Come funziona il mercato del lavoro, alcuni libri utili
Vi siete mai chiesti come funziona il mercato del lavoro? In questi giorni in cui il mercato del lavoro italiano sta per subire quella che sembra l’ennesima rivoluzione con il Job acts che si appresta a diventare legge (dopo il via libera di mercoledì al Senato) ecco qualche titolo che può aiutare a capire meglio come funzionano i meccanismi su cui si basa, e su cui si regola, il difficile equilibrio tra domanda e offerta di impiego.
Sono moltissimi i libri tecnici, materia per esperti, ma numerosi sono anche i libri per comuni mortali, giovani o meno giovani, volumi utili a capire in quale contesto ci si sta muovendo.
Partiamo da Dieci domande su un mercato del lavoro in crisi, un libro di Emilio Reyneri e Francesca Pintaldi, edito da Il Mulino (2013), che cerca di fare chiarezza su luoghi comuni consolatori e falsi miti fonti di ansie, presentando anche molti dati sul mercato del lavoro italiano comparato con quello di altri Paesi europei.
Un po’ più impegnativa la lettura de Il mercato del lavoro in Italia. Analisi e politiche. Curato da Carlo Dell’Aringa e Claudio Lucifora, edito da Carocci nel 2009, allarga il campo alle politiche adottate negli ultimi anni, agli strumenti con cui si sono affrontate questioni come la flessibilità, i flussi di immigrazione, l’invecchiamento della popolazione e le pensioni, con un occhio al sistema educativo e all’esito che hanno avuto investimenti e disinvestimenti del nostro Paese nel campo dell’istruzione.
Allarga ancora l’orizzonte Il ricatto dei mercati: Difendere la democrazia, l'economia reale e il lavoro dall'assalto della finanza internazionale, di Lidia Undiemi (ed. Ponte alle Grazie, 2014). Un libro che «riporta – come spiega l’autrice – un’attenta e documentata cronaca circa il ruolo assunto dalla Troika in Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Cipro, dalla quale emerge una vera e propria guerra fra Stati e mercati, nell’ambito della quale l’ipotesi di prelievo forzoso già attuato nella piccola isola rischia di divenire un modus operandi da imporre agli altri membri». Non servono trattati di economia per capire quanto questo influenzi il mercato del lavoro interno di un Paese, soprattutto se debole come l’Italia.
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Anche se economisti come Alberto Bagnai sono convinti che l’Italia possa ancora farcela, come leggiamo nel suo L'Italia può farcela. Equità, flessibilità, democrazia. Strategie per vivere nella globalizzazione pubblicato da Il Saggiatore nel 2014. L’autore del seguitissimo blog Goofynomics è convinto soprattutto di una cosa, che ciò che frena l’Italia sia l’autorazzismo, ciò che Gadda chiamava «la porca rogna italiana del denigramento di noi stessi».
Eppure all’Italia non mancano forze interne (che già in passato sono emerse improvvisamente per affrontare eventi catastrofici) ed esempi esterni da studiare. Alcuni di questi li troviamo ne La nuova geografia del lavoro di Enrico Moretti (edizioni Mondadori, 2013), che in un viaggio tra città e distretti produttivi degli Stati uniti d’America, scopre che «ogni posto di lavoro creato in centri di eccellenza dell'innovazione ne genera almeno cinque in altri settori produttivi».
Chissà che non si riesca a smuovere un Paese che, come tutto il mondo riconosce, è ricco di creatività e intelligenze finora poco valorizzate. Come illustra il libro Talento da svendere. Perché in Italia il talento non riesce a prendere il volo di Irene Tinagli, edito da Einaudi (2008). La giovane ricercatrice analizza cosa non va nel sistema Italia e propone soluzioni concrete per far ingranare al Paese la marcia giusta.
Un testo illuminante, quest’ultimo, per capire quanto poco (probabilmente) basterebbe per risvegliare un Paese. Un ottimo libro, come lo sono gli altri presentati, per capire meglio il mercato del lavoro italiano e cercare di sopravvivervi.
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