Tutti i contenuti di Barbara Greggio
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Tipo: BlogMar, 22/11/2011 - 09:55
Oggi so che quell’amore pulcino conteneva tutti gli addii seguenti.
Il ragazzino ha dieci anni, è introverso, riflessivo. Quando sta a casa piange, canta, butta fuori la malinconia che gli macera il petto. Vive con una sorella solare, esuberante, in grado di catalizzare l’attenzione di tutti, capace di adattarsi a ogni nuova situazione. L’estate lo porta su un’isola, solo con la madre. Ischia è sfondo e profumi, nella narrazione di De Luca. Non c’è linea di demarcazione tra sensazioni e pensieri. Gli occhi del protagonista si riempiono di sabbia e cielo, le descrizioni sono immagini nitide e luminose. Nello scorrere di giornate tutte uguali, solitarie e salmastre, il lettore ha la percezione di respirare la stessa aria che si respira sull’isola, pestando le orme lasciate sul bagnasciuga. Una lotta interiore divora l’animo del ragazzino. Da una parte il corpo che ancora mantiene fattezze infantili, dall’altra la mente veloce e arguta di un uomo che si affaccia all’età adulta. La faccia pulita, lo slancio delle gambe ancora troppo corto, il petto sottile e asciutto. Forse bisogna romperlo,...
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Tipo: BlogMer, 05/10/2011 - 09:51
“Storia della mia purezza” è un romanzo, ma potrebbe essere anche la sceneggiatura di un film. Piero Rosini, protagonista attivo e passivo, è un giovanotto di poche speranze, chiuso nel grigiore di un fervore cattolico che stenta a prendere fuoco. Ripudia - come nella più classica delle parabole - le ricchezze paterne, fugge al richiamo perverso della materialità concentrando tutte le sue energie sull’anima. Prega da solo, in chiesa, con un gruppo di amici (le “Teste Pensanti”). Ogni gesto, pensiero, azione involontaria, sembra finalizzato alla conquista del Paradiso, di un barlume di santità in grado di alleggerire la pesantezza del corpo.
Ha una moglie bella, giovane e paziente, che accondiscende alla castità del marito senza troppa fatica. Orfana di madre, vive nell’attesa spaventosa che tutti i suoi cari muoiano, per lei un litigio non dura mai più di un minuto, la riconciliazione è un obbligo vitale, un obolo da pagare per avere la coscienza libera da eventuali sensi di colpa eterni.
Ada, la sorella, cognata di Piero, segnerà l’inizio di una nuova vita, di un cambiamento più esteriore...
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Tipo: BlogSab, 24/09/2011 - 08:35
Il 23 settembre 1985 era un lunedì. La città si tuffava nel mare, con le luci che cadevano sull’acqua e si spingevano molli fino alla linea dell’orizzonte. C’era aria calda, dell’ultimo vento d’estate. La strada che portava al Vomero intersecava Piazza Leonardo. La voce che usciva dalla radio accesa si mescolava al fragore delle onde in lontananza. Era buio, le giornate in quel finire di stagione si accorciavano come le maniche di una vecchia camicia, ormai corte per un ragazzo che cresce. La Mehari verde tagliava il vento, correndo sicura. Due uomini fumavano nell’oscurità, posati a un muro. Orinavano, si facevano notare. Erano lì fermi da un paio d’ore, in attesa che qualcosa accadesse. Il motore della Mehari si spense, e il vuoto fu subito riempito da dieci colpi di pistola, sparati nel buio di una notte appena iniziata. La notizia arrivò presto nella redazione de Il Mattino. Una telefonata come tante, quando il giornale si deve chiudere e mancano poche righe da riempire. Giusto per sapere se qualche fatto è accaduto. E quel fatto, richiesto per prassi, senza alcuna convinzione, era accaduto, ed era un fatto sconcertante. Giancarlo Siani, ventisei anni, era appena stato trovato...
