Chi cura i bambini del mondo?
Sì, chi cura i bambini del mondo? Quelli che muoiono ogni giorno di fame, di malattia, di lavoro. Quelli violentati, quelli sparati alla testa dai talebani, quelli asfissiati dalla miseria? Il nostro mondo è governato da adulti barbari e violenti, da genitori dissennati, da politici assassini. La malattia decima i bambini africani e asiatici, nell’incuranza dell’OMS, mentre i governi occidentali chiudono gli aiuti e le frontiere.
In Asia il lavoro minorile non è una piaga, ma una forma di guadagno per le famiglie al servizio delle multinazionali americane, cinesi, europee. In Sudamerica le bambine prostituite trastullano turisti e maschi locali, perché i corpi sono merce e non terreno di libertà. In Europa la povertà infantile aumenta ma l’austerity vieta di aumentare i servizi e i redditi medi. Negli Usa le periferie urbane pullulano di bimbi di strada e di spaccio, intossicati dalle retoriche di Obama e dei suoi avversari.
Non c’è angolo del mondo nel quale i bambini siano protetti, allevati con garbo, tutelati: il mondo adulto è feroce, come feroci sono le democrazie deboli e le potenti dittature. Eppure, è nello sguardo sofferente di un bambino che dovremmo ritrovar noi stessi. Ma non lo facciamo, perché il dolore dell’infanzia è una rivelazione di sconfitta, di amara sconfitta globale.
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A cosa servono i miliardi, quando muoiono i bambini? A cosa servono i trattati contro gli stupri, quando in India ogni bambina è alla mercé di gruppi di bestie? A cosa serve la politica sanitaria internazionale, quando in Africa non s’interviene sulla prevenzione e la vaccinazione? Pensiamo davvero che questa infanzia non ci restituirà il favore? Ogni bimbo morto è un grido di vendetta, un inno alla guerra, un insulto alla civiltà. Ogni bimbo ammalato è un’offesa all’amore, alla vita, al futuro. In questa cornice di morte, il mondo globalizzato procede sempre più introflesso, chiuso in sé, determinato a sparire uccidendosi.
A cosa valgono le reazioni dei premi Nobel se i governi non prendono misure per stoppare questo eccidio quotidiano? Non c’è coscienza pulita, non c’è ancora di salvezza, non c’è isola felice: tutti dobbiamo cominciare a prenderci cura dei bambini del mondo. Adesso!
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