Tutti i contenuti di Claudio Serpico
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Tipo: BlogLun, 23/07/2018 - 12:30
Il 1818 – che diede alla luce il romanzo Frankenstein, o il moderno Prometeo – non fu solo un anno denso di avvenimenti capitali destinati a modificare gli equilibri e gli interessi che fino ad allora contraddistinsero gli assetti geopolitici internazionali. Basti pensare che nel mese di febbraio ebbe fine la terza guerra Anglo-Maratha per effetto della quale il controllo di gran parte dell’India meridionale fu assunto dall’Inghilterra; nello stesso mese il Cile, liberandosi dal giogo plurisecolare della dominazione spagnola, conquistò l’agognata indipendenza; e a ottobre il Congresso di Aquisgrana sancì il ritiro delle truppe di occupazione – inglesi, russe, austriache e prussiane – dalla Francia. Il 1818 fu anche un anno destinato a rimodulare i paradigmi culturali imperanti, assecondando gli energici fermenti sociali in atto: nel mese di febbraio Franz Schubert finì di comporre la Sinfonia n. 6 in do maggiore, il 5 maggio venne alla luce Karl Marx e il 3 settembre Silvio Pellico fondò il periodico «Il...
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Tipo: BlogSab, 21/07/2018 - 10:30
Se è vero, come ebbe a dire il romanziere statunitense Ray Bradbury, che «i buoni scrittori toccano spesso la vita, mentre i mediocri la sfiorano con mano sfuggevole», la parabola umana di Giovannino Guareschi, l’autore italiano più tradotto in assoluto (i suoi libri hanno venduto all’estero oltre 20 milioni di copie), è lì ad attestare plasticamente quanto lui la vita non si limitò a lambirla. Ci affondò le unghie, forte di un’indole scomoda e amante della verità.
E in effetti l’esistenza del novelliere originario della bassa parmense, di cui ricorre il centodecimo anniversario della nascita e il cinquantesimo della morte (01 maggio 1908 - 22 luglio 1968), fu innervata da un tourbillon di vicissitudini, degne di quel realismo fantastico, figlio del surrealismo e intimamente interconnesso con l’irrazionalismo novecentesco, che caratterizzò le sue opere. Il fatto che la creatura narrativa che più riscosse il favore del pubblico, ovverosia Don Camillo, il battagliero parroco cui si contrappone il sindaco Peppone, quasi abbia fagocitato gli...
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Tipo: BlogMer, 20/06/2018 - 12:30
La trama del film 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick è totalmente avulsa dal presente, ma a dispetto del futuro, eletto ad architrave narrativa, le radici della sua vis valoriale affondano nell’antichità. Basti pensare al fatto che affronta tematiche ancestrali incastonandole in un impianto scenografico aerospaziale e ipertecnologico: liaison che gli conferisce una potenza espressiva e una contemporaneità concettuale che ancora oggi spiazza e annichilisce.
Stiamo parlando di una delle poche opere del grande schermo che è lecito definire monumentale, ma solo a patto che si sia disposti ad assumere su di sé il rischio che tale giudizio appaia eufemistico o riduttivo. Non solo e non tanto perché 2001: Odissea nello spazio è universalmente considerato uno dei più fulgidi capolavori della storia del cinema e l’archetipo assoluto della filmografia moderna, ma soprattutto perché rappresenta l’esempio paradigmatico per eccellenza di quanto la scrittura possa innervare l’...
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Tipo: BlogMar, 29/05/2018 - 13:36
Un romanzo d'amore, certo:
«Lei mi guardava, mi guardava come nessuno aveva mai fatto, mi guardava con degli occhi diversi, quelli che ti fanno vibrare l'anima, mi guardava e mi sentivo in imbarazzo perché lo faceva così intensamente da farmi credere di essere davvero la cosa più bella del mondo per lei».
Ma che scava anche il dramma dell'anoressia:
«[Giorgia] voleva essere una ballerina, leggera nei suoi grand jeté, volare in alto come una farfalla [...] Vomitava di notte senza farsi sentire, si tagliava, si guardava e si disprezzava».
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Tipo: BlogMer, 02/05/2018 - 13:30
Una vocazione – la letteratura – cui aderire senza reticenze; da abbracciare anche a costo della vita. Un'ossessione – dannata e salvifica al contempo – che tutto trasfigura, travolgendo il cadenzato procedere dell'esistenza. Un incendio che brucia l'anima, per poi divampare spietato e financo contaminare (incenerendoli e scarnificandoli) i luoghi circostanti, le persone care.
Questo è il senso dello scrivere per la giornalista de «Il Foglio» Annalena Benini che ha dato alle stampe La scrittura o la vita, in libreria dal tredici marzo (Rizzoli); un accidentato viaggio (denso di imprevisti ed esiziali coup de théâtre) alla scoperta della letteratura, scandito da dieci fermate: tanti sono infatti gli scrittori italiani che l'autrice intervista, indagando sull'origine della loro ispirazione al fine di far emergere i reconditi meandri insiti nella vena creativa di ciascuno di loro....
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