Chi cospira contro la razza umana?
Thomas Ligotti è un apprezzato scrittore dell'orrore e questa volta non ci racconta storie, bensì ci dimostra con solide argomentazioni come la coscienza, l'esistenza e la vita stessa siano i nostri peggiori nemici: una vera cospirazione contro la razza umana.
Prima di spingermi a esaminare nel dettaglio gli argomenti del libro, vorrei investire un minuto a far notare un particolare forse ovvio: La cospirazione contro la razza umana (edito da IlSaggiatore nella traduzione di Luca Fusari) è un libro di pessimismo, ed è anche piuttosto convincente. Ligotti chiama a testimonianza vari filosofi dell'Ottocento e del Novecento, nonché le scoperte della neurologia, e considerazioni su Cristianesimo, Buddismo e self-help, per mettere in dubbio che "essere vivi va bene". Per quanto lui non si definisca strettamente pessimista e cerchi di dare una panoramica dall'esterno su queste posizioni, vengono sviscerate argomentazioni che minano alla base una serena visione dell'esistenza. Se il lettore medio di generi come horror e weird è abituato a tutto questo, anche solo per un po' di intrattenimento con brivido, altri – specialmente chi per le proprie vicissitudini è già portato a mettere in dubbio che "essere vivi va bene" – potrebbero a ragion veduta esitare a sfogliare queste pagine. Vanno lette con prudenza.
Le questioni che Ligotti affronta sono molteplici e hanno a che fare con le radici della nostra permanenza nel mondo. Cosa comporta avere una coscienza di sé? Se la natura ci ha fatto progredire fino a svilupparla, è una cosa desiderabile? Qual è il bilancio fra la sofferenza e la felicità nella vita? Prendendo come dato di fatto che la vita tende a un epilogo macabro, doloroso e straziante, sarebbe forse meglio non essere mai nati? In altre parole, ricalcando la domanda ricorrente su cui è costruito il libro, siamo sicuri che "essere vivi va bene"?
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Come narratore horror, Ligotti ha alle spalle un lungo rapporto professionale con ciò che è perturbante, paradossale, immagini in grado di suscitare orrore. Ci fornisce abbondante prova della sua abilità di spaventatore quando sottolinea le argomentazioni: dipinge una natura feroce, «rossa nei denti e negli artigli»; svela il «teschio che ci guarda di rimando con un sorriso sardonico» da sotto il viso in uno specchio; ci diverte costruendo un mostro di Frankenstein per rappresentare il tipico pessimista, «fatto degli stessi scarti con cui sono assemblati gli altri mortali». E così smonta implicitamente anche te che leggi, silenzioso come un bravo borseggiatore.
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Spogliate le immagini, quanto sono valide le argomentazioni perturbanti? Cosa è o non è vivo? Perturbante è il paradosso, ed è per questo che fra le nostre paure più profonde ci sono il morto vivente e la marionetta animata. Ligotti chiama a testimone fra gli altri il medico Ernst Jentsch, che nel 1906 ha analizzato l'esperienza della crisi epilettica. L'individuo non appare più come persona tutta d'un pezzo ma un insieme di ingranaggi connessi alla meglio, mossi da una Volontà di Schopenhauer così simile a un Azathoth di Lovecraft. Passando per i film L'invasione degli ultracorpi e La cosa, poi per la corrente del determinismo, la psicologia cognitiva e la neurologia, si mette in dubbio perfino che "io" sia chi pensavo di essere.
Uno dei principali testimoni citati lungo tutto il libro è P.W. Zapffe (1899-1990), secondo cui l'esistenza umana è una tragedia. Zapffe è particolarmente accorato nel sostenere che la sofferenza è eccessiva e sarebbe meglio non essere mai nati. Per i lettori più in ansia, fortunatamente è lo stesso Zapffe, a pagina 57, a fornire una rassicurazione di ferro a questo dilemma: «Bisogna essere nati per poter scegliere», e quindi per porsi il problema in primo luogo.
La cospirazione contro la razza umana è un libro pessimista o realista? Trovo che questo libro tracci una panoramica realistica su fatti che possono essere interpretati in modo pessimista. Il bravo narratore Ligotti ci mette del suo dipingendo il rosso che gronda dalle fauci della natura e altre amenità visive, ma questo non toglie valore alle dissertazioni logiche sul senso dell'esistenza e ai dati di fatto della neurologia. Io sono un insieme di ingranaggi raffazzonati, destinato a un finale miserabile; io sono una marionetta che cammina e che crede di avere idee. Questo mi fa orrore? Scelgo di affrontare la realtà, o di perseverare nell'autoinganno del quotidiano?
In ciascuno dei casi, un grande valore che trovo in questo volume è una chiave limpida e cristallina per determinare cosa suscita la paura e l'orrore nell'animo umano. Inoltre, averci messo di fronte a queste evidenze è inevitabilmente perturbante. Con la logica abbiamo esplorato le ragioni dell'esistenza fino ai suoi confini, fino a sentirne un senso di claustrofobia. È un saggio, ma con questo Ligotti ci ha raccontato forse la storia più terrificante di tutte, svelando una Cospirazione contro la razza umana.
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