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Autopsia di una famiglia. “Carissimi” di Letizia Muratori

Autopsia di una famiglia. “Carissimi” di Letizia MuratoriCon Carissimi, edito La Nave di Teseo nella collana Oceani, Letizia Muratori mette in tavola una storia che attraversa Paesi diversi, famiglie diverse, sentimenti diversi.

Nurit Camerini è una ragazza israeliana di diciotto anni che, per concretizzare in un documentario la passione per il cinema, punta l’obiettivo su qualcosa di molto personale: la sua vita, o meglio, le sue vere origini. Da quando era una bambina, Nurit è a conoscenza di essere stata concepita a seguito di un’inseminazione artificiale, a causa della sterilità del padre. L’anomalia sta nel fatto che quello che avrebbe dovuto essere un donatore anonimo, estraneo alla famiglia Camerini e dunque senza volto e senza nome, è invece sin da subito un uomo con fattezze e identità tangibili, che conobbe gli allora futuri genitori e scelse di aiutarli. Si tratta di Giorgio Amati, che all’epoca dei fatti si trovava in Israele e da poco scomparso in apertura del romanzo. Proprio su di lui Nurit vuole realizzare il suo documentario.

 

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Nurit e Giorgio, nel corso del pezzo di vita che hanno vissuto assieme, seppure lontani geograficamente, non hanno condiviso solo lo stesso DNA, ma anche una storia privata: quella della loro corrispondenza, che ha permesso a entrambi di far conoscere se stessi, le proprie origini, e allo stesso tempo di celare qualcos’altro, di tenerlo fuori da quello scambio. Il Carissimi, che risuona a più riprese nel romanzo e che con prepotenza viene scelto come titolo, e che è una formula ben nota al lettore, usata per aprire le lettere destinate ai propri cari, appunto, assume connotazioni ambigue nel romanzo di Letizia Muratori. Diventa un’arma da tener pronta in caso di necessità, un vezzeggiativo per ingraziarsi i propri familiari, quasi mai uno slancio di affetto.

Nella ricostruzione della storia di Giorgio Amati, Nurit entra in contatto con molte persone: i suoi fratelli, i figli, il nipote, la prima moglie, la seconda moglie. Li conosce attraverso le lettere che spedisce loro: è così che il lettore entra nella famiglia Amati. Il romanzo è caratterizzato da tutte quelle lettere, che ne costituiscono il corpus principale, intervallate sporadicamente da momenti di narrazione classica, in terza persona.

Autopsia di una famiglia. “Carissimi” di Letizia Muratori

Nel confronto tra questa ragazza talvolta indecifrabile e i familiari “acquisiti” sta tutta l’essenza di Carissimi. La caratterizzazione di ciascun personaggio, se all’inizio quasi fumosa, va definendosi man mano che le lettere spedite e ricevute aumentano. Se di Nurit è difficile a tratti capire dove finisca l’impulso egoistico di autoaffermazione e inizi la vera curiosità di ricostruire una storia di cui, volente o nolente, fa parte, degli altri i connotati sono così chiari che sembra che ciascuno di loro, in fondo, avrebbe potuto essere il vero protagonista del libro. Ognuno è guidato da sentimenti innanzitutto scontrosi, nei confronti di chi ha voluto risvegliare un dolore, un non detto; ma subentra poi una curiosità da assecondare e che riguarda tutti i segreti che Giorgio Amati ha tessuto nella vita e di cui il lettore, prima degli altri, vuole essere messo al corrente.

Autopsia di una famiglia. “Carissimi” di Letizia Muratori

Tra l’Italia e Israele, il documentario è l’excursus narrativo per raccontare di un uomo non perfetto, che da un lato aiutò una coppia di sposi che desiderava moltissimo un figlio e che non era disposta a venirsi incontro, ma dall’altro intervenne laddove nessuno dovrebbe intervenire, nell’intimità di un nucleo familiare che, pur nella complessità dell’amore, si amava.

 

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Si narra che il battito delle ali di una farfalla in Cina possa influire sul percorso di un uragano nell'Atlantico. Probabilmente fu ciò che fece Giorgio Amati, con le sue scelte, condizionando inesorabilmente l’esistenza di due famiglie. Il racconto di Letizia Muratori con Carissimi è un meraviglioso esempio di come ogni famiglia conservi i suoi segreti e di come svelarli non sia necessariamente la scelta migliore.


Per la prima foto, copyright: Laura Fuhrman su Unsplash.

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