Abbecediscolo - Lettera E (Puntata n. 5)
Dal flop al fan: se il libro non vende la colpa è dei lettori.
Povero scrittore, incompreso e vilipeso dal lettore caprone! Ahi, che scorno e che scherno! E guai a dare colpe all’autore: la mira la si prende meglio puntando verso il basso.
Difatti, «c'è un complotto dei lettori, fors'anche dei librai, certamente dei critici, contro l'ultimo romanzo di Alessandro Piperno, “grande scrittore”, anzi “erede italiano di Bellow e di Roth”, peraltro all'insaputa dei più. Chi lo dice? Pierluigi Battista, che smaschera sul “Corriere della Sera” la feroce macchinazione». Ce lo racconta Marco Travaglio su L’Espresso.
Nonostante il complotto, però, Inseparabili (Mondadori, 2012) risultava essere fin da subito il favorito di questo Premio Strega. Massimiliano Parente, a modo suo, appoggiava Alessandro Piperno: «Thomas Bernhard lo ha detto meglio di me: ricevere un premio è come farsi defecare in testa. Se si moltiplica questo concetto per 400 giurati… Ad Alessandro faccio tanti auguri.»
Un brindisi andato a buon fine: dall’amaro all’Amaro passando per l’ammiro. Prosit!
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Einaudi
I libri devono campare, ma ora l’idea è campata per aria.
L’acquario editoriale, incapace di portare in tavola orate e branzini, si dà alla più facile frittura. Piatti veloci per lettori – ahimè – sempre meno voraci.
C’è stato un tempo in cui Einaudi era sinonimo di qualità e di libri destinati a durare a lungo. «Giulio Einaudi, che si è sempre sentito il miglior editore italiano», e l’ha ribadito più volte durante i suoi sessantaquattro anni d’attività, «andava fiero della longevità dei titoli del suo catalogo e non si stancava di ripetere che la migliore garanzia che un editore potesse dare al suo autore, era di assicurare nel tempo la vita dei suoi libri» lo dice Roberto Gilodi, agente letterario di Reiser Agency.
In questi anni d’italica editoria fuggente – ce lo racconta Seia Montanelli di Stilos – «vengono pubblicati ogni giorno circa 170 libri», ciascun titolo ha «una “vita media” di circa 40-60 giorni» e, se proprio vogliamo dirla tutta, «il 35% della tiratura di quei 170 libri editi al giorno, è destinato al macero». Al momento, quindi, i romanzi invidiano la longevità dell’elenco telefonico e gli editori quella di Giulio Einaudi.
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Elogi logici
Quando gli uccellini campano dello stesso becchime.
Far parte di una scuderia editoriale è come essere parenti, più o meno alla lontana. Non ci sorprende, quindi, che tra cugini i complimenti nascano spontanei e che, spesso, i salmi nascondano una salma nell’armadio.
«Sabato sulla spiaggia con un bel libro – il paradiso. Si tratta de ‘Il suggeritore’, di Donato Carrisi – una brillante e inquietante storia di serial killer» lo cinguetta Ken Follett su Twitter, scordandosi d’aggiungere che lui e Donato Carrisi hanno lo stesso agente: Luigi Bernabò.
Il mondo è davvero piccolo!
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Esordienti
Uno su mille ce la fa. Gli altri pubblicano a pagamento.
Guai a ribadire che l’editoria a pagamento è la tipografia del vanesio, verrete sommersi da esempi calzanti di autori classici che vi sono ricorsi. Lasciamo riposare in pace Alberto Moravia, facciamo Gli indifferenti (Alpes, 1929).
Tra le ultime iniziative dedicate alla caccia all’esordiente, vale la pena segnalare il Festival dell’Inedito.
Il progetto – come attestano i commenti sulla pagina Facebook – è stato accolto con favore.
«È un modo più subdolo e sottile per spillare soldi agli aspiranti scrittori. [...] Se fosse una manifestazione veramente disinteressata e mirata alla ricerca dei veri talenti, non ci sarebbero cifre così alte da sborsare. Pensateci...» afferma Simone Togneri, a cui fa eco Carolina Cutolo asserendo l’evidenza di una discriminante «squisitamente pecuniaria» tra esordiente provvisto di talenti ed esordiente di solo talento. A chiudere il cerchio ci pensa Chiara Beretta Mazzotta che, conscia dei grandi nomi del Festival – tra loro anche Antonio Scurati –, si stupisce «che un’iniziativa come questa veda coinvolti professionisti del settore, sponsor... realtà che danno credibilità e autorevolezza a una operazione francamente dubbia. Così si acchiappano autori ma si avvalorano anche comportamenti altrettanto scorretti (premi e concorsi a pagamento, Eap).»
Ormai, il valore degli esordienti è universalmente riconosciuto e il pagamento rateale aiuta i più timidi. Del resto, come recita un concorso di poesia, «in questi tempi di incertezza economica, ogni centesimo è importante».
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