Alla scoperta del noir giapponese. “La poltrona umana e altri racconti” di Edogawa Ranpo
La poltrona umana è il titolo di uno dei sei celeberrimi racconti scritti nel 1925 da Edogawa Ranpo.
Ranpo è considerato fondatore del genere noir giapponese nato dalla fusione tra il mistery occidentale e la cultura autoctona giapponese.
Il noir, il thriller e il giallo, nonostante le diverse sfumature, trattano sempre le stesse tematiche da Agatha Christie a John Grisham ma non tutti sanno che le storie misteriose hanno una lunga tradizione giapponese che risale alle origini del secolo scorso quando già si potevano leggere trame di arguti detective dagli occhi a mandorla.
Lo stesso Ranpo era un fervente ammiratore degli scrittori in giallo dell'Occidente, in particolare amava Conan Doyle e il maestro del brivido Edgar Allan Poe, da cui trasse lo pseudonimo con traslitterazione fonica che lo rese famoso: “Edogawa Ranpo”.
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Negli anni ’30, Edogawa sposò ciò che venne definita la corrente artistica giapponese “ero guro nansensu” che si sviluppò nei primi decenni del Novecento. Dal punto di vista etimologico '“ero guro nansensu” deriva dai termini giapponesi “erotismo”, “grottesco” e “assurdo”.
Questa tendenza non interessò soltanto la letteratura, ma l’arte in generale con immagini surreali di stravaganti brutalità o di erotismo.
Ne La poltrona umana un uomo, un bravo artigiano, costruisce una poltrona con un pertugio che gli consente di infilarvisi dentro per sentire su di sé i corpi di chi vi si siede:
«Immerso nell’oscurità respiravo a fatica: mi sembrava quasi di essermi introdotto all’interno di una tomba. E, molto probabilmente, non vi dovevano essere differenze tra quella poltrona e un normale loculo funerario poiché una volta al suo interno, quasi avessi indossato un mantello magico, riuscivo a sparire completamente dal mondo degli uomini.»
Nella narrazione di Ranpo sono evidenti le caratteristiche della corrente artistica “nansensu” in quanto emerge il paradosso e la pulsione erotica con le sue sfumature di perversione, voyeurismo ed eccentrica violenza. Basti pensare che il protagonista del racconto si innamorerà di una donna senza averla mai vista in quanto la stessa adagerà il suo corpo su di lui racchiuso nella poltrona.
«L’amore in poltrona! Chi non è mai entrato lì dentro non potrebbe mai coglierne il mistero e l’estasi inebriante! Era un amore fatto solo di tatto, suono e olfatto. Un amore che nasceva nell’oblio e non poteva appartenere al mondo esterno. Una passione infernale che rivelava quanto inimmaginabile, grottesco e terrificante può essere il mondo degli uomini se solo agli occhi viene impedito di vedere.»
Gli altri cinque racconti del testo, edito da Atmosphere con il titolo La poltrona umana e altri racconti nella traduzione di Francesco Vitucci, sono famosi e sempre sullo stesso genere: Il delitto della salita D., Il test psicologico, La banda della mano nera, Occhi dalla soffitta e Il bacio, in cui l'autore presenta e sviluppa alcune figure caratterizzanti del suo stile come ad esempio il grottesco detective Akechi Kogoro, o il misterioso Goda Saburo che si nasconde in luoghi oscuri, nel suo armadio o nei tetti per spiare i clienti dell'albergo dove alloggia. Ma anche lo studente Fukiya Seichiro e la sfuggente Ohana sono personaggi avvolti da una nube di fumoso enigma.
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Ranpo ha sicuramente influenzato numerosi giallisti degli anni successivi alla sua produzione letteraria e probabilmente molti disegnatori di manga. Evidente appare la sua influenza su scrittori contemporanei quali Amelie Nothomb, autrice molto legata alla cultura giapponese dalla scrittura asciutta, ironica e dai dialoghi fulminanti e che, grazie al suo stile narrativo, è in grado di creare nel lettore un senso di vuoto e incompiutezza. Con le sue frasi coincise e caustiche ci riporta ad uno stile fatto di sottili e oscure sensazioni tipicamente nipponiche di inizio novecento.
La poltrona umana e gli altri racconti sono imperdibili per chi ama il genere mistery e si sente sedotto dal fascino arcano del Giappone e rappresentano un cult per intere generazioni di autori noir ispirati dalle fosche e ambigue atmosfere mozzafiato.
Per la prima foto, copyright: Montse Monmo.
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