Tutti i contenuti di Alberto Carollo
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Tipo: BlogGio, 22/12/2016 - 10:30
È veramente sicuro ciò che mangiamo? Cosa accade all’interno di un allevamento intensivo? In un'inchiesta sull'industria italiana della carne e dei formaggi, di cui si dà conto in Tritacarne (Rizzoli), la giornalista Giulia Innocenzi che ha lavorato, tra gli altri, con Michele Santoro ad Annozero e Servizio Pubblico, segue animalisti, biologi, veterinari e allevatori per accendere i fari su un ambiente per molti versi sordido e ancora sconosciuto ai più, in cui gli animali sopravvivono a stento in spazi angusti, sporchi, senz'aria, malati e imbottiti di antibiotici che finiscono sulle nostre tavole. Un libro che sta vendendo molto e molto sta facendo discutere. Ne parliamo con l’autrice per i lettori di Sul Romanzo:
Proviamo a partire da una questione politica, perché il nodo di tutto potrebbe anche essere qui. Citando Martin Caparross, lei indica la carne come metafora perfetta della disuguaglianza. Di che tipo di disuguaglianza parliamo...
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Tipo: BlogMar, 20/12/2016 - 12:30
“Meglio non esser mai nati”. Così risponde Sileno a re Mida quando gli viene chiesto qual è la cosa più desiderabile, per sé, al mondo. Da Sofocle ai grandi tragici greci, dall’Ecclesiaste a Plutarco, da Kierkegaard a Simone Weil fino a Schopenhauer la celebre massima esprime, più che un’estrema dichiarazione di pessimismo metafisico, il vivere come un differimento della morte, il sapere e l’intelligenza come sofferenza e solitudine tra/con gli altri che desiderano una felicità ch’è solamente liberazione dal dolore, dal bisogno e dalla noia. In questa prospettiva senza uscite meglio essere niente, rifluire nel nulla. Ancor giovani e inesperte, Juliet e Cressida si burlano di una manciata di filosofi brontoloni e inaciditi dalle loro cupe vicende esistenziali. Le due sorelle sono il volano del nuovo romanzo di Joyce Carol Oates, Scomparsa, uscito a ottobre per Mondadori con l’accurata traduzione di Giuseppe Costigliola; mai come in questo romanzo, per il lettore, soffermarsi sulle dinamiche del rapporto che si instaura tra...
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Tipo: BlogGio, 03/11/2016 - 12:30
È uscito in libreria agli inizi di ottobre il nuovo romanzo di Alessandro Piperno, Dove la storia finisce, edito da Mondadori. È passata una manciata d’anni dai racconti-mémoires di Pubblici infortuni (2013), dalla saga dei Pontecorvo, in Persecuzione (2010) e Inseparabili (Premio Strega, 2012). Ne sono trascorsi undici dall’esordio col botto, Con le peggiori intenzioni (2005) e lo scrittore romano, ebreo per parte di padre, racconta ulteriori sfaccettature della borghesia ebraica altolocata: le convenzioni sociali, le occasioni mancate, l’incomunicabilità, lo smarrimento esistenziale, le invidie e le ambizioni frustrate. Sembrerebbe una vicenda privata, e in effetti lo è per gran parte del racconto, ma poi interviene un evento imprevisto a spezzare il tutto e il lettore perde di vista il particolare per trovarsi, quasi catapultato, a contemplare squarci di un possibile affresco epocale.
Ma andiamo per gradi. Piperno mette in campo diversi personaggi, e li fa incedere con lentezza, svelandoli per gradi o non svelandoli affatto. Si osserva, in effetti, una certa reticenza, una certa insipienza, pure in quei personaggi che assumono maggior rilievo nell’economia del romanzo, a uscirsene dalla loro condizione di “tipi”, a bucare la pagina e debordare da quel che viene...
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Tipo: BlogMar, 04/10/2016 - 11:30
Ai tempi del Gran Tour F. M. Hessemer scriveva nelle sue Lettere dalla Sicilia: «La Sicilia è il puntino sulla i dell’Italia, […] il resto d’Italia mi par soltanto un gambo posto a sorregger un simil fiore». E sembra non smentirlo Massimo Onofri, viterbese d’origine, docente di Letteratura Italiana all’Università di Sassari, collaboratore de «L’indice dei Libri del Mese», «Il Sole-24 Ore» e «Nuovi argomenti», se dopo il fortunato Passaggio in Sardegna (Giunti, 2015) ha inteso proseguire il suo itinerario turistico-letterario in un’altra isola con questo Passaggio in Sicilia (sempre Giunti, 2016). Come a dire: la vocazione al viaggio come esperienza sapienziale, come ricerca spirituale e intellettuale non è stato solo l’appannaggio dei giovani rampolli dell’aristocrazia europea ottocentesca – che diedero inizio al motus e ai viaggi di massa – ma anche un approdo (non conclusivo, forse, ma di certo compiaciuto di «essere uscito dal guado», come chiosa lui stesso) di unaccademico con...
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Tipo: BlogGio, 14/07/2016 - 09:38
È certo che la materia narrativa di Natalia Ginzburg riflette un realismo che affonda le sue radici nell’angoscia esistenziale della sua epoca e – forse – anche del nostro tempo. Un classico, infatti, è sempre contemporaneo, ed è per questo motivo che non ci dimentichiamo di lei, che non smettiamo di leggerla e rileggerla. Risulta difficile un inquadramento dell’autrice nel panorama letterario coevo; non si può certo isolarla nel contesto controverso, nelle correnti, spesso antitetiche, che si sono succedute dal dopoguerra in poi. La Ginzburg risente di quell’atmosfera, è partecipe del suo tempo ma non aderisce ad alcun programma astratto, a qualsivoglia indirizzo, superando i ristretti confini dei vari “ismi” letterari per operare soprattutto sulla linea di una costante fedeltà a sé stessa.
Fedeltà a sé stessi non vuol dire trincerarsi nel proprio io interiore, ricadere nell’autobiografia e...
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Tipo: BlogVen, 03/06/2016 - 11:30
Man mano che si procede nella lettura di Percoco, romanzo d’esordio di Marcello Introna, si avverte un sottile senso di presagio e di tragedia incombente. E sarebbe lo stesso anche se non conoscessimo, a priori, questa pagina di cronaca nera nell’Italia del dopoguerra. Introna affresca una Bari sfavillante e solare, seducente come una Gina Lollobrigida, scanzonata e intelligente come le commedie in bianco e nero di Macario, Totò e De Filippo, che entrano nei salotti dallo schermo della neonata televisione. C’è il desiderio di lasciarsi alle spalle gli orrori – non ancora del tutto consumati – della guerra, di ricercare il benessere economico e la rispettabilità, con un occhio ai piaceri della vita mondana proposti dai vip e alle nuove tendenze della moda che arrivano da oltreoceano. Immersi in questa atmosfera, l’autore ci fa entrare in via Celentano 12, un palazzo borghese alla periferia della città, nell’appartamento dei Percoco, una famiglia di condizioni modeste ma decorose: il padre Vincenzo è un ispettore delle Ferrovie in pensione,...
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