Abbecediscolo - Lettera A (Puntata n. 1)
Agente letterario
Figura piuttosto controversa.
Qualcuno sostiene debba stanare talenti a costo zero, altri, invece, trovano che nessuna caccia al tesoro possa iniziare senza prima acquistare una vanga. Insomma, la corsa all’oro passa prima dal front office e l’annosa questione è stata dibattuta da due famose autrici.
Rita Charbonnier consiglia di «evitare gli agenti che chiedono soldi per valutare gli inediti. Gli agenti letterari, per definizione, guadagnano sui guadagni degli autori, non sulle aspirazioni degli aspiranti tali». Michela Murgia le risponde a stretto giro di blog: «Valutare testi in maniera professionale è una competenza e richiede molto tempo, anche quando conduce a un rifiuto di prendere in carico l'aspirante scrittore. Da che mondo è mondo i consulti degli esperti si pagano, perché fare consulenza è un lavoro».
O, per dirlo Con parole nostre, la carta si serve à la carte.
***
Antenato (o lo scrittore a cui mi ispiro)
Ispirare, espirare, ispirarsi. Respiri e sospiri d’ammirazione.
Tutte le interviste ad autori più o meno celebri sono condite da grossi nomi: a loro ci si ispira o ci si vota con fiducia. Citare romanzieri defunti fa sembrare fini intellettuali, citarli mentre sono ancora in vita potrebbe lasciar pensare a uno scambio di favori. In realtà, diffido sempre di chi parla d’antenati artistici: l’unica influenza inevitabile è quella stagionale.
«Alla domanda: “a chi ti ispiri, quale è il poeta che prediligi?”, amo rispondere così: “il poeta che amo di più sono io. Poi, vengono Hikmet e Prèvert”. Non è questione di arroganza. Solo consapevolezza e rifiuto dell’ipocrisia». Questo è Enrico Danna, che parla del proprio libro, dopo aver precisato che «Non è semplice fare la recensione delle proprie opere. Si rischia di essere poco obiettivi e, a volte, anche banali».
Davvero?
***
Autobiografia
Vita noiosa? Vediamo di movimentarla. Raccontandola.
Prima o poi l’idea scatta in ogni scribacchino: raccontarsi. Il bello dell’autobiografia è che trama e personaggi sono sempre chiari, almeno all’autore; il brutto è non rendersi conto che, in fondo, non si ha niente d’interessante da dire. Per questo, tutto sommato, bisognerebbe pubblicare le biografie solo postume e scritte da altri, a cui lasceremo il piacere di dire di noi: in bene o in male, purché se ne parli, e riempiendo gli spazi vuoti con aneddoti interessati noti nemmeno al protagonista.
***
Autografo
Certifica che l’autore sa ancora impugnare una bic.
Lasciare traccia del proprio passaggio è tipico dell’essere umano, dalle grotte di Cro-Magnon al messaggio di Arecibo, ma c’è un momento, in particolare, in cui anche il più schivo tra gli ominidi si sente improvvisamente parte del meccanismo editoriale: la richiesta dell’autografo.
Ci sono lettori che lo chiedono a gran voce ai loro beniamini – lo sghiribizzo è il testimone muto che dichiara «Io c’ero» –; altri ne fanno volentieri a meno.
Alda Merini, a volte, rifiutava di rilasciare autografi e aveva i suoi buoni motivi; Bukowski trovava tale pratica un vero supplizio, Severgnini concede dediche personalizzate anche via Twitter. Paolo Cananzi – autore per I libri di Comix – sostiene d’avere così pochi ammiratori da chiedere l’autografo ogni volta che ne incontra uno. Pare che Stephen King firmi malvolentieri le proprie foto, va meglio coi libri, ma non più di due a persona. Fabri Fibra ammette che mai avrebbe immaginato di rilasciare autografi. Come dargli torto?
***
Autostima (o, il pozzo e il pungolo)
Non esistono scrittori timidi e la cosa vale anche per chi usa pseudonimi. Scrivere è correre in piazza, tenendo in testa un paio di mutandoni, circumnavigare il monumento ai caduti delle due guerre con passo gagliardo e convincere tutti che la cosa abbia un senso. Ci vuole autostima, certo, condita da una sana faccia tosta.
Scrittori con quattordici primavere e trenta libri nel cassetto e scrittori suicidi a pagina quattro, ma, secondo Marco Vigevani, «gli scrittori migliori sono quelli che a una forte autostima uniscono una buone dose di autocritica». Su Giornalettismo, invece, apprendiamo che chi ha problemi d’autostima non dovrebbe scrivere un libro. In questi casi, risulta più utile l’analista. Radio 1 ci informa che «intervistare uno scrittore, anche esordiente, non è mai facile. Un po’ per la ritrosia che spesso cela un grande ego, un po' per il grande ego che spesso dilaga senza mai giungere a conclusione». Tanto vale parlare del meteo, allora.
Speciali
- Corso online di Scrittura Creativa
- Corso online di Editing
- Corso SEC online (Scrittura Editoria Coaching)
- Lezioni di scrittura creativa
- Conoscere l'editing
- Scrivere un romanzo in 100 giorni
- Interviste a scrittori
- Curiosità grammaticali
- Case editrici
- La bellezza nascosta
- Gli influencer dei libri su Instagram – #InstaBooks
- Puglia infelice – Reportage sulle mafie pugliesi
- Letture di scrittura creativa
- Consigli di lettura
- L'Islam spiegato ai figli
- Interviste a editor e redattori
- Interviste a blog letterari
- Interviste a giornalisti culturali
- Interviste a docenti
- Come scrivere una sceneggiatura
- Premio Strega: interviste e ultimi aggiornamenti
- Premio Campiello: interviste e ultime novità
- Premio Galileo: interviste
- I nuovi schiavi. Reportage tra i lavoratori agricoli
- La Webzine di Sul Romanzo
Archivio Post
Più cercati
- Quanto fa vendere il Premio Strega? I dati reali
- Che tipo di lettore sei?
- I 20 consigli di scrittura di Stephen King
- Test di grammatica italiana, qual è la risposta giusta?
- Classifica dei libri più venduti di tutti i tempi nel mondo
- Come scrivere un romanzo: 15 modi utili
- 11 consigli per trovare la tua writing zone
- 13 cose che gli amanti dei libri sanno fare meglio di tutti
- 7 posti che tutti gli scrittori dovrebbero visitare almeno una volta
- Carlos Ruiz Zafòn ci racconta il suo Cimitero dei libri dimenticati
- I 10 film più divertenti di tutti i tempi
- I consigli di scrittura di 11 scrittori
- La reazione di Cesare Pavese quando vinse il Premio Strega
- Le 10 biblioteche più grandi del mondo
- Marcel Proust pagò per le prime recensioni di “Alla ricerca del tempo perduto”
- Perché uscire con uno scrittore? 10 motivi validi