Che tipo di lettore sei? 52 categorie per te: ci sei?
Che tipo di lettore sei? 52 categorie per te: ci sei?
Quale tipo di lettore sei è facile da capire e, per favore, lascia che per una volta faccia una risata. Mi preme ringraziare da subito la redazione di Sul Romanzo che ha contribuito per gli aspetti fotografici.
Il compulsivo collezionista da acquisto (1)
Non quale titolo, l’importante è comprare. La lettura è un atto secondario e comunque non fondamentale. Avete presente gli inserti di libri a pagamento dei quotidiani? Li colleziona tutti. Insegue l’accumulo dell’acquisto come Balotelli cerca il goal. I libri proposti da Fazio? Li compra la settimana successiva, massimo dopo una quindicina di giorni. Ha sempre un consiglio in fatto di libri. Adora le quarte di copertina. Ama organizzare come il tipo 13.
Il modaiolo bestsellerizzato (2)
Una nicchia del tipo 1, ma nel 99% dei casi la dedizione è verso la narrativa. Non c’è interesse per la saggistica o la poesia. Ha letto tutti i libri di Margaret Mazzantini, Isabel Allende e Susanna Tamaro. Perplessità per Acciaio, gaudio per Marina Bellezza. Gaudio per La solitudine dei numeri primi, perplessità per Il corpo umano. Insegue le mode letterarie, legge i romanzi finalisti di Strega e Campiello. Nella forma rilassata diventano un 31.
L’aspirante cuoca (3)
Cerca di continuo libri con ricette, un tempo parlava dei segreti della nonna o della zia, poi una luce folgorò le sue giornate: Benedetta Parodi. La nonna e la zia sanno fare ancora meglio di BP i tortelli di zucca mantovani o i turcinieddhi leccesi, tuttavia quando si tratta di preparare un piatto veloce che possa stare fra il sei e il sette, allora BP è la soluzione, della quale ovviamente possiede tutti i libri pubblicati. Considera Clerici simpatica, nonostante l’appellativo di sorella sfortunata di BP. Insomma la cucina oggi è BP. Consiglio: non citatela mai se sospettate che le piaccia, vi tirerà su pipponi infiniti su come si è vestita ieri nella sua trasmissione televisiva. Rischia di diventare un tipo 18.
Il minimum fax addicted o morte (4)
Razza esplosa negli ultimi anni, prima erano quattro gatti. Il tempo li ha brandizzati. Univoci nelle scelte, si esaltano per l’intellettuale radical chic. Parlano di letteratura americana con la bava alla bocca, discutono delle ingiustizie del mondo, sono di sinistra, ritengono capre i grillini alla pari dei leghisti. Istruiti e non sopportano il potere della chiesa. Fingono di essere persone della strada e vestono griffati. Per loro minimum fax è una fede, perciò qualsiasi cagata di Raimo o Pacifico, per non parlare di Lagioia, va condivisa su ogni social network e nei blog. I lemmi preferiti sono “particolare”, “originale” o anglicismi come hipster, nerd, cult o coming out. Quando entrano al Salone del Libro di Torino, cercano subito la postazione di minimum fax, sperando di incontrare Martina Testa. Non dite loro che Zadie Smith scrive da cani, perché scrive da cani, vi tratterebbero male. Cazzi vostri se citate David Foster Wallace: il genio dei geni. A volte è un tipo 17 o 32.
La sole cuore amore (5)
Ama le trame consolatorie da Mulino Bianco. Ride per cose sciocche. Piange per cose sciocche. È una sciocca. Legge romanzi. Vuole commuoversi. In casa ha libri Mondadori e Rizzoli. Scopre nuovi libri da leggere grazie a Chi, Verissimo e Gente. Più superficiale del tipo 48.
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La desperate housewife (6)
Seguiva fino a poco tempo fa le storie di Mary, Susan, Lynette, Bree e Gabrielle. Prima impazziva per quelle di Carrie, Miranda, Charlotte e Samantha. Da alcuni anni è diventata dipendente dei libri di Sophie Kinsella, li venera, li rilegge, la fanno ridere. Almeno uno è sempre sul comodino. Almeno uno è sempre vicino alla poltrona in salotto. Quando è arrabbiata, pensa a Carrie e sorride; quando vuole stuzzicare il marito, pensa a Samantha e sorride; quando vuole entrambe le situazioni, Becky è la risposta giusta. Sogna di trovare un tipo 25.
