Bisogna rialzarsi sempre e comunque. “Il commensale” di Gabriela Ybarra
Il commensale è un romanzo scritto da Gabriela Ybarra e tradotto in italiano da Maria Concetta Marzullo, pubblicato da Alessandro Polidoro Editore. Il libro narra una delle pagine più oscure della storia moderna. Una delle piaghe dell’Europa, l’ETA, viene descritta in maniera cruda e estremamente realistica. Non è facile parlare di terrorismo e di morti bianche, quando la tua famiglia è coinvolta, quando quei vecchi ricordi li hai sentiti talmente tante volte che è come se li avessi vissuti.
Non si può dimenticare chi ci ha lasciati, forse non succederà mai, perché in ogni famiglia colpita dall’ETA, è rimasta una cicatrice viva, che a volte chiede vendetta, mentre a volte continua a scavare nella pelle, in cerca di una verità che può fare davvero male.
Il nonno Javier non c’è più, è sparito un giorno del 1977. È stato rapito e assassinato. La sua presenza, però, si avverte ancora oggi e non solo perché il racconto di quell’omicidio continua a essere ripetuto, ma soprattutto perché il nonno siede ancora in qualche parte immaginaria del tavolo.
«Si racconta che nella mia famiglia si sieda sempre un commensale in più a ogni pasto. È invisibile, ma c’è. Ha il suo piatto, il suo bicchiere e le sue posate. Di tanto in tanto appare, proiettando la sua ombra sul tavolo e facendo svanire qualcuno dei presenti. Il primo a sparire fu mio nonno paterno la mattina del 20 maggio del 1977.»
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Il pranzo o la cena continuano a essere alcuni dei momenti conviviali più intimi in assoluto, è lì che ci si accorge se qualcuno è presente o meno. È a tavola che si capisce che una persona non c’è più, quando una sedia inizia a diventare vuota. Quando le sedie diventano più di una, poi si comprende che qualcosa nella nostra vita è cambiato per sempre e che niente sarà più come prima.
La morte di una madre è un dolore quasi insopportabile, è una parte di te che smette di esistere, per sempre, è quello specchio in cui non ti puoi più riflettere. La protagonista del romanzo inizia a cercare la verità sulla sua famiglia, in seguito alla perdita della madre, per poter comprendere il perché di tanto dolore.
«Ho provato a ricordare mia madre, ma non ci sono riuscita. Ho speso alcuni minuti a cercare di ricostruire il suo volto: buio totale. Siccome avevo davanti il computer, ho cercato il suo nome su internet. Ne è venuto fuori questo: la prima foto la ritrae da giovane, pettinata con la riga a lato e con i capelli che le cadono sulle spalle.»
Ci illudiamo di conoscere le persone, di sapere la storia, in realtà ciò che pensiamo degli altri non è che una pura fantasia, un’immaginazione, l’idea che ci siamo fatti di loro. Nelle pagine de Il commensale la narratrice ripercorre la storia della sua famiglia, partendo da quella della sua vita, per rendersi conto che tutti, forse, vorremmo vivere una vita diversa, ma che non possiamo far altro che accettare le nostre esistenze così come si presentano, imparando a scoprire il diverso o i diversi.
«Non avevo mai letto niente di mio padre fino a quest’estate. accadde la notte in cui condividemmo la stanza in una casa di campagna vicino Santander. Lui uscì a cena con un amico e io restai sola a girovagare per la camera in camicia da notte. Sul comodino vidi un tomo del libro che stava scrivendo da quasi metà della sua vita, rilegato con degli anelli di plastica. lo aprii e lessi alcuni passaggi. Temevo che potesse deludermi, invece no, malgrado quasi tutti i capitoli fossero in disordine.»
Tutto accade per una determinata ragione, le coppie stanno insieme per amore o semplicemente perché c’è qualcosa di invisibile che li lega. Il dolore esiste e non si può combatterlo, perché è capace di sopravvivere a secoli. Il male che viene fatto non può essere dimenticato, perché influenzerà le nostre abitudini per sempre, anche quando si vive a chilometri di distanza, anche quando la vita continua a scorrere.
«Mio padre è l’opposto di mia madre. lei era una piuma. Lui un blocco di cemento a cui piacerebbe essere una piuma. Mia madre era generosa e si spostava con l’autobus. Mio padre poteva muoversi solo con la scorta. Mia madre si lasciava alle spalle il passato. Mio padre tiene sempre conto della sua storia familiare.»
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Il commensale di Gabriela Ybarra è un libro che va letto per comprendere come ci si rialza, sempre e comunque.
Per la prima foto, copyright: Artem Beliaikin @belart84 su Unsplash.
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