Tutti i contenuti di Marco Giacosa
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Tipo: BlogMer, 19/06/2013 - 15:30
Racconto pubblicato nella Webzine Sul Romanzo n. 3/2013, Le tentazioni della cultura.
Un pompiere scende, attirato al portone da una donna agitata; l’altro prende una torcia e illumina i piani alti. Tonino e Giovanna fanno un passo avanti, gettano gli occhi all’insù. L’attenzione è per il balcone del quinto piano, l’appartamento sembra buio, nessun uomo o donna pronti a lanciarsi nel vuoto.
Nella casistica delle morti più probabili, al tredicesimo posto c’è morire in un incendio: una probabilità su 1.235.Tonino pensa che stia per scoppiare una bombola del gas, Giovanna che una vecchietta stia per gettarsi giù. Entrambi pensano sia meglio fare qualche passo e attraversare via Giotto, dal lato dei guardoni rispetto alla scena, al sicuro.
Un passante: «È successo qualcosa?»... -
Tipo: VideoDom, 16/06/2013 - 11:30
[La Donna Blu, blu per via del trittico occhiali smalto e borsa, arrivata in città alla stazione Porta Nuova, persa nel circolo magico della cultura libraria che trapassa in quella cinematografica, seduta poi tra il pubblico del Premio Calvino, rientra il albergo e accende la tv. Stanno dando questo.]
Bart: «Calma un attimo, mi scusi. Deve sapere che il libro di James Redfield, La profezia di Celestino è un libretto new age del cazzo e noi qui i libretti new age del cazzo non li abbiamo.»
Andrea Straniero: «È vero. Mai avuti.»
... -
Tipo: BlogMar, 23/04/2013 - 16:33
Chi ha l’occhio, trova quello che cerca a occhi chiusi.
Italo CalvinoÈ seduta al Circolo dei Lettori, palazzo d’epoca e cornice prestigiosa, uno dei vanti della città.
Figo, pensa la donna blu.
Blu per via del trittico occhiali smalto e borsa, arrivata in città alla stazione Porta Nuova e persa nel circolo magico della cultura libraria che trapassa in quella cinematografica.
Adesso è qui, ha un libro in mano.
Legge.La partita è finita da dieci minuti e gli ospiti stanno per lasciare il piccolo impianto. Non li hanno fatti aspettare molto, perché il pubblico non superava le cinquecento persone.
E poi in questura non hanno preoccupazioni:... -
Tipo: BlogVen, 12/04/2013 - 15:30
Se può essere scritto, o pensato, può essere filmato.
Stanley Kubrick
Può essere certamente filmata, perché può essere scritta, la donna blu che cammina per il centro di Torino in questo grigio pomeriggio di aprile.
È arrivata a Porta Nuova cercando un libro che raccontasse la storia che aveva in testa, è stata vista sotto i portici di piazza Carlo Felice, è poi sparita in un bar in compagnia di un vecchio libraio.
È riapparsa infine in via Carlo Alberto, a pochi metri da corso Vittorio, e sta passeggiando veloce verso la piazza della Biblioteca Nazionale.
È la storia di due coppie sui 35 anni.
Le due coppie non si conoscono.
Una sera succede questo: Luca finisce il turno, sale sulla moto e si mette in tangenziale, per tornare a Borgaro dove...
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Tipo: BlogLun, 25/02/2013 - 12:16
La lettura è il viaggio di chi non può prendere un treno.
Francis de Croisset
Invece la maggior parte di chi è qui un treno lo prenderà o l’ha appena preso (o perso), trolley verde fosforescente o borsa da lavoro in cuoio nero, un bagaglio perlopiù a mano per un viaggio breve, con sosta in libreria, alla Feltrinelli della stazione Porta Nuova di Torino.
“Vorrei quel libro che parla di un ragazzino che trova un milione di lire in un vaso di fiori…” sta chiedendo la donna blu al banco informazioni fatto come la reception mobile di un albergo volante, scaffali anziché stanze i luoghi in cui ritrovarsi (o perdersi).
A Torino ci arrivi in aereo e a Caselle la scelta è capace di appagare soltanto le esigenze (limitate) di un lettore occasionale; ci arrivi in autostrada e sappiamo come sono gli autogrill; alla fine (o all’inizio) del viaggio vero, quello in treno, la libreria è invece accogliente, ospitale, migliaia di libri che racchiudono miliardi di pensieri in milioni di storie. E la donna blu al banco informazioni, come tutti,...
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Tipo: BlogDom, 17/02/2013 - 12:30
[Racconto pubblicato sulla Webzine Sul Romanzo n. 1/2013]
Nove, forse dieci minuti dall’inizio, appena passato il ponte, all’altezza del faggio grosso, nemmeno due chilometri e qualcuno mi fa: «Se smetti di correre, muori».
Così, eccomi qui, l’orologio Garmin nero per podisti che segna chilometri trentatré e metri quattrocento. Io, che ho cinquantacinque anni, una moglie e un figlio che mi aspettano a casa… io, che non ho mai corso più di quindici chilometri di fila... io, adesso, non ho paura.
È passata poco prima di entrare in questa confusione che non controllo.
Mi è già successo di avere paura: anni 34, quando Anna ha partorito; anni 53, quando mi hanno tamponato sull’Aurelia; anni 54, il giorno dello scorpione; anni 54, all’uscita della metropolitana; anni 54, quando sono caduto dallo scooter.
Se smetto di correre, muoio. Non provo nemmeno panico,...
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