Come costruire un narratore in prima persona – 7 consigli utili
Come costruire un narratore in prima persona? Oggi risponderemo a questa domanda.
La narrazione in prima persona è infatti molto diffusa ed è croce e delizia di molti, quasi tutti gli scrittori, soprattutto di chi è ancora alle prime armi e deve affinare gran parte delle abilità e tecniche narrative.
Vediamo dunque da vicino sette consigli utili per costruire un narratore in prima persona.
1. Fallo uscire fuori di sé
Scrivere un romanzo o un racconto in prima persona porta con sé la tentazione di lasciare che il tuo narratore rimugini un po’ troppo sui suoi pensieri e sentimenti. Spesso però i personaggi possono risultare manchevoli se ti concentri solo sui loro processi mentali ed emotivi. Insomma, descrivi non solo i pensieri del tuo personaggio narratore, ma anche ciò che vede e sente, gli odori e pure il gusto se necessario e appropriato. Quando usi una tecnica di narrazione in prima persona, chiediti sempre:
- Quali sensi sono più allertati in questo particolare personaggio e cosà può dire il tuo personaggio attraverso di loro?
- Come posso trasmettere al lettore la sensazione di un narratore coinvolto nella storia e non solo di uno esterno alla narrazione che dice “Io”?
Ricorda di radicare le osservazioni del tuo narratore nel mondo materiale. Questo aggiunge colore e profondità alla tua storia.
Far emergere tutti gli aspetti dell’esperienza del tuo personaggio che narra in prima persona è il modo migliore per “scrivere” un narratore come si deve. È inoltre importante fare in modo che il lettore veda quello che accade attraverso gli occhi del tuo narratore.
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2. Non dire troppe volte “Io”
Dal momento che il narratore usa la prima persona singolare “Io” (e a volte quella plurale “Noi”) per raccontare il fulcro della storia in una narrazione in prima persona, potresti essere tentato di iniziare tutte (o molte) frasi con “Io”. Ad esempio:
Io ho visto che la porta era aperta e io ho sentito un rumore graffiante che proveniva dall’interno della casa. Io ho pensato che si potesse trattare di qualcuno che cercasse di scavare un tunnel verso l’esterno.
Le espressioni “Io ho visto, “io ho sentito” e “io ho pensato” collocano il lettore nella posizione di un estraneo rispetto agli eventi in corso. Il lettore non vede, non sente e non pensa queste cose attraverso il narratore. Semplicemente tutte le esperienze di quest’ultimo vengono raccontate al lettore. La scena sarebbe più vivida se il narratore non si limitasse a “riportare” la sua esperienza.
Il passaggio potrebbe essere scritto come segue:
La porta era aperta e un rumore graffiante proveniva dall’interno della casa. Sembrava che qualcuno stesse cercando di scavare un tunnel verso l’esterno, pensai.
Il lettore è collocato all’interno della storia, perché vede la porta aperta e sente il rumore. Questo “io” invadente può apparire in seguito nella frase o solo nel paragrafo successivo.
In alcuni casi però potresti voler porre questa distanza per questioni creative. Ad esempio, non vuoi far vedere al lettore la scena in modo troppo vivido. Questo vuol dire che puoi tornare a usare espressioni o costruzioni delle frasi che ti aiutano a ravvivare la distanza tra narratore e lettore. Ma prima devi capire che, in linea generale, questa distanza può essere negativa. E per riuscire a colmarla, dovresti:
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3. Metti il lettore accanto al narratore
Un narratore in prima persona condivide le esperienze che lui stesso ha vissuto e porta il lettore con sé facendogli vivere le stesse sensazioni di sorpresa, pericolo o vittoria. Descrivere le cose che accadono al tuo narratore usando una diatesi passiva è un errore comune. Prima di proseguire però anticipiamo un’obiezione classica: certo, in alcuni casi puoi costruire le frasi nella forma passiva, ad esempio quando vuoi enfatizzare la risposta del personaggio a una situazione specifica. In generale però è meglio evitarla. Prova a comparare queste due frasi:
Poiché stavo cercando la porta d’ingresso della casa, all’improvviso una voce dentro di me mi disse che era chiusa a chiave.
Il lettore non è collocato sulla scena nel tentativo di aprire la porta e non ascolta quella voce.
Un’alternativa migliore potrebbe essere:
La maniglia girò ma la porta non si aprì.
«È bloccata».
Mi girai, sorpreso da questa voce improvvisa.
È una soluzione più efficace perché parlando le voci che appaiono nel testo danno ai lettori un senso di immediatezza, del momento esatto in cui si svolge l’azione.
In effetti, la differenza tra la narrazione in prima persona e quella in seconda può essere anche resa come la differenza tra “esposizione” (organizzare la storia e raccontarla al lettore nella forma di una sequenza di eventi) e “scena” (l’effettivo svolgersi dell’azione così come ne fanno esperienza i personaggi).
