Abbecediscolo - Lettera N (Puntata n. 12)
Il fenomeno dei baby scrittori; hanno appena imparato a leggere e già scrivono!
Nel 2009, Manuel Alguacil – promettente scrittore di nove anni – pubblica Thok, il dragone presuntuoso.
In un’intervista radiofonica, il baby scrittore assicura che questa attività è soltanto un passatempo e che da grande vuole fare l’astronauta. Anche Alec Grever ha nove anni quando scrive Come parlare alle ragazze: la maestra gli aveva chiesto un tema, lui ha preferito un trattato sull’approccio amoroso alle coetanee. Immagino che in casa Grever, per il filmino del decimo compleanno del pargolo, ingaggeranno una troupe hollywoodiana. Questa è gente che prende le cose maledettamente sul serio.
Nel 2006, a soli sei anni, il mini-autore Christopher Beale pubblica in Gran Bretagna L’ultima stagione di scoperte, ma il titolo non tragga in inganno: Beale, prima o poi, tornerà di nuovo alla riscossa.
Il più famoso della gang rimane Christopher Paolini, autore di Eragon. Il libro viene pubblicato a pagamento – i genitori hanno investito bene la paghetta settimanale del piccolo fenomeno – nel 2002, scovato per caso in una libreria dallo scrittore – attempato, si sappia – Carl Hiaasen, viene ripubblicato e lanciato nell’olimpo del fantasy. Paolini assomiglia vagamente a Harry Potter e questo potrebbe aver fatto la differenza. Gli altri casi, invece, non si spiegano.
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Nomi celebri (farsi sponsorizzare da)
Dal conoscerli all’averne riconoscimenti il passo è breve.
Babbo Natale, testimonial della Coca Cola, ha fatto più strada dei Re Magi. Non importa chi sia lo sponsor, ma averlo, ormai, è essenziale: risparmia il calvario dei manoscritti messi in croce.
Se vi siete sempre chiesti come scovare la spinta giusta, ecco le indicazioni necessarie.
«Vi raccomando queste raccomandazioni» scrive Massimiliano Parente per Il Giornale. «Se volete pubblicare con Einaudi Stile Libero, si sa, ci sono Severino Cesari e Paolo Repetti.», ma vale anche «una bella raccomandazione di Paolo Mauri o Antonio Gnoli di Repubblica. In alternativa provate con Loredana Lipperini, mentre se conoscete Eugenio Scalfari potrete ambire direttamente ai Supercoralli.» Nel caso foste interessati a pubblicare con Adelphi, «fate prima a suicidarvi: se valete qualcosa i calassiani amano le scoperte postume, se non valete niente meglio per tutti, uno in meno». Per quanto riguarda i parenti celebri: «Se volete giocare la carta delle parentele sappiate che sono influenti solo quelle dei bestselleristi: Camilleri è riuscito a far pubblicare il genero Francesco De Filippo, Carofiglio ha infilato il fratello Francesco e la madre Enza Buono a Marsilio e Nottetempo, Christian Raimo raccomandava Veronica Raimo e ora pare sia il contrario. Quanto ai critici lasciateli perdere, un giro di telefonate tra gli addetti ai lavori mi conferma che “tutto ciò che arriva da La Porta, Trevi e Pedullà junior sono sempre fregature e favori, così come non funzionano le aspiranti scrittrici raccomandate da Baricco e Pascale e i giovanotti di Antonio Veneziani».
E come diceva Giuseppe Prezzolini, «bisogna qualche volta arretrare per prendere meglio la spinta»
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Non di soli libri
Il crimine non paga, figuriamoci la cultura!
Se le collaborazioni non pagano e le luci della ribalta non appagano, giunge il momento di palesare al mondo la vita grama del romanziere. Artista sì, ma a che prezzo!
Tiziano Scarpa, a proposito dei propri introiti: «Mi presento. Sono uno stagionato ragazzo che da una decina d’anni scrive di critica letteraria e di altri argomenti cosiddetti culturali. L’ottanta per cento di questi interventi è uscito per noti giornali e riviste di regime, tra i quali il manifesto, Linea d’ombra, Pulp, Liberazione. Gratis. (“Gratis” non è una nuova testata giornalistica, è l’ammontare dei compensi ricavati dall’ottanta per cento della mia attività critica in dieci anni di lavoro). […] Perché vi racconto i fatti miei? Per dirvi che potete sbattervi finché volete, pinneggiare soddisfatti fra le onde del mercato editoriale o ringhiargli contro, ma finché di mestiere fate gli intellettuali vivrete per sempre felici in una decorosa e linda topaia in affitto.»
«Se vedi un affamato non dargli del riso: insegnagli a coltivarlo» (Confucio).
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(Se) Non lo leggi subito sono guai
Ci sono testi destinati a scomparire, soprattutto quando l’inchiostro è antipatico. Arriva dall’Argentina la moda del libro a orologeria.
Sembra che la pessima abitudine d’accumulare libri sul comodino stia creando grane al mondo dell’editoria, «Questa "tradizione" rallenta l'acquisto di un altro libro e il mercato tende così ad una stasi di difficile recupero, impedendo agli editori nuovi investimenti». (Fonte: PuntoInformatico).
Eterna Cadencia – e quell’eterna lascia perplessi – ha pensato d’investire sui giovani autori sudamericani inventandosi i «libri a scadenza», scrittori sbarazzini per testi di cui sbarazzarsi. «In pratica, i tomi venduti dovranno essere letti entro e non oltre 60 giorni. Allo scadere di questo termine, le parole contenute nella stampa tenderanno a scomparire, lasciando le pagine completamente vuote». Questa scoperta dovrebbe abbindolare i curiosi, sveltire i lettori pigroni e lasciare il piacere di un bel dorso colorato a chi coi romanzi arreda la libreria. Contenti tutti. O no?
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Non ti curar di lor
Scrittori antipatici, odiati, ma seguiti; pare che il creare malanimo porti alla pubblicazione. Di questo non sono certa, ma da qualche parte qualcuno ti manda di sicuro.
A detta di Simone Maria Navarra «volendo apparire e di conseguenza essere conosciuti e letti, l'antipatia o la semplice e brutale stronzaggine ci renderanno molto visibili e di conseguenza non dico apprezzati […] ma almeno odiosi al punto giusto perché la gente si ricordi di noi». Le indicazioni di Navarra per approdare al sicuro successo – l’ostilità è certa, la pubblicazione in forse – vanno dal «Non accettate consigli e commenti» al «Siate sprezzanti nelle risposte»; ci sono poi utili indicazioni su come tenere un blog facendo imbufalire gli internauti.
Gian Mario Villalta – scrittore e direttore artistico di Pordenonelegge – al tema ha dedicato il libro Padroni a casa nostra (Mondadori, 2009). Secondo Villalta, i veneti sono piuttosto scorbutici. Quindi, se siete scrittori e risiedete da quelle parti, avete una marcia in più.
A Oriana Fallaci l’argomento ha portato bene, Gli antipatici – pubblicato da Rizzoli nel 1963 – torna finalmente in libreria. Un estratto ci permette di sapere che l’autrice aveva di Hitchcock una pessima opinione, «Ad essere obiettivi, era decisamente schifoso: gonfio, paonazzo, una foca vestita da uomo. Non gli mancavan che i baffi. Da quel grasso di foca il sudore colava copioso ed olioso, in più fumava un puzzolentissimo sigaro che aveva il solo vantaggio di nasconderlo per lunghi secondi dietro una densa nube azzurrina».
Risultate antipatici parlando d’antipatici: il mondo ve ne renderà merito!
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