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“Beautiful Losers” di Leonard Cohen: quando la prosa si fa poesia

Leonard Cohen, Beautiful losersBeautiful Losers è una storia di Leonard Cohen quando ancora non era Leonard Cohen. Prima del '66, anno di pubblicazione del libro, non era certo uno sconosciuto, almeno per quanto riguarda il versante letterario: infatti, già allora era un apprezzato poeta, oltre che autore nel '63 di un primo romanzo di formazione, Il gioco preferito, particolarmente lodato dalla critica. Poi, nel '65, iniziò un periodo di crisi, che portò Cohen all'isola greca di Hydra, dove Beautiful Losers vide la luce. Un paio d'anni dopo iniziò la sua fortunata carriera da cantautore. Il resto è storia, quella di un artista di fama internazionale, il cui stile ha influenzato centinaia di altri musicisti, diventando un cult in musica anche solo per quella Hallelujah dell'84, canzone poi riproposta per la prima volta da John Cale e, in seguito, da Jeff Buckley nel suo album Grace, in una versione ormai più famosa di quella originale (le cover del pezzo sono comunque numerose).

Tornando a Beautiful Losers, in Italia venne pubblicato per la prima volta nel '72 da Rizzoli (traduzione di Bruno Oddera), con il titolo Belli e perdenti; dopo un'ulteriore edizione Fandango, il libro è stato di recente riproposto da minimum fax (l'ottima traduzione di entrambe le edizioni è di Francesca Lamioni). Il romanzo ruota intorno a tre personaggi: un narratore, la defunta moglie Edith e un amico, tale F., coinvolti in un triangolo amoroso che si intreccia alla storia diCatherine Tekakwitha, una nativa americana, vissuta nella seconda metà del Seicento, morta giovanissima e proclamata santa. Negli anni Sessanta in pochi si curarono di quest'opera, forse anche per la sua particolarissima struttura, così simile al flusso di coscienza che caratterizza gli scritti di autori come James Joyce. Eppure, vi sono già presenti i temi cari al Cohen musicista, come l'eros, il misticismo e la religione: poi, grazie al plauso di artisti come Lou Reed (che letteralmente amò Beautiful Losers) e alla carriera sempre più avviata dell'autore come musicista, il romanzo venne rivalutato.

Impossibile tracciare una trama lineare di questo libro, suddiviso in tre parti (La storia di tutti loro, La lunga lettera di F., Beautiful Losers). Per spiegarlo, forse, possono tornare utili le parole dello stesso Cohen all'editore, in una lettera datata 1966: «Beautiful Losers è una storia d'amore, un salmo, una messa nera, un monumento, una satira, una preghiera, un grido, la mappa di una strada attraverso luoghi selvaggi, uno scherzo, un affronto di cattivo gusto, un'allucinazione, una noia, un irrilevante sfoggio di virtuosismo malato, un trattato gesuitico, una stravaganza escatologica. In breve: una sgradevole epica religiosa di incomparabile bellezza». Chissà se lo scrittore si rese conto di avere praticamente messo nero su bianco gli anni Sessanta, la contestazione culturale del tempo, la rivoluzione del '68, anticipata nei contenuti dagli autori della Beat generation, da Jack Kerouac ad Allen Ginsberg, da William Burroughs a Neal Cassady.

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Leonard CohenBeautiful Losers è oggi considerato uno dei massimi esempi di letteratura postmoderna, caratterizzato da una prosa visionaria e psichedelica, un po' influenzata dai tempi, un po' dal digiuno e dall'assunzione di anfetamine da parte dello stesso Cohen, con lo scopo di incanalare la sua creatività e le sue percezioni nel romanzo. Volendo semplificare al massimo il messaggio di base del libro, diremo che quella di Cohen è una lunga e “rigida” (citando Alexander Perchov di Ogni cosa è illuminata) ricerca sul significato dell'amore e della memoria, è una prosa che si trasforma in una lunga poesia, in cui l'autore compie un'analisi di sé e di ciò che lo circonda. Tutto quello che è contenuto in Beautiful Losers lo possiamo successivamente ritrovare nei testi delle canzoni di Cohen: per esempio,Famous Blue Raincoat racconta di un triangolo amoroso, tra un uomo, una donna (Jane) e un altro uomo («my brother, my killer»); oppure, Seem So Long Ago, Nancy parla di una donna veramente esistita e che si è uccisa con un colpo di pistola 45 Magnum («A forty five beside her head»), suicida come la moglie del protagonista del libro.

Leonard Cohen ha lasciato ai propri lettori questo romanzo, finora l'ultimo: Beautiful Losers è davvero il suo testamento letterario al mondo.

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