“Città sospesa” di Eduardo Mendoza. Disavventure spagnole fra arte e politica
L’ultimo romanzo dello scrittore spagnolo Eduardo Mendoza, Città sospesa, edito da DeA Planeta e tradotto da Francesca Pe’, si presenta come una commedia, densa e ricca di sfumature. Leggera e alla portata di tutti ma, non per questo meno intensa o esente da tematiche care all’autore e alla sua terra natale.
Impegnato politicamente ed estremamente colto, Eduardo Mendoza sa sfruttare uno stile di scrittura piuttosto esplicito ma non solo: sa che spesso il potere di una buona scrittura si cela dietro il “non detto” e la semplice allusione.
Il suo stile ricorre spesso a un linguaggio umile, ricerca “modi di dire” isolati nel tempo e appartenenti, probabilmente, alla popolazione spagnola di decadi, più o meno, lontane. Allo stesso modo, i personaggi, innumerevoli e incredibilmente diversi fra loro, sembrano isolarsi dalla società circostante. Se, in qualche caso, sono loro stessi a volerlo; in altri è la città che tende a trasformarli in figure marginali, allontanandoli e alimentando in loro una rabbia silenziosa. Il loro sguardo cambia, e tutto quello che possono fare è cercare di sopravvivere, giudicando, al contempo, chi li ha messi in una simile situazione.
Città sospesa si rivela, in questo modo, una lucida critica alle contraddizioni della cultura spagnola e di una città in bilico fra passato e futuro.
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Tutto prende vita nel corso di una primavera del 1936: Madrid è sull’orlo della Guerra civile e il critico d’arte inglese Anthony Whitelands è stato chiamato in Spagna per verificare l’autenticità di un Velàzquez appartenente a un amico di José, figlio del generale e dittatore spagnolo.
In questo periodo politico, la veridicità o meno di una simile opera d’arte potrebbe sovvertire gli equilibri del paese influenzando il corso stesso della sua storia. Sono queste le ragioni che spingono diverse figure, fra le quali spie, diplomatici, poliziotti e politici, a seguire attentamente il lavoro del protagonista il quale, per altro, sembra più interessato a questioni amorose e intrighi personali.
È questo il connubio che trasforma Città sospesa in una commedia ironica e tragica allo stesso tempo. Diverse strade finiscono per mescolarsi portando a incontri e scontri fra i diversi personaggi. Mendoza descrive scenari dalle molteplici influenze, sorprendenti per la loro diversità e dal sapore talvolta esotico e inaspettato. Mescola fra loro fatti romanzati e reali confondendo ciò che accade nella finzione e la critica in riferimento all’attuale società spagnola.
In secondo luogo, Città sospesa, rappresenta un incredibile elogio all’arte e al suo potere. Molte pagine sono dedicate alle opere di Velàzquez e al museo del Prado di Madrid. Talvolta sembra che l’autore voglia affrontare delle vere e proprie lezioni di storia dell’arte, interrompendo la narrazione per parlare di capolavori che, solo alla fine, il lettore interpreta come riferimenti simbolici alle tematiche care a Mendoza e allo stesso romanzo.
Eduardo Mendoza è nato a Barcellona nel 1943, scrittore professionista e vincitore di innumerevoli premi fra i quali: Premio Ciudad de Barcelona per La città dei prodigi, Premio Libro dell’anno nel 2001 per Il tempio delle signore e, ancora, il Premio Liber, il Premio de la Cultura de Cataluña, il Premio Franz Kafka e il Premio Cervantes.
Con Città sospesa, l’autore ha vinto il Premio Planeta del 2010.
Reso scorrevole da un ritmo incalzante e colpi di scena, il romanzo coinvolge il lettore fin dall’inizio, accompagnandolo sulle orme di un critico d’arte che, forse, non si è reso conto della drammatica importanza che riveste il suo ruolo. I temi di carattere sociale sono particolarmente cari all’autore e, anche in questo caso, il romanzo non cerca solo il sorriso del lettore ma, soprattutto, la riflessione. Mendoza invita a guardare la società spagnola con lo stesso occhio critico di qualche personaggio, alimenta un senso di appartenenza e condivisione.
Sono queste le ragioni che lo hanno condotto a pubblicare, recentemente, un piccolo saggio, già bestseller in Spagna, sulla questione catalana e intitolato Che cosa succede in Catalogna.
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In ultima analisi è interessante notare come, anche in questo caso, la scrittura si riveli un mezzo dalle incredibili potenzialità sociali. Non c’è attimo in cui il lettore non percepisca i riferimenti alla realtà, collegandoli di volta in volta alle vicende del protagonista e del paese nel quale si sviluppa il rocambolesco intrigo fra mondi diversi: popolo, arte e politica.
Con La città sospesa, Eduardo Mendoza soddisfa le aspettative del lettore: riflettere, senza perdere il gusto di una lettura ironica e divertente.
Per la prima foto, copyright: Mat Reding.
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