Come diventare un uomo – Dal Kanun alle Vergini giurate
Come diventare un uomo, pur rimanendo fisicamente una donna, questo si cela dietro le “Vergini giurate” e il “Kanun”, le parole chiave intorno a cui ruota il film di Laura Bispuri, tratto dal libro di Elvira Dones, Vergine giurata appunto, uscito nel 2007 per Feltrinelli (la casa editrice milanese ha riproposto una nuova edizione del romanzo con in copertina un fotogramma dall'opera della Bispuri). Presentata in concorso al Festival di Berlino 2015, la pellicola ha raccolto critiche molto positive, sia da parte della stampa estera sia da quella italiana. Merito soprattutto della talentuosa Alba Rohrwacher, estremamente credibile (anche nella struttura fisica) nel ruolo di una donna, Hana, che, seguendo l'antica legge del Kanun, sceglie di rinunciare alla sua femminilità autoproclamandosi uomo.
L'autrice del romanzo è originaria di Durazzo, la seconda città più importante dell'Albania dopo la capitale Tirana: è stata proprio la foto di una donna, travestita da uomo, a spingerla a indagare su questa usanza insita nel Kanun, una legge che appartiene a una determinata zona montuosa dell'Albania, a settentrione del Paese, e nel Kosovo (in passato il fenomeno era presente anche in Montenegro, Serbia e Bosnia).
Ma cos'è il Kanun? Quando è nato? In realtà, le esatte origini di questo codice sono poco chiare. Si trattava, soprattutto, di tradizioni, usanze, comportamenti che il condottiero medievale Lekë Dukagjini trasformò in una legge civile, tramandata oralmente. All'inizio del Novecento, poi, un frate francescano kosovaro raccolse di nuovo tutto il materiale, strutturandolo in dodici libri. Come detto, il Kanun regolava la vita nelle zone a nord dell'Albania, dove resistette anche dopo l'ascesa del comunismo che, al contrario, mutò profondamente la mentalità delle altre zone dello stato (il crollo del comunismo risale al '90: i comunisti persero le elezioni due anni dopo, nel '92).
L'aspetto descritto nel libro della Dones non è l'unico inserito nel Kanun, anzi: le regole riguardano anche la proprietà privata, il lavoro, i prestiti, la “besa” (ossia la parola data, la promessa), l'onore e, soprattutto, la vendetta (sulla faida prevista dal Kanun, consigliamo la lettura di Aprile spezzato di Ismail Kadare, pubblicato nel '93 da Guanda e riproposto nel 2008 da Longanesi): è un diritto vendicare l'uccisione di un membro della propria famiglia, colpendo i parenti maschi dell'assassino, anche a distanza di generazioni (fino al terzo grado). Vendetta e onore sono due concetti legati tra loro, la rappresaglia per un torto subito è una questione di principio a cui adempiere a ogni costo. La famiglia offesa può concedere il perdono e, anche in questo caso, è previsto un rituale specifico.
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Pellicola e libro presentano alcune differenze, ma viaggiano paralleli nel ritrarre il conflitto interiore vissuto dalla protagonista nel compiere il suo sacrificio. Scegliere di diventare un uomo non riguarda solo l'abbigliamento o la rinuncia della sessualità: significa anche comportarsi e sforzarsi di pensare come un uomo. La Dones insiste particolarmente nella descrizione degli effetti del cambiamento sul corpo di Hana: pelle e denti rovinati dal fumo e dalla scarsa cura, capelli ispidi e stopposi. Il Kanun è «oscuro e brillante, come un incubo ricorrente», perché se da una parte permette alla donna di sottrarsi dall'obbligo di sposarsi e fare figli, dall'altra la imprigiona in un corpo che non le appartiene più e di cui non può disporre.
Nel Kanun, la donna vive una condizione di svantaggio, nel senso che non può scegliere il marito (deve accettare colui a cui è promessa) e non può provvedere al suo matrimonio (diritto che spetta alla famiglia, in particolare ai fratelli); al contrario, una vedova può scegliere il nuovo marito e respingere un pretendente non gradito. Anche all'interno della vita matrimoniale tra uomo e donna ci sono differenze: l'uomo deve provvedere ai beni di prima necessità e dev'essere fedele alla consorte; da parte sua, la donna dev'essere fedele e servire il marito («la donna è un otre fatto solo per sopportare», articolo 29), adempiere ai doveri coniugali, crescere i figli, non intromettersi nel loro fidanzamento. Il marito ha il diritto di “correggere” la moglie all'occorrenza e, se la donna non ubbidisce a degli ordini, può essere bastonata.
Come abbiamo evidenziato, l'avvento del comunismo ha inciso profondamente sulla messa in pratica del Kanun in Albania, soprattutto durante il governo di Enver Hoxha, ma il codice restò comunque profondamente radicato nella società grazie al suo precedente resistere e perpetrarsi nei secoli. Sullo sfondo di un'Albania post-comunismo, oppressa da problemi di natura sociale ed economica che spinsero numerosi albanesi a emigrare all'estero (soprattutto in Italia, giungendo nei primi anni Novanta sulle coste pugliesi), viene narrata una storia di libertà e liberazione, di scoperta di sé, del proprio corpo e della propria sessualità. È grazie al lavoro di Laura Bispuri ed Elvira Dones se ora sappiamo qualcosa in più sul Kanun e le Vergini giurate che scelgono di diventare un uomo.
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