Tutti i contenuti di Davide Ecatti
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Tipo: BlogVen, 12/10/2012 - 09:39
La letteratura e i libri in generale hanno il grande potere di condurre spesso la mente a riflettere su verità grandi o piccole. Sono quei dettagli dell’esistenza su cui un libro ha il potere di abbassare una lente potentissima. Questo fenomeno complesso procede talvolta per analogie di nomi, situazioni, fatti, personaggi. Persino il caso alcune volte ci mette lo zampino.
Prendiamo ad esempio un personaggio famosissimo, il fedele servitore del cavaliere dalla figura triste, Don Chisciotte. Il simpatico Sancho Panza. Nelle straordinarie pagine di Miguel de Cervantes egli è il paziente e fedele compagno del folle e tenero signore che vedeva nei mulini a vento dei terribili mostri. Sancho rappresenta quella parte di necessaria ragione che permette al cavaliere di togliersi dagli impicci più intricati e dai guai più terribili. Ma chi è Sancho Panza al di là del suo autore, chi è e cosa rappresenta? Forse potremmo scoprire altri aspetti sul suo conto cercandolo in libri diversi e procedendo per associazioni, riferimenti al suo nome e ai valori che egli esprime.È il 1917. Franz Kafka scrive un brevissimo racconto. Solo poche righe. È... -
Tipo: BlogGio, 09/08/2012 - 19:38
Uscendo dalla scuola sarà forse capitato a molti di avere un ricordo non bellissimo delle materie scientifiche, un po’ per la difficoltà degli argomenti, un po’ per una certa distanza dal mondo di tutti i giorni. Coloro che, nonostante la scuola, hanno mantenuto la curiosità per la scienza, forse hanno trovato occasione di coltivare l’interesse per la matematica, la fisica, la geometria, attraverso l’immensa offerta di materiale divulgativo. I programmi televisivi non si contano, come i libri, le conferenze. Eppure la divulgazione nasconde un doppio pericolo. Il primo consiste nel banalizzare un argomento nel tentativo, seppur apprezzabile, di renderlo più facile. Il secondo consiste nella ricerca a tutti i costi di far passare per misterioso e soprannaturale ciò che invece sarebbe spiegabile con tanta semplicità. Così non si contano i racconti sui templari, che disponevano di poteri immensi grazie a figure geometriche e simboliche, o collegamenti tra strani messaggi nascosti nei geroglifici egiziani e la forma delle piramidi suggerite da civiltà extraterrestri. Niente di più banale e avvilente!
Il libro di Mario Livio, La sezione aurea. Storia di un numero e di un mistero... -
Tipo: BlogLun, 18/06/2012 - 10:14
Per un’edizione londinese di Madame Bovary del 1902, Henry James scrisse un’introduzione al romanzo di Gustave Flaubert nella quale ripercorre con grande efficacia e intensità emotiva la vicenda umana e letteraria del grande scrittore francese.
Henry James conobbe Flaubert ed egli stesso fu un grande scrittore, perciò le sue opinioni giungono da un punto di vista privilegiato, in cui si fondono esperienza diretta e consapevolezza delle difficoltà del lavoro di romanziere. Forse anche per questo leggendo le sue pagine è facile ricevere la sensazione di una testimonianza vissuta prima ancora di un’analisi di critica letteraria.
L’autore sottolinea quanto la storia delle fatiche letterarie di Flaubert coincida con la sua stessa vita. Secondo James, egli non nacque romanziere o scrittore, piuttosto visse da romanziere e scrittore. La sua produzione letteraria, abbastanza limitata da un punto di vista quantitativo, è un distillato di riflessioni, studi, anni di isolamento alla ricerca delle frasi più adatte o della situazione più adeguata per rappresentare lo stato d’animo di un personaggio.
A proposito di Emma Bovary, Henry James sottolinea che questo personaggio...
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Tipo: BlogLun, 28/05/2012 - 12:16
La lettura del romanzo Acque Letali (Ciesse Edizioni, 2012) è un'ottima occasione per riflettere sul rapporto tra romanzo e sceneggiatura. È un’occasione rara e privilegiata perché, contrariamente a quanto in genere accade, il romanzo è tratto da una sceneggiatura, intitolata Prima che finisca il giorno, vincitrice nell’edizione 2008 dell’Endas International Screenplay Competition.
Il solo fatto di sapere che il punto di partenza è stato un vero e proprio copione cinematografico, offre la possibilità di considerarlo un caso di studio, da cui trarre molti insegnamenti su come imbastire una storia caratterizzata da una trama ricca e coinvolgente. Quello che ci vuole per un buon film. Innanzitutto il tema. Il libro parla del drammatico problema dei rifiuti tossici, in questo caso persino radioattivi, nascosti nelle cave di un terreno della campagna del sud Italia. Un terremoto danneggia le cave e i rifiuti radioattivi corrono il rischio di finire entro breve nelle falde acquifere uccidendo e contaminando ogni forma di vita. Un altro aspetto da notare riguarda gli autori. Gian Giuseppe Ruzzu è un maggiore dell’Arma dei carabinieri, Carlo Carere è stato per dodici anni ufficiale dell’Arma e attualmente lavora a...
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Tipo: BlogGio, 10/05/2012 - 09:33
Molti anni dopo il Ministro dell’Economia avrebbe dato immensa popolarità a una parola simpatica, molto efficace per indicare figli ormai maturi che continuano a stare a casa con i genitori invece di rendersi autonomi. Molti anni dopo una crisi economica profonda e grave avrebbe reso la categoria dei bamboccioni così numerosa da caratterizzare in modo significativo il quadro sociale dei rapporti tra i figli e le loro famiglie d’origine. Ma per parlare del bamboccione in questione dobbiamo restare nel luglio del 1904, quando Luigi Pirandello pubblica sulla rivista «La Riviera Ligure» una novella intitolata La buon anima.
Il protagonista è Bartolino Fiorenzo, un giovanottone tondo e rubicondo con l’aria, appunto, di un bamboccione, come afferma il grande scrittore siciliano. Viene subito in mente un confronto con l’accezione attribuita a questo termine ai giorni nostri. Oltre al significato accennato poco sopra relativo al figlio ancora dipendente dai genitori pur essendo già "grande", forse è possibile aggiungere altri due significati. Bamboccione nel senso di uomo poco responsabile, viziato e poco maturo. Ma questo significato sembra da escludere nel caso di Bartolino perché è una persona diligente, studiosa. Bamboccione nel senso di uomo...
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Tipo: BlogGio, 05/04/2012 - 10:02
Il rapporto tra cinema e letteratura è complesso e ricchissimo. Vengono in mente tanti grandi registi che hanno girato film indimenticabili tratti da libri straordinari: Vittorio De Sica con La Ciociara o Il Giardino dei Finzi Contini, Mauro Bolognini con Senilità o Il bell’Antonio, Luchino Visconti con Il Gattopardo, solo per citarne alcuni. Ma il rapporto tra cinema ed opera letteraria si presta non solo ad un’analisi dello studio dell’adattamento del libro per la realizzazione di un film. È un rapporto vivo che suggerisce diverse domande sulla costruzione del film in quanto tale. Quali sono gli elementi che rendono una storia raccontata per immagini davvero interessante e ben realizzata? Molti esperti hanno dato risposte importanti a questa domanda.
Suso Cecchi d’Amico sosteneva che per scrivere una buona sceneggiatura è fondamentale conoscere la letteratura. Uno specialista di sceneggiatura come Chris Vogler, spiega che le storie tratte dalla mitologia funzionano benissimo per costruire l’impianto della trama. Seguendo i seminari di un acclamato maestro...
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