Tutti i contenuti di Paulina Spiechowicz
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Tipo: BlogGio, 26/07/2012 - 16:13
Capire un poeta non è affar facile. La poesia non domanda la comprensione (non si tratta di filosofeggiare) e neppure l’interpretazione (non è disciplina scolastica che sottintende un’esegesi). La poesia sembra implicare, nella sua lettura, un totale moto d’abbandono e, azzarderei l’accostamento ardito, somiglia forse di più a un atto mistico, che non al meccanismo di un processo narrativo — tipico invece della prosa. L’atto poetico va al di là della parola. La poesia appare come un puro sentire le immagini e le tacite vibrazioni del poeta.
La poesia di Andrea Zanzotto conferma questo assunto in nuce. Difficilmente è lirica che s’intellettualizza. Raramente trova una definizione di genere o una categorizzazione all’interno di una tradizione data. Zanzotto s’interessò di surrealismo e d’ermetismo, ma poi non fu nessuno dei due. È allora per il tramite della curiosità che si apre il tributo che Matteo Chiavarone ha proposto per le Edizioni della Sera (2012) e che raccoglie una decina di saggi che ruotano attorno al poeta di Pieve di Soligo, curiosità che si erge a cifra stilistica della lirica stessa: «Colli cresciuti qui dintorno/ E...
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Tipo: BlogSab, 23/06/2012 - 10:13
Mi ero imbattuta casualmente nel diario di Susan Sontag circa un anno fa. Avendo avuto la possibilità di trascorrere qualche mese a Berlino, approfittavo, di tanto in tanto, dei musei della città. Era stato al Bookshop dell’Hamburger Bahnhof Museum che l’occhio mi era caduto sulla fotografia in bianco e nero di una donna che stava fumando una sigaretta: Reborn, di Susan Sontag, Early Diaries 1947-1963. Il fatto che il mio sguardo fosse naufragato, in mezzo a tanti cataloghi d’arte, verso l’unico testo che comportava una quasi totalità di pagine scritte, non mi era sembrato un caso e confermava la mia predisposizione letteraria.
Era stato già allora, in quel volto nero, emblematico e interrogativo, che il diario di Sontag mi aveva interpellata, ancora prima che lo avessi acquistato. Avevo, come è mio solito fare, aperto il testo a caso, trovandomi dinanzi una pagina che conteneva una sola data e una sola frase: «1/3/1951: I marry Philip with full consciousness + fear of my will toward self-destructiveness». Si trattava dell’unica frase stilata nei diari della Sontag nel 1951. La pagina seguente era datata 1/19/1953. Lo spazio bianco che si era intercalato allo spazio temporale tra le date mi aveva procurato...
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Tipo: BlogMar, 29/05/2012 - 10:22
La teoria del caos afferma che l’ordine del cosmo deriva originariamente dal disordine e rinviene nei frattali la struttura generatrice delle forme che appartengono all’universo. Non si tratta, però, di un disordine deregolamentato. Al contrario, la teoria in questione postula un’organizzazione propria al caos, che permette al disordine di produrre strutture fisse, rappresentazioni grafiche del caos originario che si ripetono schematicamente nelle forme dell’universo. I frattali, andando da una base di maggiore a una di minore complessità e viceversa, sono riscontrabili in ogni struttura visibile: il cielo, gli alberi e il volo degli uccelli sono anch’essi a base frattale. Qualche anno fa mi capitò di imbattermi in un articolo su Jackson Pollock e i frattali. Richard Taylor, scienziato americano, si era divertito a studiare la struttura dell’action painting ed era arrivato alla conclusione che l’automatismo di Pollock ricalcava la struttura del caos e l’organizzazione dei frattali (Fractal Analysis Of Pollock's Drip Paintings, Nature, vol. 399, 1999).
Questo articolo è tornato alla mente della persona che scrive qualche settimana fa, in occasione della visita al Museo delle...
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Tipo: BlogGio, 10/05/2012 - 12:12
La teoria degli opposti ha fatto la fortuna della cultura occidentale: la dialettica dei contrari trova nel binomio amore vs odio uno dei tasselli che maggiormente ricorrono nella riflessione tanto poetica quanto letteraria e filosofica. L’antica Grecia aveva avuto, del resto, sguardo lungimirante a proposito, quando aveva dato come genitori ad Eros Poros, l’ingegno, e Penia, la povertà (Platone, Simposio). Ancora Aristotele, nella Retorica, aveva suddiviso il desiderio in due categorie, il desiderio riflesso e quello non riflesso: «Per non riflessi intendo tutti i desideri che non sono preconcetti: quei desideri che rivelano l’essere delle cose, per esempio i desideri del corpo: la sete e la fame, se si tratta di nutrirsi, e il desiderio che corrisponde a ogni alimento; allo stesso modo, i desideri del gusto, della sessualità e del tatto in generale; per concludere, i desideri relativi all’olfatto, all’udito e alla vista. Considero piaceri riflessi tutti quelli ai quali siamo stati persuasi, poiché ci sono delle cose che desideriamo vedere e ottenere perché ne abbiamo sentito parlare».
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Tipo: BlogMer, 28/03/2012 - 10:44
L’ossessione sotto forma di scrittura e il delitto come tema attorno al quale ruota il racconto: L’homme qui tua Roland Barthes raccoglie XVIII testi in cui niente sembra essere stato lasciato al caso e lo stesso numero dei racconti rinvia quasi all’anagramma latino di VIXI, «sono morto». Così come il piano di un crimine, la serie di racconti orchestrati da Thomas Clerc segue un ritmo, una dinamica e una struttura compositiva complessi e variegati. Allievo di Roland Barthes, di cui aveva trascritto le lezioni sul Neutro tenute al Collège de France (Le Neutre, Seuil, 2002), Clerc testimonia di una penna sicura, arguta e impregnata delle teorie sul romanzo e sul non romanzo che hanno a lungo circolato in Francia, e che, ancora oggi, popolano molti testi critici. E proprio a partire dalla morte di Roland Barthes prende avvio l’ultimo lavoro dello scrittore francese, pubblicato da Gallimard nel 2010 e recentemente premiato dall’Acadèmie Française con il Prix de la nouvelle.
Thomas Clerc utilizza ed elabora l’immaginario maniacale, reiterato e molesto del crimine, che l’autore...
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Tipo: BlogLun, 27/02/2012 - 09:51
In tutte le branche del sapere sembrano sussistere un operatore di distruzione e un operatore di creazione. I termini qui impiegati derivano dalla fisica, e, in particolare, dalla teoria dell’oscillatore armonico quantistico. Queste due forze estreme, antagoniste quantunque complementari, nella mitologia classica erano rappresentate da Eros e Thanatos. La psicoanalisi ha ripreso questi concetti, interpretandoli alla luce delle nozioni di libido e pulsione di morte. La letteratura non è esente da forze dualistiche e contraddittorie, che la traversano oscillando tra conservazione e innovazione, tra costruzione e decostruzione.
Isidore Isou, scrittore rumeno emigrato a Parigi nel 1945 e fondatore della corrente letteraria del Lettrismo, ha teorizzato a tal proposito la «Legge estetica delle due ipostasi». Secondo tale ipotesi, la letteratura è caratterizzata da due fasi, l’una chiaramente ascendente, l’altra di carattere discendente: «Qualsiasi espressione estetica imbocca due strade che si succedono l’una all’altra in maniera irreversibile. Scopriamo, prima, l’arricchimento dell’elemento e le sue possibilità di...
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