Il thrillerizzato nordico Ikea (7)
Meno di dieci anni fa Marsilio ha portato una malattia in Italia: Stieg Larsson. Per eccesso di fede sono del tutto simili al tipo 4. La polizia ha assunto forme inaspettate e le indagini della rivista Millennium, ispirate da Mikael Blomkvist, hanno partecipato a un rito di sperimentalismo innovativo. Per questo tipo di lettore c’è sempre qualcosa da scoprire, la verità non è mai definitiva. Guarda sospettoso, diffida della narrativa non di genere, si illumina parlando di Stoccolma. Ama la solitudine. La versione intelligente del tipo 15.
I Peppa Pigs (8)
Genitori sull’orlo di una crisi di nervi che non sanno gestire i bimbi stregati dai Peppa Pigs. Prima i cartoni animati, poi ci ha pensato Giunti a rovinare le loro vite. Peppa Pig è simpatica ma non come il matto dei tarocchi, seppure onnipresente, perché invade insopportabilmente l’esistenza di mamma e papà. Le figlie chiedono Peppa Principessa e Il Natale di Peppa Pig, La valigetta di Peppa Pig e L’asilo di Peppa. Non c’è mai fine. Se uscite a farvi una pizza con una famiglia succube di Peppa Pig, siete fregati, parlerete fino all’ultimo boccone di Peppa Pig e avrete i suoi libri sul tavolo, Peppa Pig vi seguirà ovunque. Peppa Pig. Forte rischio di diventare un tipo 31.
Il New Age reincarnazionista sincretico alla fine del tunnel di luce (9)
Che tipo complicato. Gli sta stretto tutto. Detesta le religioni rivelate, ha tendenze sincretiche. Reincarnazionista, vi racconterà qualche esperienza particolare, al limite del comprensibile, nominerà il tunnel. Parla di fratelli cosmici riferendosi agli alieni e qualcuno è convinto che lo stesso Gesù fosse un alieno. A casa ha libri di Edizioni Mediterranee, di Astrolabio e di Corbaccio. James Redfield è un idolo, Carlos Castaneda lo segue a ruota e Paulo Coelho ne è la sintesi. Parla male delle case farmaceutiche, bisogna curarsi con l’omeopatia; parla male del latte, bisogna essere vegani; parla male delle chemioterapie, c’è la medicina ayurvedica e vi dirà delle avventure di Terzani. Tutto attende una lezione, tutto è karma. L’eternità sistemerà le offese. Ha toni calmi e sereni, che poi dietro ci siano tragedie non importa, vuole farsi vedere con il baricentro emotivo al posto giusto. Finto. Ipocrita. Ideologizzato. Va dal pranoterapeuta o dal maestro Reiki, è sempre una questione di energia o di energie. Gli venisse una scarica elettrica di un tera watt. Possono rischiare forti litigi con il tipo 39.
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I fino a Pasolini impegnati, dopo il nulla (10)
Altra gente di sinistra, molto simile al 34 ma più rompipalle del 4. Il consumismo profetizzato da PPP ha distrutto la società. Berlusconi come conseguenza degenerata e non come causa.L’impegno militante è stato santificato da PPP, di cui hanno letto ogni rigo, lo citano in ogni salsa, anche a sproposito. Se Marx aveva capito le classi, PPP le ha dichiarate una forma di persecuzione piccolo borghese. La Resistenza e il ’68 rappresentano le due uniche forme di vera democrazia del popolo. Vintage nell’anima, in casa hanno pezzi degli anni Sessanta e Settanta, parlano del vinile con nostalgia. Tipi polemici con la contemporaneità (a volte più del tipo 39), nel passato si viveva meglio, il futuro è nero. Qualche tratto simile al tipo 21.
La Dukan sette chili in cinque giorni (11)
Hanno iniziato non meno di cinque diete. Donne. Più di trent’anni e meno di sessanta. Vi fracasseranno i cabasisi con le spezie antiossidanti (curcuma sempre sia lodata), il tè verde e la crusca. Dimagrire è l’obiettivo primario, crusca aiutaci tu. Fate un esperimento. Trovate nelle loro case la libreria, ci saranno almeno 10-15 libri di diete, ma della Dukan vi parleranno con amore, come un concentrato di consigli intelligenti. Non fatevi invitare a cena a casa loro, uno strazio sopportarle. Parlano in continuazione di calorie (sempre troppe), chili (tanti da perdere) e sport (che non fanno mai regolarmente). Dipendenti dalle sciocchezze come il tipo 14.
