«Chi è libero è leggero». Intervista a Giovanna Giordano
È una scrittura pastosa quella di Giovanna Giordano, nel suo ultimo romanzo, Il profumo della libertà, uscito per Mondadori. Ricrea non solo un tempo passato, i lineamenti di un mondo lontano, i profumi di terre bagnate da acque salate, ma anche un’atmosfera psicologica ed emotiva che diventa piacevolmente coinvolgente man mano che si procede nella lettura.
Di Antonio, protagonista di questa avventura, sorprende la sua capacità di trovare soluzioni quasi con una semplicità fuori dal comune. Dalla sua prospettiva, ciò che per gli altri sarebbe un problema, per lui diventa un’opportunità. Anche se opportunità, forse, non è la parola che descrive al meglio il modo in cui riesce a trasformare gli eventi lo sguardo di Antonio, la sua fantasia. Solo leggendo Il profumo della libertà, si possono cogliere pienamente le sfumature di questa intrigante visione sul mondo.
Di come sia nata la storia, di cosa sia la libertà e di come la storia, la grande storia, si intrecci con la vicenda di Antonio abbiamo parlato con Giovanna Giordano.
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Come nasce la storia di Antonio?
Ogni romanzo nasce come un bambino. Un ovocita e uno spermatozoo. L’ovocita è la testa dello scrittore, lo spermatozoo è l’idea. Ogni romanzo che nasce è un miracolo come la nascita di un bambino. La storia di Antonio mi è apparsa una notte quando ho aperto una cassettiera antica in Sicilia, piena di documenti di famiglia. Lettere, appunti, fotografie brillavano come il fosforo. La magia parte da qua.
La libertà: è la prima sensazione che colpisce il lettore. Sentirsi liberi, ad ogni costo, come modo di essere. Dovesse definirla, che cos’è la libertà?
La parola “libertà” è di origine incerta come i sentimenti che comporta. Mi fido dei latini e di Boccaccio che dicono che è libero l’uomo che non è schiavo. È libera la donna che non è schiava e senza padroni. Le schiavitù sono mille: la paura, la tristezza, la voglia di possedere, l’ansia, la povertà … È compito nostro togliere queste zavorre dalla nostra vita e godere dell’ora che fugge. Chi è libero è leggero.
Il romanzo è pregno di frammenti di storia che fanno molto riflettere. Uno di questi frammenti, che mi ha colpito, è il riferimento alla censura applicata alle lettere inviate dal fronte. Di cosa si tratta?
Se si frequenta il mercato delle carte antiche, lei vedrà che le lettere di guerra hanno un timbro rosso dove c’è scritto “passato da censura” con una grande C. Tutte le lettere dei soldati disperati venivano lette prima di arrivare alle famiglie e se le lettere erano piene di paura, la censura non le faceva arrivare a destinazione. Per questo motivo ogni soldato pieno di paura doveva fingere, fingere e dire alla famiglia “Va tutto bene… è giusto morire per la Patria”. Questo è un altro inganno della storia perché ogni uomo ama la vita più della morte. Ama l’amore più della guerra.
«La fotografia è un ricordo leggero che non prende spazio»: non potrebbe essere più vero, specie ai giorni nostri. Può commentare?
Colleziono e studio fotografie antiche e ogni fotografia per me è come una macchina del tempo. Un viaggio in un passato, nella bellezza dell’attimo. Questo succede anche a lei quando vede le fotografie che appartengono alla sua vita. C’è un grande mondo di sentimenti e visioni su un piccolo pezzo di carta. Qualche volta viene anche il batticuore.
Dove sta la bellezza del mondo: nel mondo o negli occhi di chi guarda?
Immagini lei di essere molto innamorata e di dare il primo bacio al suo innamorato davanti ad un cassonetto di immondizia. Quel cassonetto di immondizia le sembrerà più bello di un diamante. Così in parte le rispondo: gli occhi generano meraviglie. Poi se gli occhi hanno bisogno di meraviglie, possono trovarne dappertutto. Dal baffo di un gatto a una cometa il mondo attorno a noi è un miracolo che si rinnova di continuo.
Nel mondo di Elide, gli uomini stanno in casa a curare i figli, le donne fuori, a lavorare. «Che mondo è quello che gira al contrario, le donne fuori e gli uomini dentro?» Chiede Antonio. Le rivolgo la stessa domanda.
Esistono nel mondo e sono esistite piccole comunità matriarcali dove questo accade. Elide, la donna amata, è una donna calabrese di Bagnara dove le donne andavano in mare a pescare e gli uomini stavano a casa con i figli. Posso dire che questa comunità che ho visto, mi è sembrata molto armoniosa. Non siamo forse stanchi della normalità? Una vita al contrario è emozionante.
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