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Tipo: BlogGio, 01/09/2011 - 08:58
Rebecca è una bambina brutta, di una bruttezza che è difficile esprimere a parole. Non le manca nulla, sia chiaro, è solo che quello che ha ce l’ha al posto sbagliato, fuori asse, troppo grande o troppo piccolo. Naturale che la vita le si prospetti amara e solitaria.
Così, almeno, vuole farci credere l’autrice, nel raccontare la quotidianità di questa bimbetta un po’ storta che si affaccia al mondo degli altri, con la speranza di non arrecare troppo disturbo. In realtà Rebecca, che poi tanto sola non è, compensa la terribile bruttezza del suo corpo con un talento fuori dal comune per la musica. Suona il piano fin da piccola, con l’audacia e la delicatezza di una grande artista. Ovvio, e un po’ scontato, che la bruttezza non abbia intaccato lo splendore delle sue mani.
Il riserbo che la protegge da sguardi indiscreti crea sconforto e rabbia nel lettore, viene quasi la tentazione di prendere per il bavero della giacca il padre della piccola, noto ginecologo della città, e scrollargli di dosso l’indolenza che lo caratterizza. Lo stesso dicasi per la madre, troppo fragile per accettare un destino tanto crudele da averla salvata dalla tara per poi tornare ad infierire sulla sua creatura. Amore e silenzio si bilanciano,... -
Tipo: BlogMar, 21/06/2011 - 08:45
“Immaginai di avvicinarmi al tuo letto, di starti accanto in piedi come una volta avevi fatto con me, le posizioni invertite rispetto al mio sogno ricorrente. Come avresti reagito una volta che avessi aperto gli occhi?”
Il viaggio di Mira verso la felicità è un susseguirsi di abbandoni e tradimenti. Appena diciassettenne cade nel tranello della voce malinconica di Dev, giovane cantante in cerca di popolarità. Il serpente che lui ha sul petto la spinge contro i sassi di un sepolcro, legandola per sempre a un destino difficile da compiere. La religione inizia a permeare i suoi giorni, guidandola alla scoperta di rituali e preghiere a lei sconosciuti. L’osservanza dei nuovi compiti di sposa rafforza il carattere debole di Mira, spingendola a contrastare apertamente i principi laici imposti dal padre progressista.
Nonostante il sostegno della nuova famiglia, in particolare della cognata sterile, mite e devota, Mira non riesce a fuggire all’influenza paterna, cadendo soggiogata ai suoi voleri, percorrendo con rassegnata obbedienza una strada tracciata senza il suo consenso. Il sacrificio del primo figlio, in nome di un futuro migliore, di una prospettiva di carriera per il marito e di un lavoro... -
Tipo: BlogMar, 31/05/2011 - 10:58
“’e libri nun se vendono. Ma nun è che nun se vendono mo’. ’E libri nun se so’ venduti maie!”
Il venditore di libri è una figura sconosciuta al lettore, un operatore del settore editoriale che lavora nell’ombra. Il suo compito è simile a quello di un qualunque altro commerciante, se non fosse che il prodotto che vende è il libro, un oggetto che ha in sé il potere di incutere timore e creare fascinazione. Don Procolo, il protagonista di questo racconto di Antonio Franchini, è un venditore del Sud, disincantato, ammaliatore, talvolta cinico. Il suo intuito è infallibile, gli bastano pochi indizi per predire il successo o il fallimento di un'opera letteraria, con la conseguente fortuna o miseria del suo autore. Viaggiare nei ricordi di Don Procolo è un po’ come scendere lungo l’Italia, perdersi tra i paesi sulla costa, scoprire che c’è vita anche quando l’estate finisce, e che, proprio nei mesi vuoti di turisti, il venditore tesse la sua trama. I libri da vendere spesso li sceglie lui direttamente, perché i proprietari delle mercerie, degli empori e delle edicole che li metteranno in bella mostra non capiscono nulla di letteratura e non hanno alcuna dimestichezza con le parole scritte. Sullo sfondo ci sono due...
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