Bret Easton Ellis e Donna Tartt: testimoni di una civiltà alla deriva
Ciò che lega Donna Tartt e Bret Easton Ellis non è solo una professione. Secondo una dichiarazione dell'autore di American psycho la Tartt è stata l'unica donna della sua vita, affermazione che risulta ancora più d'impatto se a pronunciarla è proprio lui, notoriamente un po' misantropo e critico nei confronti dei colleghi. L'amicizia tra i due risale ai tempi dell'università nel Vermont, nel periodo in cui la Tartt iniziò a elaborare il suo primo romanzo, lo strepitoso Dio di illusioni (The Secret History nell'edizione originale, la traduzione italiana per Rizzoli è di Idolina Landolfi). Il romanzo, uscito per la prima volta nel 1992, fu dedicato proprio a Bret Easton Ellis (e a Paul Edward McGloin), definito dalla scrittrice un amico generoso, ciò che, di certo, è stato: Ellis non ha mai nascosto la sua stima per la Tartt, lodando in più occasioni i suoi libri e affermando che Il cardellino, edito l'anno scorso e che ha permesso alla sua autrice di vincere il Premio Pulitzer, era probabilmente l'unico titolo che valesse la pena leggere nel 2014 (condivideva il giudizio entusiasta anche Stephen King).
I percorsi intrapresi sono stati negli anni diversi, ma c'è da dire che qualche somiglianza tra i due è rintracciabile nell'esiguo numero di opere prodotte (tre per la Tartt e sei romanzi e una raccolta di racconti in venticinque anni per il collega) e in alcune palesi similitudini tra Dio di illusioni e testi come Meno di zero e Le regole dell'attrazione, pubblicati da Ellis rispettivamente nell'85 e nell'87. Le storie di Dio di illusioni e Le regole dell'attrazione si svolgono al college e considerano le sorti di un gruppo di studenti, le cui vite sono scandite da feste, bevute, esperienze con la droga e il sesso, ma anche dalla violenza, l'allontanamento dal mondo reale e la relegazione in un microcosmo dotato di leggi proprie. Quest'ultimo è un elemento presente soprattutto in Dio di illusioni, incentrato su cinque ragazzi (sei, tenendo conto del narratore), unici studenti di un corso di greco antico con a capo un insegnante molto particolare: cinque esistenze dedite alla celebrazione di un passato mitico e ancestrale, ormai così aliene dalla normale vita universitaria da finire inevitabilmente vittime delle loro stesse illusioni.
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Le regole dell'attrazione di Ellis differisce da Dio di illusioni nella trama, ma non nelle intenzioni: anche qui i protagonisti sono giovani benestanti, «privilegiati nella condizione economica, nella prestanza fisica, nel prestigio sociale, ma privi di passioni, di sogni, in un mondo troppo cinico, troppo freddo, troppo insensato». Le parole sono di Fernanda Pivano, una delle prime ammiratrici del lavoro di Ellis in Italia, che meglio non avrebbe potuto esprimere l'essenza del libro e l'obiettivo che autori come la Tartt ed Ellis si posero con i loro romanzi:raccontare una generazione alla deriva, quella di fine anni Ottanta (la stesura di Dio di illusioni iniziò molto prima della sua pubblicazione, già nel 1986),in un momento in cui al generale benessere economico si affiancava una certa perdita di valori e di sostanza interiore. Un divario che Ellis tracciò con maggiore decisione in American psycho, dove la bruttura morale di Patrick Bateman si trasformò addirittura in violenza fisica, perpetrata con crudeltà e totale assenza di compassione verso il prossimo. Ma anche il sopra citato Meno di zero traccia il profilo di una generazione priva di coscienza poiché figlia di padri troppo fragili, pienamente consapevole della sua condizione ma per nulla intenzionata ad abbandonare la via della superficialità e dell'autodistruzione.
Come dicevamo, Dio di illusioni e Le regole dell'attrazione sono ambientati al college, in strutture che, con tutta probabilità, si rifanno al Bennington College dove Ellis e la Tartt compirono i loro studi. Ma se quest'ultima menziona esplicitamente il Vermont e colloca l'ateneo ad Hampden, Ellis sceglie di ribattezzare il Bennington College “Camden” e di situarlo nel New Hampshire, che col Vermont confina a ovest. È possibile che molto di quanto raccontato nei romanzi sia in parte autobiografico e richiami le esperienze universitarie dei due autori; forse in quelle pagine sono presenti le loro stesse paure e frustrazioni di gioventù o quelle di amici e compagni di college. Quanto allora descritto fu solo un assaggio del lento e progressivo declino etico che ha colpito tutte le generazioni successive e il cui processo è ancora oggi in atto (e come potrebbe essere altrimenti in un'epoca dove anche solo le relazioni sociali face to face sono state sostituite da quelle virtuali). Insomma, i protagonisti di queste storie sempre sull'orlo dell'abisso sono i rebels without a cause di fine ventunesimo secolo, il cui ritratto è restituito, senza sconti o filtri, da due autori ormai cult come Donna Tartt e Bret Easton Ellis.
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