A Taranto c’è “L’Isola che Vogliamo” per rinascere a nuova vita
Nasce da un gruppo di giovani ostinati di Taranto L’Isola che vogliamo, uno degli eventi di punta dell’estate pugliese. Un laboratorio per il rinnovamento tarantino e della sua città vecchia – che è appunto un’isola – negli ultimi anni lasciata purtroppo in balìa di se stessa, tra ruderi, case abbandonate, degrado. L’ostinazione è un approccio che contiene in sé qualcosa di potenzialmente più esplosivo della caparbietà o della tenacia: è voglia di arrivare alla meta, voglia di riscattarsi da un’immagine offuscata dalle polveri dell’Ilva e dalla patina mediatica delle (gravi) urgenze ambientali che ha coperto le bellezze storiche, archeologiche e architettoniche di una delle città più belle del Mediterraneo, la capitale della Magna Grecia. Parte da questo progetto un po’ “folle” L’Isola che vogliamo.
Quattro serate – sabato 9 agosto, mercoledì 13, sabato 16 e mercoledì 20 – proveranno a far riscoprire in primis ai tarantini, e poi a portare sulla ribalta nazionale, il volto autentico della città vecchia – fondata intorno all’anno Mille e separata da un ponte dalla parte più nuova della Città dei Due Mari – con il suo patrimonio storico, architettonico, monumentale ed enogastronomico, tra i più rilevanti del Sud Italia. Qui troviamo numerose chiese, tra cui la Cattedrale di San Cataldo, tra le più antiche della Puglia, chiostri medievali, ipogei, il Castello aragonese.
«L’Isola che vogliamo è un vero e proprio percorso di riscoperta degli aspetti più affascinanti, suggestivi e del capoluogo jonico – spiegano gli organizzatori – finalizzato al rilancio in chiave turistica, culturale ed enogastronomica dei suoi tesori nascosti. Riscoprire un territorio ricco di risorse spesso passate in secondo piano nel corso di questi ultimi anni, tra i peggiori per la città di Taranto. Questa è la città che vogliamo, che accetta la sfida di rimboccarsi le maniche con l’orgoglio dell’appartenenza».
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La misura della vivacità del centro ionico che non si rassegna ad un ruolo ai margini e guarda alle sue risorse è data anche dal numero crescente di scrittori tarantini che da qui traggono spunti e ispirazione, come da Cosimo Argentina a Flavia Piccinni, solo per citarne un paio.
Promossa dall’associazione Terra e dedicata a Lucio Dione, la manifestazione si articola in una serie di percorsi tematici, tra musica, arte, gastronomia, cultura e valorizzazione della cultura del mare, tutti accessibili anche a chi è in carrozzella o in bici. I numeri raggiunti lo scorso anno da L’Isola che vogliamo (circa 100mila visitatori) fanno ben sperare anche per questa quarta edizione.
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