Apocalypse now: tra guerra ed Ebola
Quando fu girato, Apocalypse now voleva essere il compendio artistico di un’epoca di distruzione e morte: un affresco totale e una riflessione sul male raccontata dall’interpretazione straordinaria e assolutamente unica di Marlon Brando.
Ma oggi, a rivedere quel film, sorrideremmo: perché l’apocalisse sembra essersi impadronita del mondo globalizzato. Mi riferisco alla cruda, violenta scossa che la storia si dà passando attraverso il filtro uniformante della guerra – quella contro l’Isis e quella dell’Isis – e della malattia – Ebola.
Guerra e malattia che rivelano l’ipocrisia dei servizi di intelligence occidentali, la debolezza delle democrazie, la robustezza degli apparati militari, ultimo scoglio al quale si aggrappano gli Obama e i Putin.
Stiamo vivendo una fase apocalittica, di contrazione del lavoro, di riduzione delle risorse economiche, di degradazione dei diritti e di rinuncia alla laicità della diplomazia. A privarsi di senso, molto velocemente, sono due organismi internazionali: l’Onu e l’Oms. Con o senza di essi la storia procede in ogni caso lungo il suo percorso. A cavalcare la diffusione della guerra e della malattia sono gli sciacalli dei mercati finanziari, i mercanti d’armi e i venditori di farmaci, ma nessuno, nessuno davvero può più garantire la tutela del globo.
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La fortezza occidentale, la roccaforte europea, il fortilizio bianco, crollano perché colpevoli di aver generato questa fase. Non essersi premurati di riequilibrare gli scompensi tra l’Africa e il resto del mondo e aver risposto all’Islam con l’ideologia delle armi, ha prodotto due fenomeni di portata mondiale che rischiano di ridurre il globo globalizzato a una specie di gioco della campana: si procede in avanti saltando le caselle più a rischio.
Ma chi non è a rischio? La pessima globalizzazione, quella che ha accentuato gli squilibri tra popoli e mercati, ha frantumato la politica e avvantaggiato la speculazione, ha violato ogni norma di convivenza internazionale in nome del profitto locale. Questa concentrazione d’interesse, che deterritorializza nella finanza le responsabilità, ha prodotto una distrazione dalla Pace e dalla Salute come beni comuni.
Siamo dentro l’apocalisse dei nostri giorni, dentro un periodo, un’epoca, che assomiglia a quella altomedievale, dentro una caduta morale, prima che economica. Se ne esce? No, ma si diventa altro se ci vien salvata la vita in questo nuovo Apocalypse now.
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