Amazon contro Hachette contro Amazon. Qualche vantaggio per il lettore?
Abbiamo iniziato il 2014 parlando di Amazon e dei suoi elfi smistatori, impacchettatori e spedizionieri, che percorrono magazzini grandi come stadi di calcio con turni di dieci ore al giorno, solo per inviare a casa nostra, nel tempo minore e al costo minore, l’oggetto che desideravamo e, nonostante la crisi, ancora volevamo e potevamo comprare.
E se c’è un posto dove possiamo comprare davvero tutto, persino la stessa voglia di comprare, questo è Amazon. Se quest'ultimo per esempio decidesse di promuovere un libro con un’offerta super scontata a condizione di prenotarlo prima della sua uscita in libreria, è molto probabile che il libro in questione avrebbe un numero di prenotazioni rilevanti, pre-acquisti che vengono conteggiati nelle classifiche dei best seller. Pre-acquisti che porterebbero ad aumentare, spesso a creare, il successo di un libro, del suo autore e della relativa casa editrice.
Tutti contenti? Beh, non i concorrenti della casa editrice che ha goduto del successo, che proveranno a far rientrare i loro titoli nelle offerte di Amazon, al posto di quelli dei propri concorrenti. Amazon il più contento di tutti. Questo almeno fino a pochi mesi fa, quando i risultati del colosso della vendita on line capitanato da Jeff Bezos (che Jonathan Franzen paragonava a uno dei quattro cavalieri dell’apocalisse) non sono stati più così interessanti agli occhi dei suoi azionisti, sempre meno disponibili alla politica impostata da Amazon (reinvestimento degli utili nel potenziare la propria rete distributiva e massimizzare gli sconti da offrire ai clienti) e così si è pensato di ridurre i profitti degli editori sugli e-book, girando sempre più su di loro l’impatto di nuovi sconti su questo mercato.
L’idea non è piaciuta ai grandi gruppi editoriali, tanto che i big five (i 5 editori più grandi al mondo – Hachette, HarperCollins, Macmillan, Penguin, Simon&Schuster) hanno lanciato un’offensiva appoggiandosi alla piattaforma Apple cercando di portare via i loro best seller da Amazon. Risultato? Sono stati messi sotto inchiesta per collusione. In mercati come quelli degli USA il “monopolio di fatto” di Amazon non è un configurabile come un problema se porta degli effettivi benefici ai consumatori (costo inferiore dei libri), mentre l’accordo dei big five è stato visto come un’azione che andava nel senso opposto e, di fatto, era così.
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Hachette però non si è fermata, attivando una battaglia sulle royalty con Amazon che ha portato, secondo Hachette, a far uscire i propri titoli dalle promozioni Amazon, nonché a rallentare la distribuzione ai clienti finali dei prodotti Hachette acquistati tramite Amazon, dimostrando così la spregiudicatezza del colosso americano delle vendite on line. La levata di scudi contro Amazon è stata ampia, soprattutto fra gli editori, ma c’è chi ha proposto anche altre tesi, ricordando che Hachette non è Davide che si batte contro Amazon-Golia, ma una parte della multinazionale francese dei media Lagardère, che produce ricavi per 7 miliardi di euro all’anno, perciò potrebbe essere proprio Hachette a ritardare la spedizione dei propri prodotti ad Amazon per rovinare così la sua immagine.
La guerra e la polemica continuerà, la verità probabilmente si colloca nel mezzo, ma cosa preferirebbero i lettori? Se Hachette portasse via tutti i suoi autori da Amazon, i lettori seguirebbero l’autore o ne cercherebbero un altro a un prezzo più contenuto? Voi cosa fareste?
In ogni caso sarà qualcun altro a scegliere i titoli da offrirvi. Ma non è già così?
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