Baby squillo: la relazione immorale tra padri e figlie
L’inchiesta che ha coinvolto due baby squillo ai Parioli di Roma, quartiere di serie A della capitale, e non pochi italiani sopra la cinquantina rivela, in qualche misura, la relazione immorale che si è instaurata nel nostro Paese tra due generazioni: quella dei padri e delle figlie. Non a caso si è aperto un dibattito assurdamente strambo sui patteggiamenti di pena proposti per questi uomini, e non sulleconseguenze psicologiche sulle ragazze prostituite. E s’è ripreso a parlare della legge Merlin, della riapertura delle case chiuse, dando per acquisito e naturale il ricorso al sesso a pagamento (con minorenni, perfino) da parte dei maschi italiani.
Il fenomeno è assolutamente culturale, e non potrebbe essere altrimenti. In un Paese dove si è sdoganato il ricorso al meretricio e al trastullo sessuale in cambio di prebende, è ovvio che il dibattitto si appiattisca sull’offerta e non sulla domanda. Domandiamoci quanti e come sono gli italiani che comprano corpi, e domandiamoci il perché.
La debolezza dei valori forti ha determinato, colpevole una sottocultura televisiva che ha smantellato un immaginario per proporne un altro, il ricorso al sesso acquistato senz’alcuna considerazione preventiva sulle donne, sui loro corpi, sulla loro dignità di essere e di autodeterminarsi. Perché chi ha costruito questo immaginario giustificatorio è maschio e maschio vuol restare in tutto e per tutto, nella gestione del potere d’acquisto dei corpi e nella costruzione dei flussi del mercato del sesso. Tanto è vero che chi conduce le ragazze, soprattutto quando straniere, a vendersi sono soprattutto uomini.
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Ecco che s’irrobustisce l’ipocrita squilibrio tra maschio e femmina in una dimensione socio-culturale arretrata ma corroborata dai nuovi media e da una fortissima e crescente offerta di pornografia gratuita via web. Si sedimenta un immaginario non allusivo, ma ostentatorio, drammaticamente realistico, amatoriale, che stimola ad accedere al sesso a pagamento e alimenta un sistema simbolico criminale, sul quale le grandi multinazionali della tratta (le mafie mondiali) e quelle del cinema e dei portali porno producono profitti incalcolabili. Allora, ecco il punto di partenza: interventi culturali a partire dalle scuole, dove il senso della parità delle opportunità s’è smarrito e va reintrodotto. Partire da lì affinché il sesso non sia più merce, ma traguardo e opportunità per star bene senza ritrovarci adolescenti baby squillo.
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