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4. Sii descrittivo quando serve
A volte potresti aver bisogno di collocare il lettore in una scena con il tuo “io” narratore e in altre occasioni potrebbe essere necessario che il tuo narratore si limiti solo a riportare gli eventi già accaduti. Usa la narrazione impersonale (“ho fatto questo e poi è accaduto quest’altra cosa) per:
- Narrare transizioni tra scene(ad esempio, “Dopo che trovai la casa misteriosa ero un po’ spaventato. Ritornai a casa e…”).
- Richiamare l’attenzione del lettore su importanti aspetti di sfondo che però non richiedono scene proprie(ad esempio, “Nacqui in una piccola tenuta del Sud. Fino a quando ebbi quattordici anni girammo molto”).
Ricorda che il tuo narratore dovrebbe esprimersi con tutta la varietà linguistica di una persona reale.
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5. Non essere noioso
Potrebbe sembrare ovvio, ma molti principianti commettono quest’errore in particolare. Se il tuo personaggio è un tipo sensibile o emotivo, potresti essere portato a descrivere spesso i suoi sentimenti nella tua storia. Evita però descrizioni ripetitive:
Mi sono sentito turbato dal rumore graffiante che proveniva dall’interno della casa. Mi sono sentito ancora più in ansia quando ho provato ad aprire la porta ed era chiusa a chiave.
Invece di ripetere “mi sono sentito”, cerca di variare le descrizioni. L’esempio precedente potrebbe essere riscritto così:
La mia sensazione di inquietudine crebbe perché sentii un rumore graffiante provenire dall’interno della casa. La paura aumentò quando provai ad aprire la porta e la trovai chiusa a chiave.
Mantenere una buona dose di varietà nel modo di esprimersi del tuo narratore in prima persona è importante perché aiuta a rafforzare la sensazione che si tratti di un personaggio reale. Inoltre aiuta a prevenire la scelta di parole ripetitive che potrebbero distrarre il lettore anziché farlo immergere nella storia che sta accadendo.
Scrivere con un narratore in prima persona significa anche assicurarsi che la sua voce sia coerente con quello che il lettore conosce o impara del narratore stesso. Perciò:
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6. Non dimenticare il passato del tuo narratore
Una trappola in cui comunemente si cade quando si scrivono racconti in prima persona è che il narratore sembri l’autore, cioè la voce del narratore potrebbe suonare come quella dell’autore ancorato a una serie di eventi. Per dare al tuo narratore una personalità reale, assicurati che la sua voce sia coerente con quello che dici al lettore sulla sua storia passata e sui suoi sviluppi man mano che accadono.
Presta attenzione ai seguenti aspetti:
- Background: da dove viene il tuo personaggio? Pensa a cose come l’accento, il dialetto regionale o espressioni tipiche che potrebbe presumibilmente usare.
- Classe: qual è il livello d’istruzione ed economico del tuo narratore? In che modo questo potrebbe influenzare elementi come il suo vocabolario o la scelta di usare un linguaggio formale o informale?
- Personalità: il tuo narratore in prima persona è un tipo sfacciato e grossolano? Oppure elegante e raffinato?
Assicurati che il tuo “io” narrante usi un linguaggio adeguato al suo background, alla sua classe e alla sua personalità. Se stai scrivendo di una povera ragazza di quattordici anni che scappa di casa, questi dettagli della sua vita dovrebbero risultare compatibili con le parole che usa per raccontare la sua storia.
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7. Studia
Come per ogni aspetto del mestiere che vuoi sviluppare, è sempre buona idea studiare la scrittura dei tuoi autori preferiti. Molti romanzi ampiamente studiati come classici usano la narrazione in prima persona. Da Moby Dick di Melville a Il buio oltre la siepe di Harper Lee, sono molti gli esempi di quanto abbiamo descritto nei punti precedenti. Ad esempio il narratore in prima persona di Harper Lee non apre Il buio oltre la siepe con espressioni come “Pensavo”, “Mi sentivo” o “Vedevo”. Il romanzo inizia così:
Jem, mio fratello, aveva quasi tredici anni all'epoca in cui si ruppe malamente il gomito sinistro. Quando guarì e gli passarono i timori di dover smettere di giocare a football, Jem non ci pensò quasi più. [traduzione di Amalia D'Agostino Schanzer, Feltrinelli Editore, Milano, 2013]
Alcune riflessioni su quest’incipit e sul perché è un esempio di un’efficace narrazione in prima persona:
- L’apertura si adatta al carattere del narratore, Scout (la sua attenzione e compassione verso gli altri emerge insieme all’importanza della famiglia nella sua vita).
- Il narratore rivela una voce forte ma lo fa senza puntare troppo sull’uso di “io”.
- Il processo attraverso il quale il narratore ricorda è posto dall’inizio, continuando nell’arco del romanzo poiché lei ricorda le inclusioni e le esclusioni sociali nella sua cittadina natale.
Allo stesso modo, quando leggi un nuovo romanzo scritto in prima persona cerca di prestare attenzione a come il narratore si esprime e perché questo è (o non è) coerente con il suo carattere e la sua storia. Queste osservazioni consapevoli ti aiuteranno a migliorare le tue abilità narrative.
***
Cosa pensate di questi consigli? Li seguirete per comprendere tutti i dettagli su come costruire un narratore in prima persona?
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