Come affrontare la perdita del marito. I consigli di Charles Dickens
Affrontare la perdita del marito, così come quella della moglie ovviamente, non è facile. Soprattutto se il coniuge viene a mancare in giovane età. Significa doversi ricreare una vita senza un affetto e senza quelle abitudini su cui si era fondata e consolidata la vita di coppia. Ritrovarsi all’improvviso da soli non è facile, ma una via d’uscita c’è anche se difficile da seguire.
È proprio quello che accadde a Letitia, sorella minore di Charles Dickens, alla quale nel 1862 morì il marito appena venticinquenne, l’architetto e artista Henry Austin.
In una lettera risalente agli inizi di ottobre di quell’anno, Dickens abbraccia Letizia con parole di grande consolazione e compassione, ma richiamandola al suo dovere di trovare la forza psicoemotiva necessaria.
Non predico la compassione perché non voglio predicare in nessuna circostanza e conosco troppo bene le mie debolezze. Ma in questo mondo non c’è posto se non per la speranza di qualcosa di meglio, e non c’è fiducia se non nella grazia e nella bontà di Dio. Attraverso questi due porti per un cuore naufrago, io credo fermamente che tu troverai, in tempo, un luogo tranquillo nel quale riposarti anche su questa terra logorata dalle preoccupazioni.
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Il cielo accelera i tempi, e tu provi ad aiutarlo! È impossibile dire che il nostro prolungato dolore per i cari defunti possa affliggerli nella loro sconosciuta dimora eterna, e dare loro qualche preoccupazione.
L’unica considerazione che può avere qualche influenza in tutto quello che fai come sul tuo umore (insieme, ovviamente, a un reale, serio e strenuo sforzo per recuperare il tono perduto dello spirito) è che tu pensi e senta che puoi farlo…
Spero invece che probabilmente attraverso questa irrequietezza tu possa giungere a uno stato d’animo più tranquillo. La mente turbata e gli affetti, come il mare agitato, raramente si calmano senza che si frapponga un periodo di confusione e difficoltà.
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Ma senza lottare non si ottiene nulla. In uno sforzo determinato a ricomporre i pensieri, a frazionare la giornata, a trovare un’occupazione regolare o a svolgerla, ad avere voglia di fare qualcosa vanno principalmente trovati i semplici strumenti meccanici che devono venire in aiuto dei migliori sforzi mentali.
L’invito di Dickens alla sorella è dunque un’amorevole esortazione a prendersi cura di sé, ricominciando a organizzare la propria vita, rintracciando nuove abitudini con lo sforzo necessario per ritornare al benessere psicofisico anche senza dimenticare il coniuge defunto. Che sia questa la strada per affrontare la perdita del marito? Ce lo auguriamo.
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