Tutti i contenuti di Vincenzo Neve
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Tipo: BlogMer, 25/09/2013 - 15:30
[Articolo pubblicato nella Webzine Sul Romanzo n. 4/2013, La forza della memoria]
A ottobre del 2012, nel romanzo d’esordio di un giovane scrittore italiano, categoria quanto mai abusata, si poteva leggere: «Fra dieci, cinquanta o cento anni qualcuno starà a meravigliarsi quando guarderà dentro alle fatiche di questi giorni. Chi domani si soffermerà su quello che oggi fate voi qui, e gli altri in montagna, guarderà alle nostre parole (se ne lasceremo), alle nostre azioni, ai nostri volti, ai nostri occhi, come a un universo ricco e pullulante, e forse concluso, il che è un dono straordinario in un mondo infinito come questo. Quando i nonni racconteranno, i nipoti ascolteranno a bocca aperta, e gli adulti, che dall’altra stanza presteranno orecchio con sufficienza, come chi di quelle vicende sa già tutto, scopriranno che c’è ancora del nuovo, un altro particolare, un’altra...
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Tipo: BlogDom, 22/09/2013 - 11:30
«Gran bel lavoro, eh» gli ho detto «giocare a Space Invaders tutto il giorno.» «Sì» mi ha risposto sorridendo. «E cosa fai la sera?» Il ragazzo ha fatto una faccia seria, riflessiva, perplessa. «Be’, di solito esco a farmi un paio di partitine a Space Invaders».
Per chi è stato bambino o adolescente (anche adulto, a leggere il libro) negli anni Ottanta, per chi ricorda l’emozione di essere davanti a un cabinato di Pac-man a tentare di mangiare tutti i puntini sfuggendo ai fantasmi o ad abbattere astronavi aliene, per chi è dipendente da videogiochi o altro, per chi non riesce oggi a rimanere senza computer o staccarsi dall’iPhone, per chi apprezza Martin Amis, per loro e per chiunque abbia un po’ di curiosità è arrivata in libreria una chicca editoriale, meritoriamente pubblicata da ISBN edizioni (con la traduzione di Federica Aceto) a trent’anni di distanza dall’edizione originale.
Parliamo de L’invasione degli Space Invaders di...
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Tipo: BlogVen, 20/09/2013 - 11:30
«Tutte le famiglie felici sono simili, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo», recitava il celebre incipit, o forse è vero il contrario, ma Ignazio Tarantino, nel suo esordio Sto bene è solo la fine del mondo (Longanesi, 2013), racconta con molta efficacia la storia di come una famiglia è stata infelice, ora che, come dice la dedica, il tempo gliel’ha restituita.
Monopolitano di nascita e fiorentino d’adozione, l’autore, qui alla sua prima, convincente, prova letteraria, prende spunto da vicende autobiografiche per narrare la storia di Giuliano e della sua famiglia, una di quelle che con brutto calco dall’inglese si usa definire “disfunzionali”, con un padre distaccato e violento e una madre succube e fragile. Lui, ultimo di sei fratelli, è nato solo perché la madre Assunta si oppone all’interruzione della gravidanza e all’età di sei anni vede la vita domestica cambiare radicalmente. Quando due eleganti sconosciuti entrati in casa sua annunciano l’imminente fine del mondo e la possibilità di salvezza per chi fosse entrato nella “Società”. Si...
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Tipo: BlogMer, 21/08/2013 - 15:30
In una lettera ad un amico scrittore, Julio Cortázar lo paragonava ad una formica leone, di quelle che scavano nella sabbia un imbuto in cui è impossibile non cadere. Una formica leone è Giancarlo Liviano D’Arcangelo, classe 1977, nato a Bologna e cresciuto a Martina Franca, che scava, con questo Invisibile è la tua vera patria. Reportage dal declino. Luoghi e vite dell’industria italiana che non c’è più (ilSaggiatore, 2013), un imbuto in cui è impossibile non essere risucchiati. Liviano D’Arcangelo, già autore di un interessante romanzo – Andai, dentro la notte illuminata – nel 2007, quando quella di “giovane scrittore” non era ancora una fondamentale categoria dello spirito della filosofia editoriale italiana, con questo volume si impone scrittore tra i migliori sulla scena attuale.
Si tratta di un vero e...
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Tipo: BlogSab, 17/08/2013 - 11:30
E se Hitler ritornasse nella Germania dei nostri giorni? Intorno a questo esercizio di storia controfattuale ruota il romanzo del giornalista tedesco Timur Vermes Lui è tornato (Bompiani, 2013, traduzione di Francesca Gabelli). Ed effettivamente è quello che succede nel suo romanzo, in cui un Hitler redivivo, risvegliatosi nella Germania odierna, dove «al vertice del paese c’era una donna tozza, che infondeva lo stesso ottimismo di un salice piangente», riesce a conquistare nuovamente spazio con una trasmissione televisiva di grande successo.
Basato sull’equivoco che quel signore apparso in un campo nel centro di Berlino nel 2011 sia un comico imitatore e che quella messa in scena sia una parodia, il programma ha sempre maggior seguito di pubblico, rivelando la capacità di persuasione delle masse e il carisma del personaggio; non fa niente per fingere, anzi è in ogni frangente sempre se stesso, anche in situazioni grottesche, in cui...
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Tipo: BlogMar, 11/06/2013 - 11:30
Un ragazzo che va in giro con racchetta e asciugamano per simulare che il copioso sudore dovuto a una crisi di panico derivi dall’aver appena giocato a tennis. Il tatuaggio con un cuore e la scritta Mary, la donna amata un tempo, cancellata da una riga e un asterisco, ripetuto più in basso con una nuova scritta Karen, trasformando il braccio in una nota a piè di pagina pulsante. Sono solo due delle tante istantanee restituiteci dalla bella e interessante biografia di uno degli autori più amati, non sempre più letti, della letteratura contemporanea: Ogni storia d’amore è una storia di fantasmi. Vita di David Foster Wallace, opera del giornalista statunitense D. T. Max (Einaudi, 2013, traduzione di Alessandro Mari).
Una lettura “dolorosissima”la definisce giustamente un altro astro della letteratura USA, Dave Eggers (suscitò,...
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