Ci si salva sempre da soli. “Nostalgia del sangue” di Dario Correnti
Nostalgia del sangue è un romanzo edito da Giunti e scritto da Dario Correnti. Occorre precisare che Dario Correnti non è il nome dell’autore, ma è uno pseudonimo, perché a redigere questo appassionante libro sono state due perone, molto probabilmente un uomo e una donna, anche se per il momento rimarrà un grande mistero. Le pagine di questo noir hanno il potere di catturare letteralmente il lettore, tenendolo con fiato sospeso fino alla fine, rigo dopo rigo ci si trova sospesi tra realtà e fantasia, mossi da una curiosità che è in grado di superare gli abissi più profondi della mente, colpiti da una cattiveria barbarica, dal male generato da un odio inspiegabile, da una pazzia latente che esplode nel momento in cui il serial killer si trova davanti alle sue vittime.
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In Nostalgia del sangue passato e presente s’incontrano, intrecciando un racconto difficile da snodare e impossibile da sciogliere. Ciò che è successo nell’Ottocento si può ripresentare ora e tutto fa pensare che il nuovo assassino si rifaccia al primo serial killer italiano, ovvero Vincenzo Verzeni. Ci troviamo nell’Italia settentrionale, poco fuori Milano, in una zona dove gli abitanti vivono nella tranquillità più assoluta, al sicuro nelle loro villette. Proprio qui, in questi luoghi così appartati, avviene un omicidio. Non si tratta di un caso isolato, perché ne seguiranno altri, e avranno tutti elementi in comune, le stesse azioni violente che, sempre in questi posti vennero compiute da Verzeni alla fine dell’Ottocento. Ma cosa unisce questi due serial killer? E soprattutto chi riesce a trovare un filo conduttore? Non si tratta del solito investigatore alla ricerca della verità, bensì della co-protagonista del romanzo Ilaria Piatti, stagista nella redazione di un quotidiano.
«Lei è proprio portata per la nera, Piattola. So che non conta più niente avere talento, ma ci tengo a dirglielo.»
«Grazie, Besana. Ma deve proprio continuare a chiamarmi così?»
«Mi sono affezionato al soprannome. Sa, anche i cronisti ogni tanto si affezionano.»
Ilaria Piatti, chiamata in senso ironico “Piattola”, è la prima persona a scoprire il trait d’union tra i due serial killer, proprio perché conosceva la storia di Verzeni e di Lombroso, lo studioso che si occupò del caso, con l’ausilio dei metodi scientifici disponibili all’epoca. Ilaria lo riferisce a Marco Besana, giornalista di cronaca nera, che lavora nello stesso giornale in cui lei sta effettuando lo stage, uno dei massimi esperti del suo settore, che però è vicino alla pensione. Due persone completamente diverse Besana e Piatti, che sono in grado di dar vita a una coppia vincente. Lei giovane stagista precaria, che non verrà confermata nel suo incarico, piuttosto maldestra e senza vita sociale. Lui uomo maturo, affermato nel suo mestiere e in crisi con la moglie a causa di una condotta poco incline alla vita coniugale. Besana, in un primo momento, sembra non credere a Piatti, ma ben presto si dovrà ricredere, quando gli omicidi inizieranno ad aumentare, quando gli spilli intorno al cadavere e i morsi sullo stesso saranno gli stessi, quando non resta altro da fare se non dare la caccia all’assassino. I conti tornano e la Piatti avrà ragione, ma come fa una ragazza di ventisei anni ad andare incontro a fatti di sangue passati e presenti? Con lo stesso coraggio con il quale ha affrontato la vita e le prove che questa le ha messo di fronte, perché il passato torna sempre per farci comprendere che nulla si può dimenticare.
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Un thriller italiano all’ennesima potenza, scritto secondo uno stile semplice e scorrevole con numerosi flashback che riportano indietro nel tempo, incastonati in modo perfetto nel racconto principale, senza che facciano perdere il segno e il punto della storia. Un racconto atipico, in cui emerge un’omertà che nel corso degli anni è rimasta immutata e che, purtroppo, rappresenta uno dei problemi fondamentali di chi vuole rifiutare la realtà. Una storia cruda, che non risparmia nessuno, in cui le vittime vengono violate nel corpo e nello spirito e che concede al pubblico una grande lezione, ovvero che «ci si salva sempre da soli».
Per la prima foto, copyright: LUM3N.
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