Come ci cambia Facebook? “Persone che potresti conoscere” di Joann Sfar
Gli appassionati di graphic novel conosceranno forse i lavori di Joann Sfar, un fumettista francese che ha collaborato anche con artisti italiani, sceneggiato e diretto film e scritto un paio di romanzi. In Italia, i suoi albi a fumetti sono pubblicati dalle maggiori case editrici del settore, mentre Persone che potresti conoscere è appena uscito per le Edizioni Clichy nella traduzione di Tommaso Gurrieri.
Persone che potresti conoscere è un romanzo – ce lo si può aspettare – dal carattere fumettistico, e alcuni dei personaggi e comparse sono tanto sopra le righe ed esagerati da materializzarsi facilmente nell’immaginazione del lettore. Il tono è autobiografico: il protagonista – che ha lo stesso nome dell’autore – si racconta in prima persona, come spesso capita nei libri a fumetti. Il suo lungo monologo prende le mosse da una disavventura che si è tirato addosso a causa di Facebook, il social network più controverso e popolare dei nostri tempi. «Persone che potresti conoscere» è infatti un’espressione che suona ormai familiare ai più: si tratta di una funzione di Facebook che suggerisce ai propri utenti possibili nuove «amicizie», basandosi sulle informazioni su gusti, interessi e relazioni carpite di continuo ai milioni di iscritti.
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Con un po’ di fatica si distingue una trama. Joann Sfar è a pezzi perché ha perso il padre. Il dolore riporta a galla il lutto mai superato, da bambino, per la morte della madre, e per di più la donna di cui da tempo è innamorato non si decide a lasciare il marito. È troppo. Joann cerca di tirarsi su seguendo il consiglio esperto della psicanalista: chiodo scaccia chiodo. Per dimenticare la donna che gli ha mentito, non trova di meglio che invischiarsi in una relazione virtuale con Lili, una ragazza conosciuta su Facebook. Più che per la bellezza, la giovane Lili lo attrae perché è israeliana (Joann è un ebreo francese) e soprattutto perché somiglia alla madre perduta troppo presto. Lili però è problematica, umorale, difficile da gestire, sia pure attraverso il telefono e il social network. Un’altra storia d’amore complicata in cui Joann si imbarca è quella col cane Marvin. Benché condivida il suo appartamento con i suoi amati gatti, Joann decide di prendere in casa anche un bull terrier, il più aggressivo dei cani, creato apposta per attaccare e uccidere. Joann fa di tutto per educare il vivace cagnolino, ma la convivenza coi gatti è difficoltosa.
Il racconto segue gli sviluppi del rapporto con donna e cane, intrecciandosi al resoconto di altre brevi avventure sentimentali e a una serie di aneddoti e riflessioni. Sfar affastella ricordi di famiglia e di lavoro, riferimenti a film e letture ispiratrici, persino l’abbozzo di una grottesca storia d’amore – da realizzare a fumetti – tra un finto jihadista e due modelle arabe, ambientata in Palestina. Il romanzo è insomma un guazzabuglio di ricordi, immagini e idee, unificati forse da una riflessione che mi pare ricorrere nel libro, e riguarda la contraddizione che caratterizza la nostra vita sentimentale e intellettuale in questo inizio di secolo. Costantemente interconnessi e informati ventiquattro ore al giorno su tutto quello che avviene in qualsiasi parte del mondo – il più delle volte avvenimenti terribili – siamo invece sempre più disconnessi dalle nostre esperienze dirette, che ci appaiono ormai sempre meno degne di attenzione. Quello che leggiamo, vediamo e ascoltiamo sulla rete ci sommerge, ma non siamo in grado di riferirlo davvero a ciò che sperimentiamo in prima persona.
Come per reagire a questo sfasamento, Sfar ci immerge in un profluvio di storie e aneddoti personali, di esperienze che può raccontare. Fa i nomi degli amici che incontra. Racconta fatti anche triviali, dettagli volgari, descrive ritratti buffi di persone che ha conosciuto e che chi legge può immaginare come personaggi di un fumetto. Scrive della passione per il lavoro di disegnatore e insegnante, delle idee che i libri possono stimolare, delle storie a fumetti che può ancora inventare, di come cerca di gestire l’incombenza invadente degli schermi troppo luminosi, dei propri interessi virtuali.
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Con il suo disordine e la sua esuberanza, Persone che potresti conoscere di Joann Sfar rivendica l’importanza dei nostri ricordi, passioni, esperienze quotidiane, che tanti di noi cercano di affermare, nel frastuono delle informazioni del mondo, affidandoli ai social network.
Per la prima foto, copyright: Con Karampelas su Unsplash.
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