha sottolineato il presidente di AIE, Ricardo Franco Levi –. Le biblioteche scolastiche sono il pilastro centrale su cui costruire l’abitudine alla lettura. #ioleggoperché è la risposta di AIE a questa consapevolezza».

 

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«La scuola è il luogo in cui si impara a leggere e a scrivere. È a scuola che si entra in contatto con i primi libri e che si scopre cosa è una biblioteca – sottolinea la Sottosegretaria all’Istruzione, Università e Ricerca, Lucia Azzolina –. Arricchire la dotazione libraria delle scuole è importantissimo e iniziative come #ioleggoperché sono davvero preziose. Ma dobbiamo anche rilanciare la biblioteca come luogo di incontro e confronto. Dove si possono prendere volumi e poi rimanere per studiare, per parlare con un professore, per stare con i compagni dopo le lezioni. La biblioteca può davvero essere il centro di una scuola intesa come centro civico, dove si resta anche dopo l’orario di lezione per partecipare a iniziative, dibattiti, per fare i compiti. La biblioteca è un luogo vivo, dobbiamo valorizzarla. Come Ministero lo faremo anche rafforzando partnership e iniziative comuni con realtà come l’Associazione italiana editori».


Per la prima foto, copyright: Alan Lin su Unsplash.

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