Il Jooma Linux che sfigato che sei tu (12)
Uomo fra i 20 e i 40. Il nerd. Lo sfigato. Ha studiato informatica o ingegneria. Se si prova a nominare Bill Gates, gli piglia un accidente. Esiste soltanto Linux. Punto. Stop. Amen. Legge manuali di informatica e l’open source è il mantra. Ha le occhiaie, tante sono le ore al pc. Fa il sistemista o il web designer il più delle volte e, nel segreto, sogna di craccare qualche grande sito per essere poi assunto facendosi coprire di denaro. Ha librerie Ikea, gusto zero, sempre in jeans, mac di ultima generazione, non rari hobby assurdi. Non è un grande conversatore e ascolta musica elettronica. Sempre sul precipizio della follia. Comportamenti in sintonia con il tipo 43.
I non si parte senza la mia Lonely Planet (13)
A casa accumulano le Lonely Planet. Amano viaggiare, va da sé. Programmano le visite seguendo ogni dettaglio della loro guida, senza la quale non osano muoversi. Se si propone loro un cambio di programma, non dicono “sì, dai, proviamo”, ma aprono la guida e controllano se là c’è qualcosa da fare e alla velocità della luce elencano i bar, i pub, i ristoranti. Se non trovano nulla, non si disperano e cercano online su TripAdvisor, leggendo tutti i commenti. Sintetizzano quanto serve in poche frasi e in capo a pochi minuti avranno deciso se appoggiare o meno il cambio di programma. A casa possiedono oggetti da tutto il mondo e si dividono in due categorie: amano l’Africa o l’Oriente, aut aut. In qualsiasi dannata conversazione citano un viaggio nel quale loro bla bla bla. La meraviglia quando parlano dei loro viaggi, empatici solo con chi è stato nel medesimo buco di culo dell’universo, altrimenti: “Non puoi capire, se un giorno ci andrai, allora capirai le mie parole”. Fanculo. Adorano la contemporaneità come il tipo 22.
La volo solo con Fabio (14)
Ammaliate dalla voce di Fabio Volo e dalle sue frasi “risolvi tutto”. Hanno letto il primo suo romanzo e da quel giorno non hanno più smesso, come la droga, aspettano trepidanti la storia di una o di uno che sogna di stare con uno o con una, ma uno o una ha un problema, ma una o uno non può, non deve, parte, questo è sicuro, uno o una parte sempre, va da qualche parte, o negli abissi interiori o geograficamente. Finale strappalacrime. Fabio Volo è diventato un brand e loro lo vendono con il passaparola tipico di chi a 15 anni raccomandava il paio di scarpe all’amica. Sorridono furbette quando citano i suoi romanzi, parlano come se nascondessero il tesoro di Gollum. Si sentono avanti e invece sono sfigate tanto quanto il tipo 12.
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Il Mooontalbaaaano (15)
La televisione ha decretato il successo dei libri di Camilleri, diventati una delle forme di intrattenimento editoriale più riuscite degli ultimi anni. Il lettore di Mooontalbaaaano non perde un libro e una puntata (libri peraltro molto simili nella sostanza, senza grandi ambizioni strutturali, e puntate che raccontano un’Italia di provincia e soprattutto provinciale). La Sicilia è africana o italiana? Questi libri meriterebbero di stare nel luogo preferito del tipo 43.
La trombatrice di unicorni (16)
Vive in un mondo parallelo, nel quale gli unicorni, i draghi e gli amori impossibili dominano la sua povera testa. Gli smartphone hanno complicato il quadro, perché gli appassionati si scambiano di continuo immagini di universi surreali su Whatsapp, Viber o Messenger. Credono alla magia, questo rovina la loro vita. Confondono il reale con l’irreale. Quando fai notare loro che dovrebbero stare un po’ di più coi piedi per terra, rispondono: “Sei arido e freddo, non c’è solo la razionalità”. Giusto, allora stamattina mandate l’unicorno bianco a pagare le bollette. Quasi sciocchi, il più delle volte sciocche, come il tipo 5.
Gli Hegel mancati (17)
Primo difetto degli Hegel mancati: superbi all’inverosimile. Se affermi qualcosa, replicano con “dipende”. C’è sempre un dipende, c’è sempre un altro modo di vedere le cose. Però se dici loro “dipende”, no, non ha senso, è giusto quanto sostengono loro il dipende. Dipende vale per gli altri, non per le loro argomentazioni. Il punto è che vanno orgogliosi di avere letto Kant ed Hegel interamente, oppure citano Husserl o Lakatos per darsi un tono. Parlano dei testi filosofici che possiedono nella libreria di casa con aria distaccata, come fosse ovvio possederli. La peggior specie sono i filosofi politici o quelli che avrebbero voluto diventarlo, perché parlano con la superbia di chi ha sempre la soluzione in mano quando citano il sistema, ma ogni strada praticata dalla politica reale è sempre debole, sbagliata, insufficiente. La frustrazione è il loro sentimento più comune. Affascinati dalle donne del tipo 4.
