Tutti i contenuti di Andrea Carria
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Tipo: BlogVen, 24/08/2018 - 12:30
L’ombra di casa (titolo originale The Long Home) è il romanzo che ha rivelato William Gay al grande pubblico. Era il 1999 quando, grazie a questo libro, Gay vinse il James A. Michener Memorial Prize e nel frattempo sono successe un po’ di cose, a cominciare dalla scomparsa dell’autore (2012) fino alla realizzazione dell’omonimo film The Long Home (2017) del regista e attore americano James Franco, il quale, per vie indirette, ha favorito la prima edizione italiana del romanzo (Bompiani, 2018), nella traduzione di Alessandro Mari.
La storia raccontata da Gay sviluppa uno dei topoi più comuni della letteratura americana. Siamo nel 1943, nel pieno della seconda guerra mondiale, ma dal suo angusto spicchio di mondo Nathan Winer, il protagonista, non...
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Tipo: BlogGio, 12/07/2018 - 12:30
Da qualche mese in libreria è apparsa la prima edizione italiana di Camminare, breve romanzo di Thomas Bernhard pubblicato da Adelphi nella traduzione di Giovanna Agabio. Nonostante le dimensioni modeste (125 pp.), Camminare, edito per la prima volta nel 1971 col titolo di Gehen, costituisce un esempio lucidissimo della prosa del grande scrittore austriaco.
Come per gli altri libri di Bernhard, iniziare a parlarne non è facile: la trama offre pochi appigli e, del resto, non è concentrandosi su di essa che posso sperare di dire qualcosa di vagamente interessante su questo romanzo. La marginalità dell’intreccio rispetto ai profondi significati che invece si incontrano mentre si avanza nella lettura è testimoniata fin dall’incipit, al quale bastano due righe per circoscrivere il perimetro (ristretto) che lo svolgimento poi occuperà:
«Mentre io, prima che Karrer impazzisse, camminavo con Oehler solo di mercoledì, ora, dopo che...
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Tipo: BlogLun, 09/07/2018 - 10:30
A cinque anni dall’uscita di La misura del danno, Andrea Pomella – giornalista – torna alla narrativa con Anni luce, romanzo autobiografico pubblicato da Add Editore. Grazie a una scrittura viva, vibrante ed emotivamente coinvolgente, Pomella ripercorre la stagione della sua giovinezza romana al ritmo del grunge anni Novanta, sotto il segno dei Pearl Jam e del loro leader, Eddie Vedder.
«C’era una volta il mondo. Nel mondo c’era una città, in cui pioveva trecento giorni l’anno. La città si chiamava Seattle, estremo occidente degli Stati Uniti d’America. In questa città arrivò un surfista che veniva da San Diego, un fan scatenato degli Who e dei Ramones. In questo surfista, c’era un’anima. In quest’anima, c’era lo spirito di un’epoca…»
Chi però pensa che il libro di Pomella sia la semplice infornata di ricordi di un fan nostalgico è fuori strada. Anni...
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Tipo: BlogGio, 07/06/2018 - 12:30
Primo Levi aveva preso talmente sul serio il proprio mestiere di chimico da sentire il bisogno di riconnetterlo al suo passato più antico e nebuloso. In un capitolo del Sistema periodico, la sua autobiografia chimica, lamentandosi che la letteratura sia piena di tanti tipi di storie ma che nessuna abbia mai raccontato quella di un chimico, definisce se stesso e i propri colleghi «trasmutatori di materia». Levi è uno scrittore molto attento alla scelta delle parole, sa bene che fra tutti i verbi a disposizione trasmutare è quello dalle attestazioni più particolari, le quali affondano in tempi remoti. Il passato che richiama con questa espressione risponde al nome esotico di alchimia, e venne scritto per la maggior parte in luoghi oscuri e ambigui da personaggi, gli alchimisti, la cui pessima fama valse loro un posto nell’Inferno dantesco presso la bolgia dei falsari.
Nei suoi scritti chimici Primo Levi si riferisce alla concezione più ordinaria dell’alchimia, risalente a quando studiosi e scienziati credevano ancora di poterla...
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Tipo: BlogVen, 11/05/2018 - 09:55
Non so perché, ma ogni volta che penso a Hermann Broch e alla sua trilogia I sonnambuli mi torna in mente questa citazione tratta dalle Lettere sull’educazione estetica dell’uomo di Schiller:
«L’artista è figlio del suo tempo, ma guai a lui se è anche il suo discepolo o peggio ancora il suo favorito».
Nato in una facoltosa famiglia della borghesia viennese, Broch dedicò la prima parte della sua vita alla conduzione dell’azienda paterna facendosi epigono dello spirito affaristico che spirava sull’Europa del primo Novecento. Sposò una donna del suo stesso livello sociale dalla quale ebbe un figlio e, poco dopo il fallimento del matrimonio, decise di riprendere gli studi universitari seguendo corsi di matematica e filosofia. Ammiratore del lavoro di Freud, era così fiducioso riguardo al metodo psicanalitico che decise di farsi seguire da un analista. Contestualmente iniziò a scrivere e a collaborare con riviste letterarie. A quarantacinque anni...
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