Tutti i contenuti di Barbara Greggio
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Tipo: BlogVen, 29/04/2011 - 10:47
«Sì, il teatro è crudele, la rappresentazione del mondo o supera in crudeltà la crudeltà stessa della realtà o è soltanto mediocrità di chiacchiere e fallimento di azione.»
Non esiste uno spazio temporale definito, a Euroland i giorni si ammassano veloci, scivolando pesanti uno sull’altro. L’Europa ha perso colore, la guerriglia impera ovunque, le città e i paesi cadono vittime di bande partigiane che non si sa bene da quale parte stiano. Il potere temporale è una cupola d’aria sotto cui solo i cristiani possono respirare, il resto è eresia.
Brendano è monaco a Morimondo, vive di questua e salmi, e non conosce pace. Là fuori, si ripete, c’è la Festa. Non c’è scelta, bisogna andare, conoscere, sperimentare, cercare. In una parola: vivere. Wulferio sarà la festa suprema, vertigine dei sensi e incantamento dell’anima. Leviatano la loro casa. Per le strade si respira odore di morte, la polvere sale densa dalle macerie, la fame uccide chi scampa ai mitragliatori. Si combatte senza tregua, una guerra di nessuno, che di santo ha ben poco. Si riaccendono vecchie supertizioni, i boschi tornano a partotire streghe da bruciare sul rogo, le rappresentazioni sacre attirano il... -
Tipo: BlogMer, 16/02/2011 - 11:06
...una particella può entrare in palcoscenico, però, facendolo, lo incurva e lo modifica, così il palcoscenico diventa a sua volta un attore, cambiando le caratteristiche della particella...
Addentrarsi tra le pagine del nuovo romanzo di Bruno Arpaia è come inerpicarsi su una roccia a strapiombo sul mare, sospinti verso il nulla da raffiche di vento scostanti e improvvise. Si fa giusto in tempo ad abituarsi alla narrazione letteraria che, d’un tratto, ci s’imbatte in formule, numeri, definizioni. La fisica si fa acqua che impregna le parole e s’insinua sotto la pelle del lettore. I cambi di scena repentini, così come lo spostamento irregolare sulla linea del tempo, accelerano il racconto. I ruoli sociali s’invertono con un padre attento e presente nella vita del figlio e una madre fagocitata dai sotterranei del CERN. Il lavoro di Emilia apre una falla nel rapporto coniugale, generando in Pietro il tormento della solitudine. Le metafore che Arpaia distribuisce con sapiente alternanza lungo la narrazione coinvolgono il lettore, conducendolo al cuore del racconto: la fisica. Chi non è avvezzo alla scienza, a neutrini, quark, stringhe e...
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Tipo: BlogMer, 26/01/2011 - 11:59
“Sentimenti sovversivi” (Ed. Meet les bilingues)
“Se nella tua vita sono tante, di solito, le case che hai abitato, che abiti, e che abiterai, mi sono accorto che fra queste da una parte c’è la casa dello stare, dall’altra la casa dell’essere. Quest’ultima è meglio non coincida con casa tua. È piuttosto un sentimento.” Si potrebbe riassumere in queste poche righe l’essenza più profonda del nuovo romanzo di Roberto Ferrucci. La casa dello stare è, per lui, Venezia, quella dell’essere, Saint-Nazaire.
Ospite del MEET (Maison des Écrivains Étrangers et des Traducteurs), Ferrucci ha la possibilità di riflettere su se stesso e sul proprio paese, senza l’invadenza della quotidianità. Il tempo trascorso lontano dall’Italia, protetto dal calore del suo rifugio di scrittura, si dilata, prendendo forma in ricordi e rabbia. Sentendosi sempre altro, fuori posto, fuori tempo, afono in una nazione di urlatori e commedianti. Annaspando nel protrarsi di giorni sbagliati, inabissato da scelte altrui. Camminando per i viali della memoria, trovando sempre – purtroppo – qualcosa che non va, una nausea che si fatica a tenere sotto controllo. Ferrucci esprime, senza mezze misure, il suo...
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Tipo: BlogSab, 18/12/2010 - 10:40
“Le luci nelle case degli altri” di Chiara Gamberale (Mondadori)
Le luci nelle case degli altri sono segreti di famiglia, gesti proibiti, parole non dette. L’ombra che avvolge il privato s’illumina di uno sguardo inconsueto, estraneo eppure vicino. Viviamo tutti all’oscuro di qualcosa che ci riguarda.
Il titolo evocativo e la copertina delicata influenzano il primo approccio che ho con questo romanzo. Seguo l’istinto, mi lascio guidare dalla sensazione positiva che tenerlo tra le mani mi regala. L’aspettativa è alta. Le prime pagine scorrono un po’ a rilento, del resto bisogna conoscere i protagonisti, comprenderne le abitudini, sbirciare nel loro passato. Le parole camminano lungo le scale di un condominio di cinque piani, più un ex-lavatoio al sesto. Cinque famiglie, più o meno tradizionali, mescolano umori e dissapori in riunioni infinite, discusse con accorata partecipazione. Una bambina, orfana di madre e ignara del padre, s’infila nelle case degli altri, tra le stanze delle loro vite.
Mandorla, questo il suo nome, è figlia di Maria, l’...
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Tipo: BlogVen, 26/11/2010 - 10:48
“La fine del mondo storto” di Mauro Corona (Ed. Mondadori)
Mettiamo che un giorno il mondo si sveglia e scopre che sono finiti petrolio, carbone ed energia elettrica. (…) “Sacramento che disgrazia!”… “Non sappiamo usare le mani.”Ai tempi delle vacche obese ognuno pensava per sé, non esisteva collaborazione né rispetto. Ci si azzuffava per un nonnulla, si accumulavano ricchezze a discapito di onestà e buon senso. Poi una mattina tutto finisce. La tecnologia – idolatrata – regna su un mondo silenzioso e buio. I lampioni non illuminano più le strade, dai termosifoni non si alza calore, i motori si fermano. È la fine del mondo storto. Gli uomini iniziano a morire come mosche, almeno due terzi della popolazione mondiale non arriveranno alla primavera successiva.... -
Tipo: BlogMar, 19/10/2010 - 10:12
Di Barbara Greggio
“Quando la notte” di Cristina Comencini (Ed. Feltrinelli)Siamo sulla stessa strada, Manfred, io da un lato, tu dall’altro.Marina non è come le sue sorelle, lei è strana e lo è sempre stata. Il pensiero è la migliore delle compagnie, la libertà di dedicarsi ad un mondo di fantasie le manca. Non ha più tempo, Marina. Ha un figlio ora, che non dorme e piange. Lo strazio del pianto si conficca nel cervello, fino a spegnerlo. Il buio, assenza di suono, e poi di nuovo la luce. Un mese da sola con lui, in montagna. Un mese lontano da Mario, suo marito, trenta giorni per dimostrargli che ce la può fare, che non è l’incapace che lui sospetta.Felicità, infelicità, che cazzate Manfred. Tu mi hai...
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