La mamma perfetta (18)
Ha iniziato prima della gravidanza a leggere libri sulla gravidanza appunto, su come i bimbi crescono nella pancia, su quale alimentazione corretta per entrambi i genitori a mesi di distanza dalla dolce attesa. Non ci sono più spritz, non si va più nei posti rumorosi, il fumo deve rimanere lontano. Faccende sacrosante da rispettare se non fosse che l’ossessione l’ha invasa come una malattia. Tira fuori il libro e dice “vedi qui” ecc. ecc. Quando vuole mettere il marito in scacco matto, la frase è la seguente: “Lo facciamo per il nostro bimbo…”, mentre è chiaro che per l’80% si farà per le sue dannate ossessioni. Ci sono donne che lavorano fino a gravidanza avanzata, se invece per qualche motivo rimane a casa dopo pochissimo tempo dal concepimento è l’inferno per un uomo: ogni domanda è lecita, ogni favore è lecito, guai a non ubbidire, perché “questo libro spiega che bla bla bla e tu dovresti capire che bla bla bla” e un marito inizia a odiare Gutenberg. Rimane solo ubriacarsi con gli amici. Degenerano talvolta in tipo 41.
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I penis de pelvis (19)
Hanno studiato psicologia o avevano il desiderio di fare gli psicologi nella vita. C’è sempre un desiderio nascosto nelle parole di una persona e il più delle volte è sessuale. Finiscono sempre lì: il sesso. Tutto ruota attorno al sesso. Nominano Freud con reverenza, come un maestro venuto sulla terra per illuminarli. Possiedono tutti o quasi tutti i suoi libri, qualcuno, per sfizio, ha acquistato anche una copia in lingua originale e la conservano come una reliquia. Sono instabili, volubili, per loro l’equilibrio interiore è passare da un estremo all’altro. In apparenza sembrano controllati e calmi, ma è una foggia a uso e consumo, dietro si nascondono voragini emotive che a distanza carsica fanno emergere con violenza. Non di rado vanno in terapia senza dirlo a nessuno, spesso diventano junghiani e iniziano poi a dire peste e corna del maestro Freud. Lettori prevedibili: puntano alla saggistica di psicologia e lì rimangono ore a sfogliare, sfogliano e sfogliano, acquistano pochissimo. Vicini alla follia come il tipo 12.
I fammi ridere perché altrimenti non leggo (20)
Adorano i libri di Totti, anni addietro leggevano Giobbe Covatta. Leggono per ridere. E, badate bene, non è gente che ride con intelligenza, vogliono ridere di pancia. Pigri e dalla battuta pronta, sono semplicemente zucche vuote. Parlano di tutto senza sapere nulla e se non ridi a una loro battuta criticano sostenendo che sei serio e noioso (che loro siano degli idioti questo è soltanto un dettaglio, com’è ovvio). Le loro librerie sono contenute e da vergognarsi nei numeri. Parlano di chi legge giudicandoli intelligentoni, prendendosi gioco di loro. Amano esagerare in maniera catastrofica, sono qualunquisti: “I politici tutti ladri”, “i medici tutti criminali”, ecc. La verità è che rimane loro solo la risata, perché di più non ce la possono fare. La versione ironica del tipo 5.
L’accademico snob (21)
Parlano delle pubblicazioni accademiche come unica fonte del sapere, si esprimono con linguaggio forbito nei contesti che meno lo richiederebbero. Non hanno tatto, usano la delicatezza di un trattore e nei rapporti interpersonali prediligono le complicazioni, tutto è faticoso con loro, anche far bollire un po’ di latte in un bricco. Di gusti elitari, hanno una gestualità sgraziata, frutto di tante troppe ore passate a studiare da giovani in biblioteca. Ipocondriaci, hanno sempre qualche acciacco, in particolare alla schiena o al collo. Si lamentano in continuazione e non citate la narrativa contemporanea, ne parlerebbero per un quarto d’ora con disprezzo senza aggiungere nulla alla conversazione. La rigidità mentale è la loro peggior virtù, a volte non è testardaggine, è cocciutaggine. Moriranno convinti di avere ragione, lasciateli fare, non si metteranno mai davvero in discussione. Molto simili al tipo 17.
