“Brooklyn”, una storia di emigrazione all'inizio del Novecento
La storia raccontata in Brooklyn è ispirata a migliaia di altre storie vere, quelle di giovani che, all'inizio del Novecento, lasciarono la vecchia Europa alla ricerca di una migliore condizione di vita in America. La protagonista del film, Eilis Lacey, arriva nel Nuovo Mondo dalla sua Irlanda, dove ha lasciato la madre e la sorella. Dopo le prime difficoltà, a New York trova un lavoro e si innamora di un idraulico italiano ma, com'è ovvio, l'idillio è destinato a durare poco. Un lutto improvviso costringe Eilis a tornare nella sua terra. Là si ritrova ad affrontare un lacerante dilemma: ricongiungersi con le sue origini e restare in Irlanda, oppure scegliere la nuova vita costruita oltreoceano?
La pellicola arriverà nelle nostre sale il prossimo 17 marzo. Diretto da John Crowley, Brooklyn ha come protagonistaSaoirse Ronan, candidata agli Oscar 2016 nella categoria miglior attrice protagonista (il riconoscimento è stato poi assegnato a Brie Larson per la sua performance in Room, film ispirato al drammatico caso di Josef Fritzl). La sceneggiatura è dello scrittore e sceneggiatore britannico Nick Hornby, mentre il soggetto è tratto dall'omonimo romanzo di Colm Tóibín, pubblicato in Italia da Bompiani.
Brooklyn non racconta nulla di nuovo, mette in scena una storia di emigrazione, le difficoltà incontrate nell'adattarsi a un nuovo Paese, la nostalgia per quello che si lascia, la necessità di costruire una propria indipendenza e una propria dignità in un posto che si considera migliore.
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Ricordiamo che, alla fine dell'Ottocento, sono stati circa dieci milioni gli italiani a emigrare in tutto il mondo: alla fine del secolo prevalentemente da Veneto, Piemonte e Friuli-Venezia Giulia, mentre, nei primi due decenni del Novecento, il primato del flusso migratorio passò al meridione (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia). Si stima che la migrazione italiana sia stata la più massiccia e prolungata di tutto il secolo scorso e che abbia dato vita a corpose comunità italiane in tutto il mondo.
Il film ci riporta così con la memoria alle nostre origini di emigrati e un po' ci fa riflettere sulla spinosa questione dei migranti di oggi. In questo senso, la storia raccontata nella pellicola è fortemente attuale e come spettatori sarà più facile mettersi nei panni di chi conserva la propria casa nel cuore ma, allo stesso tempo, è costretto ad abbandonarla, trovando poi, grazie alle giuste opportunità, una nuova speranza altrove. Malinconia, ma anche fiducia nel futuro, lotta, emancipazione: sono questi gli elementi che fanno di Brooklyn un film da vedere.
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