Tutti i contenuti di Loredana Oliva
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Tipo: BlogLun, 22/09/2014 - 11:30
I cittadini italiani sono chiamati a un vero appello del Governo: fateci proposte, progetti, piani, idee innovative. Ma l'Italia "non è un'isola", parafrasando Thomas Merton e John Donne, tendere l'orecchio al cambiamento in atto intorno a noi è un esercizio persino troppo facile. Tra le posizioni più originali sull'Education, è di grande attualità quella di Salman Khan, fondatore della Khan Academy.
Khan, nel 2012, ha pubblicato The One World Schoolhouse: Education Reimagined, l'edizione italiana del libro uscita l'anno scorso (Corbaccio editore) ha un titolo con certamente meno appeal, La scuola in rete, e soprattutto della scuola in rete nel testo si parla poco.
Salman Khan propone una visione del tutto rinnovatrice, di una scuola aperta, collaborativa, interconnessa, stravolgendo, tempi, modi, metodi di apprendimento, processi cognitivi,...
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Tipo: BlogGio, 10/04/2014 - 11:30
Professors, We need You! È il grido accorato, e documentato, con il quale Nicholas Kristof, giornalista americano due volte Premio Pulitzer, ha concluso un suo editoriale sul ruolo degli “accademici”, specialisti in particolar modo nelle scienze umane e politiche, nella società contemporanea.
Nicholas Kristof, inviato di guerra, esperto di politica estera Americana, oppositore di Bush contro la guerra in Iraq, reporter in Africa, che scrive per il «New York Times» dal 1984 ed è editorialista per lo stesso NYT dal 2001, il 15 febbraio 2014 ha deciso di affrontare “i professori”, coloro che, a suo dire, si auto-marginalizzano dalla vita concreta, che scrivono i loro paper in una lingua astrusa e incomprensibile e che rimangono esperti di teoria politica, mentre il mondo, con i suoi enormi problemi, attenderebbe da loro delle soluzioni concrete.
L’articolo è stato rilanciato su Twitter seguito da commenti di opposte vedute...
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Tipo: BlogGio, 20/02/2014 - 12:30
La risposta alla domanda di rito quando ci si conosce («Che lavoro fai?», o, lievemente meno invadente, «Di cosa ti occupi?»), per la categoria alla quale appartengo, è una “passeggiata di salute”. Il dubbio permane qualche volta sul verbo: «Sono giornalista» o «Faccio la/il giornalista». La questione si fa un poco più complessa se l’interlocutore è curioso e vuole saperne di più: politica? cronaca nera? arte, libri, economia?
Se si risponde che ci si occupa di Education, seguono inevitabilmente altre domande. Sì, Education in inglese, poiché se dicessi che sono una giornalista che si occupa di Educazione passerei per un’esperta di bon ton, e probabilmente di questi tempi farei ridere a crepapelle, o chissà mi potrebbe andare anche peggio.
Dovrei dire che mi occupo di «Istruzione, Formazione, di chi insegna e chi impara, di dove lo si fa, come, perché, in che modo, del ruolo che tutto questo ha nelle politiche nazionali, internazionali, nell’economia, nel mercato del lavoro, nella tecnologia, nelle relazioni umane, nei rapporti culturali e sociali nel mondo». Allargo la definizione perché certamente non è...
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Tipo: BlogMer, 08/01/2014 - 16:30
Sono autorizzata, pare, a scrivere di futuro. Da qui, dal centro di un quartiere un tempo popolare, nella vecchia Trastevere, mentre intorno a me ci sono fogli – tanti –, carte, articoli stampati e fotocopie, e addirittura la ricevuta della corretta ricezione di un fax. In uno dei momenti storici più grigi degli ultimi trenta anni, sarà un miracolo, un sortilegio o una distrazione, ma c’è un argomento legato al futuro che mi fa brillare gli occhi. Di più, ci sono delle parole magiche, che mi fanno battere il cuore. Degli sguardi, delle facce che fanno sì che si apra sul mio viso, e nell’anima mia coriacea di giornalista d’esperienza, un grande e fiducioso sorriso.
In ordine crescente di coinvolgimento emotivo, le parole sono le seguenti: makers, stampanti 3D, Fab Lab, personal digital fabrication, laboratori cittadini, fresatrici a più assi, musicisti “a distanza”, oggetti che pensano.
Sono parole che si sono diffuse in Italia poco prima del 2010, nel 2008... -
Tipo: BlogGio, 31/10/2013 - 12:30
L’era del digitale è arrivata, ci viviamo dentro, forse ancora un po’ scomodi, allettati da grandi promesse, confusi da informazioni contrastanti, da una realtà che ci vuole tutti sorvegliati speciali, e nello stesso tempo protagonisti e attori delle scelte future. Andando a guardare in casa d’altri, non troppo lontano da noi, in Francia, proprio per dare armonia al flusso d’informazioni che dovrebbero mettere a proprio agio i cittadini, informandoli con competenza, l’Institut Montaigne, un think tank indipendente, con la vocazione di elaborare delle proposte concrete nel settore pubblico, per la coesione sociale, sulla competitività e l’utilizzo delle risorse dello Stato, ha aperto una riflessione. Ne è nato un rapporto nella forma di un piccolo libro, o meglio un manuale: Pour un New Deal Numérique. Il suo autore Gille Babinet, imprenditore nel settore digitale e presidente del Conseil National du numérique en...
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Tipo: BlogLun, 30/09/2013 - 11:30
Ho letto un articolo, scritto da un grande guru dell’Economia, sull’Istruzione negli Usa. La prima riga, pubblicata dal blog di Harvard Rewiew, dice: «Negli Stati Uniti il nostro sistema di Istruzione superiore si è rotto». Chi scrive è Vijai Govindarajan: un paio di anni fa gli è stato attribuito il terzo posto della classifica Thinkers50 dei più influenti guru del pensiero manageriale moderno, vincendo il “Breakthrough Idea Award” grazie alla campagna per ideare la “$300 house”, una casa dal costo di 300 dollari per le persone più povere nel mondo. È uscito da poco il suo libro Reverse Innovation: Create Far From Home, Win Everywhere, nel quale, attraverso una serie di mirabolanti esempi di prodotti, manager, aziende, realtà urbane, imprenditoriali, creative e ancor di più, dimostra che «qualsiasi innovazione che sia dapprima...
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