L’aggregatore multitasking (22)
Figli della contemporaneità, usano lo smartphone per ogni cosa, iniziano tanti libri e non ne finiscono uno. Parlano di velocità e avanguardia. Amano l’attualità e tutto ciò che è social media. Discutono volentieri di Twitter e disprezzano Facebook. Multitasking anche nel lavoro, conversano di tecnologie con piacere e cognizione di causa. A casa amano il design quando possono permetterselo, altrimenti trovano idee geniali per dare un volto ricercato e trendy al loro salotto. In realtà, adorano la superficie, sono superficiali, vanno poco in profondità. Replicano la medesima modalità nei rapporti interpersonali, sono amici di tutti ma in realtà di nessuno. Parlano dell’importanza della famiglia con un’ostinazione a volte imbarazzante. In fatto di cucina preferiscono il giapponese al cinese, fanno gli alternativi, eppure la sera stanno in poltrona un po’ tristi con un piatto di rigatoni al pomodoro. Leggono dieci minuti prima di addormentarsi sperando in una rivoluzione che loro stessi non mettono mai in pratica nelle scelte d’ogni giorno. Insoddisfatti come il tipo 26.
Il saggista convinto che la narrativa sia un’idiozia da femminucce (23)
Ci sono soltanto i saggi, la narrativa è roba da femmine e soprattutto inutile. La loro domanda preferita è: a che cosa serve? E da questo valutano il mondo. Sono capaci di raccontarti le ultime azioni politiche del governo dell’Iran e al contempo hanno grandi difficoltà a sapere se Anna Karenina è un’opera di Dostoevskij o Tolstoj. Non sopportano le fiction, che equiparano ai romanzi. Non sono mai bibliofili, a casa hanno pochi libri e nelle librerie non degnano di uno sguardo le novità. I librai non li amano particolarmente perché chiedono sempre libri che conoscono soltanto loro. Ragionano per schemi, costruiscono strategie e in qualche caso diventano succubi della PNL, per la quale hanno magari già fatto un corso con Anthony Robbins. La versione più intraprendente del tipo 21, ma più ribelli e meno colti.
La nostalgica che detesta l’ebook (24)
Quanto insopportabile questa categoria di lettrici. Nostalgiche in modo apodittico: c’è solo l’odore della carta, il resto non conta. Se nominate l’e-book vi guardano con disprezzo, se spiegate loro che il destino del cartaceo sarà il collezionismo, lo prendono come un affronto personale. Le loro librerie contengono centinaia di libri, se non migliaia: narrativa e saggistica. Le più esigenti anche poesia e drammaturgia. Le più alternative libri della Taschen. Se hanno acquistato un tablet, dicono con chiarezza che leggere un ebook non è come la sensazione della lettura su carta. Hanno conoscenze informatiche basilari, una funzione su un foglio excel le mette in crisi e quando devono fare una E accentata, cioè È, state certi che digiteranno E’. Diventano spesso un tipo 8 in caso di dolce attesa.
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Il businessman che legge solo libri davvero importanti (25)
Persone concrete, spesso hanno studiato Economia o Ingegneria all’università. Leggono durante i loro viaggi di lavoro. Ogni libro di cui parlano è un capolavoro, l’ultimo che hanno letto. Sono persone in forma e sportive, citano una libreria di Praga o di New York con la facilità con cui parlerebbero di una stanza della loro casa. Mai polemici, ma vanno ostinati al punto, di fronte a un problema c’è la soluzione. Usano Amazon con una certa frequenza, anzi parlano della rivoluzione digitale come di un mare di opportunità. Sognano di vivere negli Stati Uniti o nel Regno Unito, anche se parlano dell’Oriente come del futuro dell’economia. Per loro tutto è un investimento, anche leggere, perciò se regalate un libro dite che servirà per capire un certo qualcosa che accennerete, saranno contenti. Si innamorano sovente di un tipo 6.
L’aviopenica compensativa (26)
Lo avete già intuito. Hanno letto tutte le cinquanta sfumature. Sognano a occhi aperti un uomo ricco e che le faccia impazzire di gioia. Il più delle volte hanno una vita matrimoniale abbastanza noiosa, i trasporti emotivi d’un tempo hanno lasciato spazio alle impellenze famigliari, quando si fa l’amore una volta o due al mese (se si riesce ad arrivare a tre ridono come sciocche per alcuni giorni), le posizioni sono sempre le medesime, a letto ovviamente. Sognano che qualcuno prenda loro per le natiche e le domini con mani possenti mentre loro passano le mani sulla schiena scultorea di lui; una volta finita l’intimità c’è un aereo privato pronto per andare a Parigi, lì si farà shopping per ore e la sera si va in un ristorante romantico e di lusso. Sempre insoddisfatte. Integrate non poche volte con il tipo 16.
Il mozziano cavilloso (27)
Per fare un albero ci vuole un… per fare un seme ci vuole… ogni dettaglio è funzionale, ogni elemento rimanda a, tutto è meticoloso, burocraticamente conseguente a qualcosa. Adora la logica, ogni cosa si desume da qualcos’altro, non si scappa e ve lo sbatte in faccia come l’unica possibile verità. Non esistono gli inconvenienti, perché anche quelli sottostanno a una logica. Non sopporta se non in rarissimi casi i bestseller, perché lui vi parlerà di un autore francese sconosciuto o del saggista polacco del Settecento. Ritiene la Divina Commedia e/o I Promessi Sposi e/o lo Zibaldone la massima eccellenza del sapere umano e cita la Bibbia con la tipica devota adorazione cattolica. Ma la logica ha crepe interiori, non lo sosteneva soltanto Kurt Gödel, sorridete di fronte alla sua insopportabile presunzione di verità. Stessa veemenza del tipo 9, risultato di follia uguale al 19.
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L’ossessiva ordinata (28)
Legge i libri solo uno alla volta e li inserisce nella libreria con un ordine maniacale. Isterica per natura, perde le staffe urlando, rendendosi antipatica con gli amici e insopportabile con il partner. È saputella, su qualsiasi argomento ha sempre qualcosa da dire, una teoria da proporre o una soluzione da praticare, lei sa pensare e fare, gli altri no. Non ama per nulla le grandi catene di librerie perché lei frequenta solo le indipendenti, ma fa almeno sorridere quanti libri Mondadori o Feltrinelli possiede nella sua libreria. Ideologizzata, nella gran parte delle volte politicamente a sinistra inoltrata oppure di estrema destra, si comporta con quella foga adolescenziale per tutta la vita, vantando una militanza che nel suo caso si è risolta in qualche manifestazione con in mano una bandiera, a seconda delle stagioni, e con un fiume di click per petizioni o aggiornamenti di bacheca su Facebook. Le sue migliore amiche sono il tipo 39.
La procrastinatrice incallita (29)
Quando decide di leggere un libro, lo inizia con gioia ma poi lo abbandona per mille ragioni. Così ripete lo schema per molti altri libri, pochissimi quelli goduti e conclusi. Giudica con severità ogni libro avendo letto dieci o venti pagine e se scrive recensioni per qualche sito o giornale diventa una terribile burlona contro questo o quel libro. Predilige la compagnia di gente grossolana come lei, perché persone più serie e preparate la mettono in soggezione, distruggendo le sue opinioni in pochi secondi. Una vita con un tipo 20 è perfetta, insieme sommati fanno un cervello.
Il bignamino che ce vo per dirlo (30)
Leggono solo libri brevi, se pensano ai russi provano ansia. Comprano romanzi con meno di 140-150 pagine e manualistica introduttiva. Per loro non ha senso leggere libri lunghi, non ne vedono l’utilità. Se poi spieghi loro che Mondo senza fine o la Fenomenologia dello spirito sono libri lunghi perché il percorso creato al loro interno non soltanto meritava ma anche esigeva quelle lunghezze, vi guarderanno come se un uomo dell’Ottocento avesse visto un aereo volare. Non capiscono, non hanno le strutture neurologiche per capirlo. Sono pigrissimi, nella vita, secondo loro bisogna ottenere tutto con il minimo sforzo. La vacanza ideale è non troppo lontano da casa, un aereo per otto nove ore potrebbe rovinare l’appetito e le settimane nell’attesa della partenza. Borbottano contro il sistema e loro ne fanno parte pienamente, lo alimentano con un’accidia che si presenta con una certa frequenza. Grandi amicizie con il tipo 3.
I summer time spacca tutto! (31)
Leggono d’estate in preda all’ansia e poi per undici mesi non toccano quasi mai un libro. Li potrete vedere in spiaggia con il romanzo del momento, in particolare i gialli. Per l’intera vacanza parleranno di trame, di quel personaggio, di quella faccenda incredibile, perfino a pranzo o a cena devono sempre tenere al corrente tutti dello stato di avanzamento delle letture. Le librerie le frequentano qualche rara volta durante l’anno, ma prima di partire per le vacanze sono come lupi affamati. Un summer time spacca tutto tipico è una donna di mezza età con figli di scuole medie inferiori o superiori. Un altro punto è tipico: il pettegolezzo, vive di pettegolezzi perché quando non legge durante l’anno non si perde una notizia del quartiere o del paese in cui vive, ed è bene informata sui VIP e le loro vite. A casa vi racconterà dei suoi libri associandoli alle vacanze del 2002 o del 2008. Che tempo che fa suggerisce la lista di libri per l’estate e Littizzetto rappresenta il massimo dell’ironia che riescono a concepire. Chiacchierate con il tipo 7 e amori con il 21. Degenerano in 18 con grande facilità.
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Lo stimolato stimolatore stravagante chic (32)
Persona colta, legge in più lingue e vi dice che non avete capito una beata mazza se non avete letto l’originale. Fra le categorie più insopportabili perché minimizzano sempre le vostre letture straniere, mentre conservano un astio inspiegabile verso gli scrittori italiani. Adorano Neri Pozza e Adelphi. Quando scelgono un libro si interessano del nome e cognome del traduttore o della traduttrice, cinque o sei nomi sono il top, il resto mediocri. Non a caso un’altra casa editrice che prediligono è la BUR, perché possono trovare la traduzione a fronte, per poterla criticare vantandosi con gli astanti o, in un secondo momento, con i conoscenti. Se avete la sfortuna di incontrare qualcuno che conosce la lingua ungherese o il finlandese, scappate a gambe levate, perché vi faranno un pippone infinito sulle difficoltà linguistiche che hanno affrontato e sosteranno che l’inglese o il tedesco sono lingue da principianti. La boria dei tipi 10 e 15.
La poetessa rosicona (33)
Altra categoria temibile. La poesia vera la scrivono loro, il resto è robaccia contemporanea. Hanno molte sillogi in casa, dagli antichi ai moderni. Il Novecento è il punto di non ritorno, l’inizio della tragedia poetica, da quel periodo in poi il limbo, per qualcuno un argomento sul quale si basa tutta la catastrofe successiva. Elitari convinti, brontolano contro il popolino che non capisce nulla di poesia e guardano il mondo con nostalgia dei tempi andati. Alda Merini è un mostro sacro che venerano, come l’Achmatova o la Szymborska. Crocetti Editore ed Einaudi, su tutte le case editrici, neanche a dirlo. Hanno partecipato a concorsi poetici e a reading, senza ottenere alcun risultato degno di nota nel primo caso, mentre nel secondo caso hanno addolcito l’ego per qualche tempo. Si interessano di musica classica e amano andare a teatro. Parlano tanto, troppo. Sognano folle estasiate dalla loro voce, mentre recitano una poesia scritta durante una crisi di nervi. Se la intendono bene con i tipi 19 e 23, anche se poi sposano i tipi 24 o 34 quasi sempre.
L’attualizzatore politicizzato (34)
Un sottoinsieme del tipo 24, di nicchia. Divora attualità, in particolare politica, attraverso la televisione (non perde una puntata di Report, Presa Diretta o Anno Zero), la radio e la saggistica. Di sinistra, critica Sel e critica il PD, vota Sel o vota il PD e non pochi sono finiti a tifare per il Movimento 5 Stelle. Desume tutto lo scibile da un saggio di sociologia o politica e ovviamente l’ha già letto. Guarda i talk show raccontando di sapere già questo o quello perché l’ha letto in tale libro. Acquista riviste: l’Espresso e in qualche caso anche Limes. I suoi argomenti di conversazione sono pochi: se si parla di scuola si finisce a parlare del Ministero che se ne occupa, se si parla di un problema del Comune di residenza si parlerà del sindaco, la politica compenetra ogni sua comunicazione. Cita Gramsci o Sartre o Pertini come eminenze grigie verso le quali capire il mondo e scindere il bene dal male. Invidia il tipo 21 con ostinazione.
L’audiobooker nerd (35)
Categoria recente. Solo ascoltando si può capire che cosa un autore voleva comunicare, perché la voce si autodetermina come via per la comprensione. Ascolta audiobook in auto mentre si reca al lavoro e perfeziona al medesimo modo una lingua straniera. Scarica quintali di file audio con Emule o Torrent. Vive con la musica, accendendo la radio durante la doccia oppure installando la sveglia del mattino con la canzone preferita del momento. Può diventare amante del tipo 33.
La calendatrice greca insopportabile (36)
Nelle loro teste esistono solo due letterature: Grecia antica e latina, da quelle fasi storiche in poi c’è solo il nulla. Nel 99% dei casi hanno studiato al liceo classico. Odiano i contemporanei, semplicemente non li conoscono e moriranno nel loro isolazionismo temporale. Dite loro che amate il Satyricon e tutte le orge in esso contenute o presentate loro un tipo 16, vi odieranno.
La two gust is meglio che one (37)
Se non leggi un libro due volte non hai capito una sega del libro, se tenti di spiegare che Alla ricerca del tempo perduto è andata con una volta e va bene così, porta il discorso sul principio, che vale sempre, non dipende dalla lunghezza d’un testo: una vera iattura incontrare questo tipo di lettore. Presuntuoso da far venire l’orticaria. La boria e l’antipatia del tipo 32.
Il complicatore di concetti semplici (38)
Uomo fra i 35 e i 50. Se dici che quella è una sedia, no, quella non è una sedia, va da sé che tu sei seduto in quella sedia, ma no ti dirà, quella è una narrazione distopica abbacinante e quindi non è una sedia, forse c’è anche un messaggio apotropaico. Adoratore di Genna, scrittore che nei suoi libri complica il semplice, inquina il terso. La letteratura è difficile, bisogna faticare, i sintagmi cristallizzati divampano ma guai ad affermarlo, perché i livelli di lettura sono plurimi, vanno inseguiti con cognizione di causa ibrida. Ibrida di che? Non si sa. Il tipo 38 si abbraccia spesso e volentieri con il tipo 4.
CATEGORIE MINORI:
L’odiatrice polemica (39)
Tutto ciò che è stato scritto è merda, l’unica vera scrittura è ciò che ha scritto lei, ovviamente pubblicato da piccole insignificanti case editrici.
L’ibernatore concentrato (40)
O si legge 19 ore di fila oppure non ha senso leggere, va da sé che racconta un sacco di fregnacce perché poi si guadagna da vivere con un lavoro che non è la sua vocazione, di cui si lamenta ogni giorno, e legge a malapena cinque minuti prima di andare a dormire.
La sottolineatrice violenta (41)
Tutto è pazzesco, geniale, incredibile, toccante, sottolinea almeno l’80% d’un libro e se fai notare che allora è quasi tutto pazzesco ti risponderà che no, non è vero, perché la gran parte sono premesse, ipotesi, immagini particolari.
Il cleptomane mellifluo (42)
Vi frega appena lo incontrate, adulatore e dispensatore di pensieri consolatori, con una banale scusa vi chiederà in prestito un libro, non lo vedrete mai più, avvisati.
L’intestinale retto (43)
Nel suo bagno non ci sono solo riviste, almeno due tre libri perché quello è il luogo esclusivamente dedicato alla lettura.
L’eclettico logorroico (44)
Legge gli struzzi del Sahara e la retorica marxista, nessuna regola associativa, nessuna logica di ricerca, un anarchico orgoglioso. Parla. Tanto. Sempre. Come il tipo 33.
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La manualistica dummy (45)
La sua conoscenza del mondo passa attraverso la collana Dummies. Ama i colori giallo e nero, sapete per quale ragione. Pigri come il tipo 30.
Il nazionalfascistone (46)
Solo libri italiani, al di là delle Alpi c’è il male e parla di aiuto verso l’economia italiana. Detesta la lingua inglese. Potrebbe litigare con facilità col tipo 32.
Il green riciclato (47)
Legge solo su carta riciclata e guarda male chi compra libri senza considerare tale fattore. Fan sfegatato di Greenpeace. Amicizie violente con il tipo 1.
La lacrimosa travolta (48)
Piange sempre, ha bisogno di libri per piangere, solo romanzi. Odia il tipo 29. Intesa con il tipo 5.
Il mangiatore di libri (49)
Quando lo incontrate per la pausa pranzo, sta leggendo, è sempre solo. Il più delle volte saggistica. Vuole darsi arie da intelligente. Frustrati quanto basta per farsi odiare come il tipo 17.
La copista (50)
I libri per lei sono mezzi per scrivere il suo capolavoro che la candiderà un giorno al premio Nobel per la letteratura. Appunta quintali di frasi su moleskine. Una personcina sovente insoddisfatta, che attende solo di presentare il suo libro da Fazio e non sogna altro. Negli ultimi tempi va molto d’accordo con il tipo 26.
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Il russo centrico (51)
Il centro di tutta la letteratura dell’universo si colloca nell’Ottocento russo, sogna di fare un giorno la transiberiana e di scrivere le sue memorie per i discendenti durante il viaggio. Superbo come i tipi 17, 21 e 27.
Il cool graphic designer (52)
Per lui non ci sono le storie nei libri, ma esistono solo la copertina, l’efficacia del titolo, il font utilizzato, la dimensione del carattere, l’incipit, e, neanche a dirlo, possiede un iPhone; a casa ha un mac, uno spremiagrumi Alessi e se non ha un arco di Flos è solo questione di tempo. Grandi chiacchierate con il tipo 22.
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